Prosegue l’attività di vigilanza della Polizia di Stato nell’ambito dei controlli amministrativi legati al rilascio e al rinnovo dei permessi di soggiorno, finalizzata a garantire il rispetto delle norme vigenti e la correttezza delle procedure. In questo contesto, un cittadino del Mali è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per aver presentato documentazione risultata falsa nel corso dell’iter istruttorio avviato presso l’Ufficio Immigrazione della Questura.
L’istruttoria per il permesso di soggiorno UE di lungo periodo
L’uomo aveva avanzato richiesta per il rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, titolo che consente una stabile permanenza sul territorio nazionale e che richiede il possesso di requisiti stringenti, tra cui un’adeguata conoscenza della lingua italiana. Nel corso dell’istruttoria, il richiedente ha prodotto due attestati linguistici, presentandoli come certificazioni ufficiali idonee a comprovare il livello di conoscenza richiesto dalla normativa.
I sospetti sui certificati linguistici presentati
I documenti esibiti dall’interessato risultavano formalmente attribuiti ai Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) di Roma e di Ragusa. Proprio l’importanza di tali attestazioni ai fini del procedimento amministrativo ha indotto il personale della Polizia di Stato a sottoporli a verifiche approfondite, volte a riscontrarne l’autenticità e la corrispondenza con i dati ufficiali in possesso delle istituzioni scolastiche indicate.
Gli accertamenti e la scoperta della falsità
Gli accertamenti condotti dagli operatori dell’Ufficio Immigrazione hanno consentito di appurare che entrambi i certificati erano privi di riscontri ufficiali e non risultavano mai rilasciati dai CPIA indicati. Le verifiche incrociate hanno dunque evidenziato la totale falsità della documentazione prodotta, facendo emergere un tentativo di aggirare i controlli previsti dalla legge per l’ottenimento del titolo di soggiorno.
Il deferimento all’Autorità Giudiziaria
Alla luce degli elementi raccolti, il cittadino maliano è stato deferito all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’articolo 5, comma 8-bis, del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, che disciplina le violazioni in materia di immigrazione connesse all’uso di documenti falsi o contraffatti. Il procedimento penale consentirà ora di accertare le responsabilità individuali e di valutare le conseguenze giuridiche della condotta contestata.
L’impegno costante contro la documentazione contraffatta
L’episodio si inserisce nel più ampio impegno della Polizia di Stato volto a garantire la regolarità delle procedure amministrative in materia di immigrazione e a contrastare con decisione l’utilizzo di documentazione falsa. Un’attività che mira a tutelare la legalità, a preservare la credibilità del sistema dei controlli e ad assicurare una gestione corretta e trasparente dei flussi migratori, nel rispetto delle regole e dei diritti di chi opera legittimamente sul territorio nazionale.