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Pesaro, il Trio Ceccanti-Fossi porta in scena il Romanticismo tedesco

Sul palco del Teatro Sperimentale sarà la volta del Trio costituito dai fratelli Duccio e Vittorio Ceccanti, rispettivamente al violino e al violoncello, e Matteo Fossi al pianoforte

Pesaro, sabato 11 dicembre 2021 alle ore 18 proseguono gli appuntamenti della 62a stagione concertistica dell’Ente Concerti con protagonista la musica da camera. Sul palco del Teatro Sperimentale sarà la volta del Trio costituito dai fratelli Duccio e Vittorio Ceccanti, rispettivamente al violino e al violoncello, e Matteo Fossi al pianoforte. La formazione rappresenta una realtà italiana di solida fama e grande sensibilità interpretativa che può vantare un curriculum ventennale di prestigio internazionale.

Per il pubblico pesarese il Trio presenta grandi pagine dal repertorio di Ludwig van Beethoven e Felix Mendelssohn.
In apertura il trio in Re magg., op. 70 n. 1 di Beethoven. Composto nel 1808 e pubblicato l’anno seguente, il brano ha finito per essere denominato “Trio degli spettri” sia per l’atmosfera da cui è animato, in particolare nel secondo movimento, sia perché il tema di quest’ultimo potrebbe essere il medesimo appuntato dal compositore per un’opera sul Macbeth di Shakespeare mai realizzata. Il Trio suscitò a lungo una grande impressione, dando vita ad una serie di suggestioni, tra cui quella di Gabriele D’Annunzio che scrisse: “È il Trio detto degli Spiriti. Lo ascolto come dopo la morte. […] Il cembalo, il violino, il violoncello sono tre voci che parlano come in un dramma religioso, come in un mistero sacro”.
A seguire il Trio n. 1 in re min., op. 49 di Mendelssohn, eseguito per la prima volta a Lipsia nel 1839 con lo stesso autore al pianoforte, che racchiude nel terzo tempo quel senso del fantastico tipico del Romanticismo. Robert Schumann ebbe a scrivere: “È il lavoro di un maestro, […] una eccellente composizione che tra qualche anno delizierà i nostri nipoti e pronipoti. Mendelssohn è il Mozart del nostro momento storico, il più brillante dei musicisti, quello che ha indicato più chiaramente le contraddizioni dell’epoca e il primo che le ha riconciliate tra loro”.

 

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