Ferrara: sequestro da 650mila euro contro il caporalato.
La Polizia di Stato esegue un sequestro patrimoniale e l’amministrazione giudiziaria di società riconducibili a un cittadino pakistano condannato per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Ferrara: sequestro da 650mila euro contro il caporalato.
La Polizia di Stato combatte nel ferrarese il fenomeno del “caporalato“; sequestro patrimoniale e amministrazione giudiziaria.
La Divisione Polizia Anticrimine di Ferrara ha dato esecuzione al sequestro finalizzato alla confisca e all’amministrazione giudiziaria, disposto dal Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione su proposta del Questore di Ferrara.
Il provvedimento, frutto di una sofisticata indagine patrimoniale condotta nei confronti di un cittadino pakistano, ha portato al sequestro di:
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nr. 5 rapporti bancari/finanziari;
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nr. 7 società;
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nr. 1 immobile sito in Argenta.
L’ingente valore assicurato alla Giustizia è stimabile in euro 650.000,00 circa, concentrato sui beni entrati nel patrimonio del “caporale” come investimento dei capitali provento delle attività di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Per contrastare efficacemente il fenomeno del caporalato, il Tribunale di Bologna ha disposto anche l’amministrazione giudiziaria di due società.
La proposta di sequestro trae origine dall’arresto del soggetto, avvenuto in esecuzione di una misura cautelare emessa il 10 ottobre 2022 dal G.I.P. del Tribunale di Ferrara. L’uomo era stato riconosciuto come promotore e organizzatore dell’attività di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603 bis commi 1, 2 e 4 c.p.), fungendo da referente diretto per imprenditori agricoli delle zone ferrarese e ravennate nella fornitura di manodopera a basso costo.
Il procedimento penale ha portato a una condanna a tre anni di reclusione.
Il soggetto svolgeva una vera e propria attività di “fleet partner”, figura terza rispetto alle aziende beneficiarie che, agendo da caporale, stipulava contratti di appalto con diverse imprese agricole. Attraverso le società a lui riconducibili procurava numerosi lavoratori della sua stessa etnia, destinandoli a prestazioni lavorative in condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.
Accertata la pericolosità del proposto, condizione necessaria per l’applicazione della misura di prevenzione, l’indagine sui flussi economici è stata estesa al suo nucleo familiare e a quello della madre, analizzando un periodo compreso tra il 2014 e il 2023. L’attività investigativa ha evidenziato una forte sproporzione tra i redditi dichiarati e le spese realmente sostenute, in particolare per l’acquisto dell’immobile ad Argenta e per la costituzione di cinque società di capitale.
Il Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione ha accolto integralmente la richiesta del Questore, disponendo il sequestro finalizzato alla confisca e l’amministrazione giudiziaria delle società agevolatrici delle condotte illecite.
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