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CAMBIA LINGUA

Modena: al Teatro Comunale Pavarotti Freni danza, immagini e suoni con “RI(E)VOLUZIONI”

Venerdì 31 marzo, alle 10, lo spettacolo con in scena oltre cento allieve e allievi delle scuole di danza modenesi per raccontare gli oggetti rivoluzionari del Novecento

Modena: al Teatro Comunale Pavarotti Freni danza, immagini e suoni con “RI(E)VOLUZIONI”.

Sono oltre cento le allieve e gli allievi di otto scuole di danza modenesi che, sotto la guida di una quindicina di coreografe e coreografe, venerdì 31 marzo porteranno in scena sul palco del Teatro Comunale Pavarotti Freni un viaggio ideale tra i cambiamenti e le innovazioni del Novecento nello spettacolo di danza, immagini e suoni “Ri(e)voluzioni. Oggetti in movimento”.
Lo spettacolo, che inizia alle 10 e si rivolge principalmente alle scuole, fa parte della rassegna “Musica su misura”, che il Comunale dedica al teatro musicale per ragazzi e famiglie.

“Ri(e)voluzioni. Oggetti in movimento” porta in scena gli oggetti rivoluzionari del Novecento che hanno originato profondi cambiamenti nella società, nella cultura, nel pensiero e nei comportamenti. Nello spettacolo, la danza si fonde con musiche e suoni, immagini e parole, per raccontare i primi passi in scarpa da ginnastica, il fascino del grattacielo, il boom dell’automobile, l’arrivo del frigorifero e della minigonna, la dirompenza della pillola contraccettiva e della chitarra elettrica, la tela virtuale del web che ormai avvolge tutto.

Gli allievi e le allieve sul palco, di età compresa tra i 12 e i 30 anni, appartengono alle scuole aderenti alla Federazione nazionale delle associazioni scuole di danza: Centro Danza Studio Dia; Centro La Fenice; Khorovodarte; LaCapriola; LeMuse di Pavullo, Movimento Unico; Scuola di Danza del Teatro; Tersicore per la Danza.

Modena: al Teatro Comunale Pavarotti Freni danza, immagini e suoni con "RI(E)VOLUZIONI".

Lo spettacolo è stato ideato dal maestro Arturo Cannistrà, che ne ha curato anche la regia, e da Caterina Liotti del Centro documentazione donna di Modena, con il supporto scientifico di Metella Montanari dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea, Natascia Corsini del Centro documentazione donna e Carlo Altini della Fondazione Collegio San Carlo.

La rappresentazione, frutto di un lavoro collettivo durato quasi nove mesi, utilizza le metodologie della Public history, che si pone come obiettivo finale quello di portare la storia al grande pubblico attraverso l’utilizzo di linguaggi innovativi e percorsi partecipativi, in questo caso con le scuole di danza di Modena.

Già rappresentato lo scorso 22 maggio, a conclusione della prima edizione del progetto di ricerca “Rivoluzioni. Persone, luoghi ed eventi del ‘900 tra crisi e trasformazioni”, lo spettacolo torna in scena per le scuole del territorio come occasione di riflessione sulla cultura materiale quale angolo visuale privilegiato per esaminare le fasi di transizione rivoluzionaria, spesso repentine e capaci di produrre effetti dirompenti sulla sfera individuale e collettiva.

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