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Udine, Palù di Livenza: il 22 luglio la conferenza stampa “Abitare le aree umide alla fine del Neolitico”

La serata sarà dedicata alle recenti ricerche archeologiche che hanno confermato la presenza di un sito preistorico

Udine, continuano le conferenze del Museo Friulano di Storia Naturale dedicate al mondo delle risorgive. Giovedì 22 luglio alle 21.00 sarà l’occasione per approfondire il biotopo del Palù di Livenza, un’area umida di particolare pregio ambientale, che si estende in un bacino naturale nella Pedemontana pordenonese. La serata sarà dedicata alle recenti ricerche archeologiche, condotte nell’area, che hanno confermato la presenza di un sito preistorico, databile tra la metà del V e la metà del IV millennio a.C.

 

La conferenza, organizzata nell’ambito delle iniziative curate dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine per UdinEstate, sarà l’occasione per un aggiornamento sulle ultime ricerche archeologiche. Le novità saranno presentate direttamente dal responsabile scientifico degli scavi nel sito, Roberto Micheli, ispettore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.

 

Il sito di Palù di Livenza è noto da tempo, il rinvenimento di pali lignei sepolti era già stato segnalato nell’Ottocento e lo scavo del Canal Maggiore nel 1965, con il rinvenimento di numeroso materiale archeologico, aveva avvalorato l’ipotesi della presenza di un sito preistorico. A partire dai primi anni Ottanta del secolo scorso furono avviate ricerche sistematiche con carotaggi geologici, rilevamenti subacquei, sondaggi e interventi di recupero nell’alveo del canale, che svelarono l’evoluzione geologica del bacino negli ultimi 15.000 anni e misero in luce parte del villaggio palafitticolo, iscritto a partire dal 2011 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

 

Un riconoscimento di straordinaria importanza sostenuto dalla qualità dei ritrovamenti e dei dati provenienti dalle ricerche riprese nel 2013, dopo un’interruzione quasi ventennale.

 

Il risultato di queste ultime campagne non solo replica le fortune dei diversi interventi passati, che hanno portato alla scoperta di numerosissimi strumenti in pietra, frammenti ceramici e alcuni straordinari oggetti in legno, tra i quali spiccano una pala di pagaia in legno di frassino, un grande vaso, un frammento di immanicatura d’ascia in legno di faggio e un attingitoio in corso di lavorazione in legno d’acero, ma aggiungono dati davvero innovativi.

 

Un team di studiosi, di cui fa parte anche il Museo Friulano di Storia Naturale, sta prendendo in esame gli ultimi dati e le novità sembrano essere davvero notevoli, perché al quadro generale documentato da vari aspetti del vivere quotidiano: l’utilizzo di imbarcazioni, la conservazione di derrate o liquidi in contenitori, i lavori agricoli, la carpenteria, si aggiungono particolari inediti per le nostre conoscenze sul mondo Neolitico, ad esempio il ritrovamento di grumi di pece di betulla probabilmente utilizzati come gomma da masticare, solo per citarne uno tra i più singolari.

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