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CAMBIA LINGUA

Scattano foto per raccontare le storie della gente: la loro iniziativa diventa virale Protagonisti la milanese Michela Facchi ed il torinese Lorenzo Cadoni

Quando erano solo dei bambini si mettevano davanti alla finestra di casa a osservare le persone che camminavano fuori. Per strada. Si chiedevano dove stessero andando, fantasticavano su cosa stessero facendo. Immaginavano, insomma, le loro vite. Crescendo, la curiosità per le storie degli altri non è diminuita. Anzi. Lorenzo Cadoni, 38 anni, torinese con la passione per la fotografia, e Michela Facchi, 32 anni, fotografa freelance di Milano, hanno iniziato a scattare foto. Ai paesaggi, alle persone, a tutto quanto avesse qualcosa da raccontare. Poi, appena passata l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, un po’ per caso, hanno iniziato a scattare foto ai volti delle persone. Due immagini in bianco e nero per ognuno, in primissimo piano, per catturare le emozioni suscitate dal ricordo del momento più felice e da quello più faticoso.

L’iniziativa è diventata virale, ha racconto centinaia di adesioni a Torino e si è diffusa anche a Milano e a Varese. L’hanno chiamata “Faces”, che tradotto dall’inglese significa “volti”.

“Ci siamo resi conto di quanto le persone abbiano la necessità di raccontare di sé, non per la mera ricerca di notorietà – raccontano Lorenzo e Michela -, ma per un reale bisogno di sentirsi ascoltate, per una necessità di condividere un’esperienza drammatica o una gioia. Abbiamo deciso di scattare chiedendo loro di pensare al momento più felice della propria vita e subito dopo, di ricordare il momento più difficile”. Il risultato, a loro detta, è stato sorprendente.

 

lorenzo cadoni
Lorenzo Cadoni

 

michela facchi
Michela Facchi

“Siamo rimasti stupefatti dal cambiamento che vedevamo nel mirino delle nostre macchine fotografiche – continuano – ed al di là dell’espressione, le persone si sono sentite libere di raccontare le loro storie, di aprirsi con noi, dopo essere state ritratte. Ci hanno lasciato entrare nella loro realtà, aprendoci una finestra sul loro vissuto. Non sono mancate le lacrime, le risate, gli abbracci. Abbiamo dato loro un mezzo ed un’opportunità per spogliarsi dalla finzione, per essere loro stessi, per testimoniare le loro lotte interiori, per lasciarsi andare”. I protagonisti dei loro scatti sono infatti uomini e donne normali, le stesse che si possono incrociare durante una passeggiata in città. Lorenzo e Michela non cercavano la perfezione, ma la normalità, pregi e difetti compresi. “Non abbiamo richiesto nessun tipo di abbigliamento o trucco particolare per staccarci totalmente dall’idea di perfezione che ci impongono oggi i social”. Una sorta di provocazione, insomma, per “porre l’attenzione sul fatto che ognuno di noi, nella propria vita, combatte, arranca, sperimenta gioie, lotta per un diritto negato, affronta una malattia, vive una disabilità oppure “semplicemente” fronteggia a testa alta ciò che ogni giornata ci mette davanti”.

 

A metà ottobre, Lorenzo e Michela realizzeranno una mostra on line sui social in cui esporranno tutte le foto scattate, accompagnate dai racconti dei protagonisti. “Il nostro desiderio, in base a come sarà la risposta del pubblico a seguito della nostra pubblicazione, è quello di poter portare il progetto ad un livello superiore e quindi permettere al nostro progetto di diventare una mostra fisica vera e propria, adattabile alle scuole mede e superiori, centri giovanili, luoghi di aggregazione”.

Articolo di Antonia Gorgoglione

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