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Napoli: in piazza Largo San Martino “The Lobster Empire” di Philip Colbert

Dopo Roma le aragoste pop di Colbert toccano anche Napoli in Piazza Largo San Martino, le opere resteranno fino al 15 luglio.

Napoli: in piazza Largo San Martino “The Lobster Empire” di Philip Colbert.

E’ stata inaugurata il 21 aprile  “The Lobster Empire”, installazione di grandi sculture dell’artista Philip Colbert che per tre mesi animeranno la storica piazza Largo San Martino a Napoli. La mostra, allestita fino al 15 luglio, è a cura di Catherine Loewe, organizzata da Bam Eventi D’Arte e promossa dal Comune di Napoli

Colbert è uno degli artisti più innovatori dello scenario contemporaneo ed ha avuto un seguito globale con il suo personaggio con l’aspetto di un’aragosta simile ad un cartone animato, le sue sculture sono state recentemente installate all’aperto anche a Venezia e a Roma in Via Veneto.

“Nel mio lavoro sono molto attratto dalle reliquie di antiche civiltà, a cui spesso faccio riferimento, come ad esempio, le composizioni di scene di aragosta su vasi di anfore – ha spiegato Philip Colbert le cui opere esposte sono composte da diversi materiali quali alluminio, bronzo ed acciaio, e alludono alle iconografie della storia dell’arte – Amo l’idea secondo cui oggi viviamo tra le rovine del passato e che spesso non ci fermiamo neanche ad ammirare ma che influenzano il presente”.

Napoli: in piazza Largo San Martino "The Lobster Empire" di Philip Colbert

“La contaminazione tra antico e moderno piace sempre più a cittadini e turisti – ha dichiarato Teresa Armato, assessore al Turismo e alle Attività Produttive del Comune di Napoli – Colbert ha già portato la sua arte in importanti musei e nelle città più belle del mondo, di recente il suo Impero di aragoste ha “invaso” via Veneto a Roma catturando l’attenzione di cittadini e visitatori ed ora tocca a Napoli, creando un’ulteriore attrattiva turistica in una zona da sempre meta di visitatori per la Certosa di San Martino e Castel Sant’Elmo. In un continuo dialogo con gli spazi e i luoghi l’artista scozzese dona una nuova visione dell’arte con le sue aragoste pop che richiamano anche simboli dell’antichità classica e note opere d’arte. Un mix che ricalca la natura stessa di Napoli, fatta di epoche diverse tra nobiltà e cultura popolare, buio e luce, sopra e sotto”.

Sergio Locoratolo, coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli, ha sottolineato “la vivace contemporaneità delle sculture di Colbert nella loro apparente dissonanza con la classicità di Largo San Martino. Un gioco di contrasti che ritroviamo nelle quattro opere esposte, in cui icone e soggetti della storia dell’arte incontrano l’estetica pop e la cultura di massa. L’opera d’arte diventa in tal modo il filo rosso che lega passato e presente, e al contempo il catalizzatore, nello spazio urbano, di una energia creativa che si traduce in crescita culturale e sociale. Dopo l’inaugurazione dell’opera ‘Key of Today’ di Milot in Piazza Mercato, il Sindaco Manfredi e l’Amministrazione tutta continuano a sostenere progetti di arte pubblica, favorendo la disseminazione delle iniziative nel tessuto della città, nella convinzione che la cultura costituisca una leva privilegiata di azione nei processi di rigenerazione e sviluppo urbano”.

Mariagrazia Vitelli, consigliera del Comune di Napoli che ha proposto l’installazione, ha ricordato come “grazie a questa mostra il Vomero si apre a linguaggi e forme nuove. Sono orgogliosa che l’idea della mostra, da me proposta, abbia trovato una sponda convinta e partecipe nel Comune e nel Servizio Cultura. Negli ultimi anni si sta cercando di promuovere un processo di riqualificazione piena e totale del belvedere di San Martino, proprio alla luce delle sue ricchezze e potenzialità. C’è ancora da lavorare, penso per esempio alla rimozione dei barbacani a sostegno di un muro di cinta del Castel Sant’Elmo e della Certosa, in questo senso auspico un accordo tra Sovrintendenza e Regione quanto prima. Questa mostra sarà un volano per fare di San Martino una vera e propria agorà della cultura e delle culture”.

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