Seclì: sequestrata un’area di 3.000 mq con rifiuti speciali, denunciato il proprietario.
Controlli ambientali con drone e elicottero dei Carabinieri Forestali portano alla scoperta di un deposito incontrollato di rifiuti non pericolosi. Scatterà la definizione amministrativa.
Seclì: sequestrata un’area di 3.000 mq con rifiuti speciali, denunciato il proprietario.
Nell’ambito dell’attività pianificata di contrasto ai reati ambientali, i Carabinieri Forestali stanno utilizzando sempre più frequentemente droni del Nucleo di Maglie, oltre a effettuare ricognizioni periodiche con elicottero del 6° Nucleo di Bari-Palese.
Le riprese aeree si rivelano strumenti fondamentali per individuare situazioni di gestione illecita dei rifiuti in aree recintate e non visibili dalla strada.

Proprio grazie a questi strumenti, i militari del Nucleo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (NIPAAF) di Lecce, con il supporto della Stazione Carabinieri di Aradeo, hanno effettuato un blitz nel comune di Seclì, nelle pertinenze di un’abitazione.
All’interno di una vasta area privata di circa 3.000 mq, recintata con muratura in conci di tufo, sono stati trovati cumuli di rifiuti di vario genere. In particolare, su 70 mq coperti da lamiere, erano depositati:
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Guaine plastiche per cavi elettrici
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Pneumatici fuori uso
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Altri rifiuti in plastica
Inoltre, sparsi sull’intera superficie, erano presenti scarti edili, residui in legno, inerti e rottami ferrosi.
I carabinieri hanno posto sotto sequestro:
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l’area con guaine e pneumatici (70 mq),
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tutti gli altri cumuli di rifiuti speciali all’interno della particella di 3.000 mq.
Il proprietario è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lecce per violazione dell’art. 256 commi 1, 2 e 3 del D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale), per gestione non autorizzata di rifiuti speciali.
Tuttavia, in base all’art. 318-ter dello stesso decreto, introdotto dalla Legge 68/2015, poiché si tratta di rifiuti non pericolosi e non vi è danno ambientale concreto, il proprietario potrà evitare il processo penale accedendo alla definizione amministrativa del reato, ovvero:
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pagamento di 6.500 euro
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bonifica e rimozione dei rifiuti nei tempi e modi prescritti.
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