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La Cucina Italiana diventa Patrimonio UNESCO: “Il coronamento di una storia in continua trasformazione”

La Cucina Italiana entra nel Patrimonio Immateriale UNESCO: un riconoscimento che valorizza una tradizione viva, in continua evoluzione, fondata sulla Dieta Mediterranea e su un’industria agroalimentare da 190 miliardi di euro.

La Cucina Italiana diventa Patrimonio UNESCO: “Il coronamento di una storia in continua trasformazione”

Milano, 10 dicembre – La Cucina Italiana entra ufficialmente nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO, sancendo non solo il prestigio di una tradizione gastronomica globale, ma soprattutto la forza di una cultura culinaria che ha costruito la propria identità attraverso secoli di evoluzioni, contaminazioni e scambi internazionali.

Un riconoscimento che, secondo i professori Michele Carruba e Pietro Paganini, rappresenta “non la celebrazione di una tradizione immobile, bensì il coronamento di una storia di continua trasformazione”.

Un patrimonio nato dall’incontro tra popoli, territori e culture

La narrazione comune vuole la cucina italiana come un monolite, un tesoro antico custodito immutato nel tempo. In realtà, come ricordano Carruba e Paganini, è l’esatto opposto:
la nostra cucina è un mosaico in costante evoluzione, costruito nei secoli attraverso contaminazioni globali.

Molti degli ingredienti oggi considerati simboli della gastronomia italiana provengono da altrove:

  • pomodori, patate, mais e peperoni giunti dalle Americhe dopo il XVI secolo;
  • le olive e l’uva, arrivate sulle rotte del Mediterraneo;
  • spezie e tecniche culinarie introdotte dai commerci orientali;
  • influenze arabe nelle preparazioni dolciarie e nelle tecniche di conservazione.

L’Italia non ha semplicemente adottato questi elementi: li ha trasformati, elevati e modellati secondo i propri territori, creando un linguaggio gastronomico unico, riconosciuto e amato nel mondo.

Il ruolo guida della Dieta Mediterranea

A sorreggere questa ricchezza c’è un metodo, una filosofia alimentare scientificamente validata: la Dieta Mediterranea, già patrimonio UNESCO dal 2010.

Secondo Carruba e Paganini – autori del volume “Obesità, istruzioni per ribellarsi: la via mediterranea per equilibrio, longevità e libertà di scelta” – la forza della cucina italiana risiede proprio nell’equilibrio tra varietà, stagionalità, qualità e convivialità.

Questo approccio:

  • promuove il consumo di alimenti freschi e locali,
  • esalta la biodiversità italiana,
  • integra salute, gusto e sostenibilità,
  • valorizza il pasto come momento di relazione e cultura.

È un modello moderno, capace di dialogare con la scienza nutrizionale e con le sfide del presente, dal benessere alla sostenibilità ambientale.

Un patrimonio culturale… e industriale: 190 miliardi di valore

La Cucina Italiana non è soltanto cultura: è una delle principali industrie del Paese.

Il settore agroalimentare italiano:

  • vale oltre 190 miliardi di euro,
  • include migliaia di imprese distribuite lungo l’intera filiera,
  • genera milioni di posti di lavoro,
  • esporta in tutto il mondo prodotti identitari come pasta, olio d’oliva, formaggi, vini e conserve.

È un tessuto industriale dinamico, innovativo, in cui la tradizione incontra la tecnologia, e che ogni giorno porta un pezzo d’Italia sulle tavole globali.
Un ecosistema che protegge territori, promuove sostenibilità, tutela le denominazioni e contribuisce alla reputazione internazionale del Paese.

Un patrimonio vivo, non un reperto da museo

Celebrare la Cucina Italiana significa riconoscere non solo un glorioso passato e un presente vitale, ma anche un futuro in movimento.

Carruba e Paganini sottolineano come la nostra gastronomia non tema il cambiamento:
lo guida. Si adatta, innova, sperimenta, dialoga con il mondo.
È viva perché continua a trasformarsi, trovando nuovi linguaggi attraverso chef, produttori, ricercatori, imprenditori e territori.

Oggi l’UNESCO non consacra un monumento immobile, ma un patrimonio dinamico, fatto di gesti quotidiani, ingredienti semplici, ritualità familiari e insieme di creatività contemporanea.

Un riconoscimento identitario e globale

L’ingresso della Cucina Italiana nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità è più di un premio: è la conferma che il valore della nostra gastronomia non risiede soltanto nel gusto, ma nella storia di adattamento, apertura e trasformazione che ha saputo incarnare.

Un patrimonio che continua a crescere, a evolversi, a sorprendere.
E che oggi – come ieri – porta l’Italia nel mondo, cucchiaio dopo cucchiaio.

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