Sciame sismico tra Emilia-Romagna e Toscana: notte di scosse avvertite tra Verghereto e Chiusi della Verna.
Scosse ravvicinate tra la notte e l’alba hanno fatto tremare i crinali appenninici al confine regionale: sequenza percepita in diversi comuni, ma senza danni e sotto costante monitoraggio dell’Ingv.
Sciame sismico tra Emilia-Romagna e Toscana: notte di scosse avvertite tra Verghereto e Chiusi della Verna.
La notte tra il 4 e il 5 dicembre 2025 è stata segnata da una sequenza di scosse di terremoto che ha interessato l’area appenninica al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna, con particolare coinvolgimento dei territori di Chiusi della Verna, Verghereto e Bagno di Romagna. Si è trattato di uno sciame sismico di lieve entità, ma sufficiente per essere percepito da parte della popolazione in diversi comuni tra le province di Arezzo, Forlì-Cesena, Lucca e Firenze. Le scosse, registrate dai sismografi dell’Ingv, hanno avuto magnitudo compresa tra 0.9 e 2.5 e si sono susseguite a distanza di minuti nel corso della notte.
Le prime rilevazioni dei sismografi: dalle 22.38 l’inizio dell’attività
Il primo tremore è stato registrato alle 22.38 di giovedì 4 dicembre, con una magnitudo di 2.4 e epicentro a circa tre chilometri a nord-ovest di Verghereto. Da quel momento i sismografi hanno iniziato a rilevare ulteriori movimenti tellurici, tutti localizzati nella stessa area. La sequenza si è intensificata nelle ore successive fino a raggiungere, alle 3.36, la scossa più significativa della notte: un evento di magnitudo 2.5, localizzato sempre nel territorio comunale di Verghereto, a pochi chilometri dal confine con la Toscana. Un’area conosciuta per la sua naturale attività sismica, caratterizzata da micro-movimenti frequenti lungo l’Appennino.
Dalla Romagna al Casentino: scosse avvertite fino a Chiusi della Verna
Nonostante l’intensità modesta, molte scosse sono state avvertite distintamente dagli abitanti dei comuni vicini, in particolare tra Chiusi della Verna e i paesi del Casentino. Le testimonianze parlano di tremolii brevi, ma netti, percepiti soprattutto nelle fasi di maggiore quiete notturna. Nessuna di queste scosse ha superato la magnitudo 2.5, ma la loro ripetizione in un arco temporale ristretto ha contribuito a generare apprensione tra coloro che hanno sentito più vibrazioni nel giro di poche ore.
La situazione in Emilia-Romagna: Verghereto e Bagno di Romagna i centri più interessati
In territorio romagnolo l’attività si è concentrata tra Verghereto e Bagno di Romagna. Oltre all’evento di magnitudo 2.5 delle 3.36, si sono registrate altre scosse comprese tra 0.9 e 2.4, tra cui una di magnitudo 2.3 avvenuta alle 2.13 a sud di Bagno di Romagna. L’area non è nuova a fenomeni di questo tipo e negli ultimi anni è stata già scenario di episodi di micro-sismicità ricorrente, tipici delle zone appenniniche.
I movimenti registrati in Toscana: Garfagnana e Fiorentino
La Toscana ha avvertito a sua volta la coda dello sciame sismico. La Garfagnana, una delle zone con la più lunga storia sismica della regione, ha registrato piccoli eventi con magnitudo 1.3 e 1.4 tra Pieve Fosciana e Castelnuovo di Garfagnana. Nel Fiorentino, a Borgo San Lorenzo, un ulteriore tremore di magnitudo 0.9 è stato registrato alle 7.20 del mattino, a conferma di un’attività diffusa, ma contenuta, che non ha destato particolare preoccupazione nelle autorità locali.
Nessun danno e nessuna richiesta di intervento: la situazione resta sotto controllo
Nonostante la serie di scosse, non sono stati riportati danni a edifici né disagi alla popolazione. Le forze dell’ordine non hanno ricevuto segnalazioni né richieste di intervento, e la Protezione civile non ha emanato comunicazioni straordinarie. La situazione, pur monitorata con attenzione, rientra nella normale attività sismica dell’Appennino settentrionale, caratterizzato da movimenti di lieve entità che si manifestano frequentemente nell’arco dell’anno.
Uno sciame sismico: natura del fenomeno e perché non indica necessariamente un forte terremoto
Il fenomeno osservato rientra in quello che gli esperti definiscono sciame sismico, cioè una sequenza di eventi ravvicinati nel tempo, senza la presenza di un terremoto principale. A differenza delle sequenze dopo un forte evento, gli sciami non sottintendono necessariamente la possibilità di una scossa più intensa. Tuttavia, trattandosi di un territorio geologicamente attivo, il monitoraggio dell’Ingv prosegue costantemente per osservare eventuali variazioni nei parametri registrati.
Le reazioni sui social: apprensione, ma nessun allarme
Nei comuni più vicini all’epicentro alcuni residenti hanno raccontato sui social di aver percepito in modo nitido le scosse più forti, soprattutto quella delle 3.36. I commenti parlano di un tremolio secco, durato pochi secondi, sufficiente però a svegliare chi dormiva o a creare perplessità in chi era ancora sveglio. Non sono emerse, tuttavia, testimonianze di panico o situazioni critiche, ma soltanto la preoccupazione naturale di fronte ai movimenti improvvisi della terra.
Una zona a rischio noto: l’Appennino tra Casentino e Romagna
L’area coinvolta rientra in una fascia appenninica riconosciuta dagli studiosi come sismicamente attiva. Tra la Romagna e il Casentino gli sciami sismici non sono rari e si presentano spesso in modo analogo a quanto osservato nella notte tra il 4 e il 5 dicembre. Le faglie che attraversano la dorsale appenninica generano con regolarità micro-movimenti, per lo più innocui, ma capaci di essere avvertiti dalle comunità che vivono in prossimità delle creste montuose.
Le raccomandazioni della Protezione civile: come comportarsi in caso di scossa
Ogni scossa, anche minima, richiama l’importanza di conoscere le buone pratiche di sicurezza. In caso di terremoto all’interno di un edificio è fondamentale cercare riparo in punti stabili, come sotto un tavolo robusto o vicino alle pareti portanti, evitando di correre verso scale o uscite. All’esterno, invece, è indispensabile allontanarsi da edifici, alberi, pali e tutto ciò che potrebbe cadere o oscillare, prestando attenzione a eventuali conseguenze secondarie come frane o cedimenti.
Un fenomeno in evoluzione: possibili ulteriori scosse nel corso della giornata
Gli esperti non escludono che nel corso della giornata possano verificarsi ulteriori scosse, come accade frequentemente negli sciami sismici. L’Ingv prosegue il monitoraggio dell’area, mentre le amministrazioni locali e la Protezione civile restano in osservazione. Al momento, però, la situazione è sotto controllo e non emergono elementi di particolare criticità.
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