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CAMBIA LINGUA

Savona: arriva lo spettacolo Bros al teatro Chiabrera, opera di Romeo Castellucci

Ritorna dopo più di vent'anni in Liguria, per la prima volta a Savona, la figura più rivoluzionaria del Teatro Europeo Romeo Castellucci

Savona: arriva lo spettacolo Bros al teatro Chiabrera, opera di Romeo Castellucci.

Lo spettacolo si apre in uno stato di allerta. Rumori e macchine suggeriscono forme di sorveglianza che suonano come un avvertimento percettivo. Gli Attori che abitano questa scena, reclutati attraverso una chiamata pubblica, non hanno imparato la parte. La imparano mentre la eseguono. Tale esecuzione corrisponde all’esecuzione di ordini telecomandati. Questi Attori, per poter partecipare allo spettacolo, hanno sottoscritto un patto in cui dichiarano di attenersi fedelmente ai comandi. Si tratta di un impegno che devono essere in grado di condurre fino in fondo. La coscienza si ferma qui. Poi comincia l’esperienza dell’alienazione, in cui eseguiranno azioni senza capire, né prepararsi.

Savona: arriva lo spettacolo Bros al teatro Chiabrera, opera di Romeo Castellucci. 

Questa condizione, lungi dall’essere un’improvvisazione costruttiva o una delega allo spontaneismo, schiaccia il tempo della consapevolezza fino al suo grado zero. È un paradigma di velocità massima che brucia ogni interstizio critico. Sembra coincidere con una forma di ‘abbandono’, un votarsi, un annullarsi nella parte. Una parte che gli Attori non conoscono. Appaiono gesti intimi, a vederli dall’esterno, e lo sono, ma noi sappiamo anche che sono gesti ‘intimati’, in una oscura confusione tra intimità e intimazione; in una frenesia che non lascia spazio al ripensamento.

Sul palcoscenico si formano situazioni insolite e paradigmatiche. In esse si specchia il doppio e triplo-fondo dell’apparenza; il versante tenebroso della logica; l’inconsistenza delle certezze. Le immagini mentali prendono il sopravvento nello spazio in totale sincretismo, per approdare a un nuovo effettivo linguaggio: enigmatico, arcano, formato da figure che rimandano sempre a qualcos’altro, alla stregua di geroglifici.

L’attore è spettatore egli stesso di quanto viene facendo. Il nodo tra attore e spettatore si stringe così fino a soffocare ogni distinzione. La recita coincide con la vita che accade in quel esatto momento. La parte non è più da preparare, solo da verificare. Nessuna improvvisazione, bensì il baratro di un presente assoluto.

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