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Alluvione Marche, sale a 9 il bilancio delle vittime

4 dispersi e 50 feriti

Alluvione Marche, sale a 9 il bilancio delle vittime.

9 morti, 4 dispersi e 50 feriti in provincia di Ancona. È questo il  tragico bilancio dell’alluvione che ha colpito le Marche. 

Ancora non c’è traccia di un bambino di 8 anni. Tra i dispersi anche un’altra mamma con la figlia minorenne. Le ricerche proseguono senza sosta. Sono oltre 300 i Vigili del Fuoco impiegati tra le province di Ancona e Pesaro Urbino. 

Nella notte sono state salvate decine di persone che si erano rifugiate sui tetti delle case e sugli alberi

Intanto, scoppia la polemica per il mancato allarme. I sindaci sostengono con ci sia stata “nessuna allerta meteo“, se non per eventi di minore intensità.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è stato nel pomeriggio in visita ad Ostra (Ancona), dove ha annunciato aiuti per 5 milioni. 

Tutto questo mentre la Procura di Ancona ha aperto un’inchiesta per omicidio e inondazione colposi a carico di ignoti.

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Un fenomeno meteo impossibile da prevedere 

In riferimento alla evoluzione del maltempo che ha colpito parte del territorio marchigiano delle province di Pesaro e Urbino e Ancona, il Centro funzionale multirischi della protezione civile regionale evidenzia il contesto meteorologico che ha determinato l’evoluzione dello scenario da allerta gialla emanata in quello poi ben più complesso e non prevedibile che ha determinato vittime ed esondazioni in alcune zone della provincia di Pesaro e Urbino e Ancona.

“La previsione meteorologica per la giornata di giovedì 15 settembre mostrava la possibilità di temporali in formazione sul versante tirrenico della penisola, con eventuale interessamento del crinale appenninico e delle aree interne marchigiane. Per tale motivo era stata emessa una allerta di livello giallo per le zone di allerta 1 e 3 (settori montani e alto collinari del pesarese e dell’anconetano) per temporali localmente intensi.

Nelle altre zone della regione la previsione non mostrava evidenze di fenomeni di intensità tale da determinare criticità e, pertanto, il livello di allerta è stato lasciato verde.

Temporale autorigenerante V-shaped

Nel pomeriggio di giovedì, tra le province di Siena e Arezzo, si è assistito alla formazione di un temporale cosiddetto autorigenerante V-shaped, che, nel suo spostamento verso est, è andato interessare la zona interna del pesarese, per poi portarsi verso la costa anconetana. L’interazione con l’Appennino ha inoltre intensificato la struttura temporalesca proprio nella zona del Catria.

Caratteristica dei temporali autorigeneranti – spiega il Centro funzionale – è quella della stazionarietà: il temporale continua a riformarsi sempre nello stesso punto e va a interessare sempre le stesse zone, anche per alcune ore. Sono fenomeni la cui previsione è estremamente difficoltosa, sia perché sono molto rari e sia perché le dinamiche che li generano implicano spesso la presenza di configurazioni a scale molto piccole di difficile individuazione.

In questo caso, gli elementi previsionali per stimare un’estensione e persistenza di fenomeni così intensi sono stati del tutto assenti. Anche nella vigilanza, a livello nazionale, tali fenomeni non sono stati assolutamente segnalati.

Da allerta gialla ad emergenza totale

Sostanzialmente quello che doveva essere uno scenario da allerta gialla per temporali (effetti localmente intensi e rapidi, ma di estensione limitata), si è invece evoluto in uno scenario più complesso e diffuso sul territorio. Le precipitazioni molto intense e persistenti, con cumulate molto elevate raggiunte in poche ore, hanno determinato, anche nel reticolo maggiore, l’innescarsi e il propagarsi dell’onda di piena in tempi rapidissimi e non gestibili, che ha poi determinato criticità e problemi pure nella parte valliva e costiera”.

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