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Mangiare bene ai tempi del coronavirus

Una delle cose che tutti noi abbiamo sperimentato durante questo periodo di lockdown dovuto alla pandemia, è stato sicuramente un aumento di peso. Proprio per questo motivo mangiare in modo salutare risulta essere più importante che mai ed evitare di raggiungere livelli di obesità, che è uno dei maggiori fattori di rischio per il manifestarsi di altre complicazioni ben più gravi, è fondamentale. A quanto pare, in media, gli italiani hanno preso ben 2 kg durante questa quarantena. L’obesità non è affatto da sottovalutare, né in un periodo tendenzialmente normale, né soprattutto in questo specifico lasso di tempo. Risulta infatti che le persone in sovrappeso sono più a rischio di soffrire complicazioni del coronavirus e vengono ricoverati alquanto spesso in terapia intensiva, che, soprattutto nei periodi di massima affluenza in quel reparto, per quanto riguarda il nostro Paese, potrebbe voler significare una vera e propria condanna a morte.

Tra i motivi più comuni dell’aumento di peso ci sono sicuramente l’impossibilità di praticare attività sportiva all’aperto, una lieve e generalizzata depressione che tende a portare la gente a stare sdraiata per molte più ore rispetto che durante i periodi in cui si andava regolarmente al lavoro e anche la voglia di coccolarsi un po’, cucinando ogni giorno qualcosa di buono, al fine di rendere questa chiusura forzata all’interno del proprio appartamento, un po’ più dolce! Certo, questa voglia di improvvisarsi chef, ha sicuramente appagato i palati di milioni di italiani, ma non ha fatto proprio bene alla loro condizione fisica né tantomeno al loro colesterolo. Per rientrare nei vestiti che indossavamo prima di rinchiuderci in casa, bisogna necessariamente intraprendere quelle attività motorie salutari che si facevano qualche mese fa e iniziare anche a mangiare in modo salutare, per migliorare la propria condizione fisica.

 

Come si può risolvere quindi il problema dei chili di troppo?

 

Una soluzione che possa essere efficace per risolvere il problema dei chili di troppo è di sicuro quella di seguire la famosa dieta mediterranea. Non serve a nulla rinunciare al cibo per qualche giorno, oppure seguire una di quelle diete particolarmente restrittive che, sì, potrebbero funzionare nel breve periodo e farvi perdere un paio di chili, ma non riuscirete a seguirle per molto tempo proprio per via della eccessiva privazione di alimenti che comunque servono al nostro corpo per mantenere un corretto bilanciamento. Pensate che la dieta mediterranea, attraverso la sua ricca offerta di alimenti sani, è addirittura in grado di rallentare il deterioramento cognitivo e ci permette quindi di essere attivi più a lungo anche a livello mentale.

La dieta mediterranea è infatti proprio la dieta ideale, perché è ricca di grassi buoni, come quelli contenuti nell’olio di oliva, nel pesce, nella frutta e nelle verdure. Sentirsi sazi mangiando bene e combinando nel modo corretto gli alimenti è alla base di questo tipo di alimentazione. Avrete inoltre modo di abbassare sensibilmente i livelli di colesterolo cattivo, che è causa di gravi problematiche per quanto riguarda la circolazione sanguigna e che potrebbe, nel peggiore dei casi, sfociare anche in problemi al cuore difficili da risolvere. Inoltre, attraverso un bilanciato apporto di cereali e grassi buoni, farete lavorare meglio il vostro intestino, donando un benessere più diffuso a tutto il corpo.

La dieta mediterranea non sempre viene presa in considerazione

C’è un dato statistico un po’ preoccupante che proviene dai nostri cugini europei. Non tutti scelgono la dieta mediterranea. Il sistema di etichettatura che adotta una sorta di semaforo, chiamato Nutri-Score, che dovrebbe classificare gli alimenti secondo la loro qualità e promosso in particolar modo dalla Francia, andrebbe a penalizzare fortemente e in maniera a volte del tutto ingiustificata, proprio molte delle scelte inserite nella dieta mediterranea. In questo sistema, le etichette hanno una lettera (dalla A alla E) e un colore (dal verde al rosso). Gli alimenti sono classificati secondo elementi “positivi” (come verdura, fibre) ed elementi “negativi” (zuccheri, sale, grassi). È un sistema molto semplice—forse troppo semplice. Il burro di arachidi, per esempio, è nella stessa categoria di un hamburger.

Altri Paesi europei hanno deciso di utilizzare questo tipo di sistema per la classificazione degli alimenti, nonostante la disapprovazione di molti che vedono questa scelta come una vera e propria offesa all’eccellenza italiana ed alla dieta mediterranea. L’Italia ha proposto un sistema alternativo, NutrInform Battery, che mostra la percentuale dell’apporto di calorie, grassi, zuccheri e sale in una porzione di un piatto rispetto alla quantità giornaliera raccomandata. Questo sistema, secondo le autorità italiane, sarebbe più utile per i consumatori senza penalizzare la dieta mediterranea.

Il problema dell’obesità infantile

Al di là di quella che può essere una vera e propria guerra nei confronti del sistema di etichettatura, risulta essere piuttosto chiara una sempre più drammatica realtà: ovvero quella che vede un incremento di obesità infantile negli stati europei in generale e, ancora di più, in quei Paesi dell’Europa del sud. Proprio per questo motivo, andrebbe promossa e sostenuta una dieta Mediterranea, che esula da quelle che sono chiaramente delle cattive abitudini alimentari, come i fast-food, le merendine e altre sostanze colme di zuccheri e povere di nutrienti.  Deve essere portata avanti l’idea che la dieta Mediterranea sia salutare e, soprattutto nel prossimo futuro, una volta che saremo usciti da questa pandemia, bisognerà sforzarsi ancora di più al fine di condurre una vita sana, che passa inevitabilmente dall’alimentazione. Mangiare bene significa stare bene con il proprio corpo e migliorare il proprio sistema immunitario.

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