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MILANO. DA VENT’ANNI IN PIAZZA DUOMO SI CANTA DE ANDRÉ

L’11 Gennaio del 1999 ci lasciava Fabrizio De André.

Suonano così, quasi profetiche, le parole di una sua canzone “Ninetta mia crepare di maggio/ Ci vuole tanto, troppo coraggio/ Ninetta bella dritto all’inferno/ Avrei preferito andarci d’inverno”.
E cosí da quasi venti anni ci ha lasciato quello che è considerato da molti come il più grande fra i cantautori italiani.
Nonostante il freddo, ogni anno per l’anniversario della scomparsa di Faber, si ritrovano in piazza Duomo cittadini di ogni età e di varia provenienza, per prendere parte all’evento affettuosamente conosciuto come : “Cantata anarchica per De André”.
La serata non è organizzata da enti o associazioni di varia natura, ma è piuttosto uno spontaneo e sentito ritrovo per gli amanti dell’artista genovese. Una notte dedicata interamente a lui, alle sue parole e alla sua musica, che rivive grazie alle voci e agli strumenti della piazza.

Ci siamo incontrati con Andrea G. Boldini che quella triste notte dell’11 Gennaio 1999 si recó in piazza Duomo con la sua chitarra, dopo un invito lanciato da Radio Popolare che spinse gli estimatori di Fabrizio, a ritrovarsi in piazza per rendergli omaggio attraverso le sue stesse parole.
Andrea ci parla di come le cantate per De André, si siano evolute nel corso degli anni, accogliendo sempre piú persone e soprattutto sempre piú giovani, importanti per tener vivo lo spirito ed il ricordo di Fabrizio. Generazioni diverse accomunate dal medesimo desiderio di prolungare e coltivare la tradizione musicale di questo grande cantautore.
Insieme ad Andrea ci siamo chiesti perché questo rito cosí speciale, viene fatto unicamente per Fabrizio e non per altri artisti italiani altrettanto importanti come Lucio Dalla, Pino Daniele, Luigi Tenco…? A questa domanda, alla quale non troviamo una vera e propria risposta, Andrea ipotizza che da una parte, possa essere dovuto alla semplicitá musicale dei pezzi storici di De André, che non ritroviamo negli autori citati ( almeno a livello di composizione strumentale); Dall’altra, puó essere dovuto al fatto che, la profonditá dei testi di Fabrizio, seppur legati a contesti precisi, troveranno sempre e comunque una loro raison d’etre anche nell’attualitá dei giorni nostri e la numerosa partecipazione dei giovani ne è una conferma.
Chi ama Fabrizio De André tiene quest’amore dentro di sé tutti i giorni. Ogni anno è sempre piú emozionante aspettare l’11 gennaio per riunirsi a cantare le sue poesie e per sentirlo sempre piú vivo e accanto a noi, in un’atmosfera di nostalgia ma anche di magia.

Il 23 e 24 gennaio 2018 in anteprima nazionale è stato proiettato nelle sale cinematografiche il film: “ Fabrizio De André – Principe Libero”, diretto da Luca Facchini, basato sulla biografia di Fabrizio De André.
La fiction arriverá sui nostri schermi il 13 e 14 febbraio 2018 su Rai1.
La storia racconta la vita di Fabrizio: dall’infanzia ai primi successi, passando alle drammatiche giornate del rapimento che hanno segnato per sempre la sua personalità e la sua musica. Verrá mostrato anche un lato più intimo, che ripercorre i suoi affetti, i suoi amici come Paolo Villaggio, Luigi Tenco e Gino Paoli, la sua famiglia e i suoi amori. Ad interpretare Fabrizio sará l’attore Luca Marinelli, fin da subito spaventato per la difficoltá e l’importanza del ruolo ma che è comunque riuscito a calarsi bene nella parte.

Perché “Principe”e perché “Libero”? Questo titolo ricorda bene la figura di Fabrizio: da una parte il carattere e il naturale distacco di un principe e dall’altra la ricerca di una libertà e di un viaggio attraverso esperienze, sguardi, parole.
La serie quindi si configura come l’avventura della sua vita, accompagnata dalle sue inquietudini profonde che hanno generato canzoni immortali.

Articolo di Chiara Carlucci e Daniel Bidussa.

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