La Spezia, “Giorno della Memoria” e svelamento Pietro d’inciampo
Sono state presentate due importanti iniziative organizzate in occasione del "Giorno della memoria" e dello svelamento delle "Pietre d'Inciampo" posizionate in città.
La Spezia, “Giorno della Memoria” e svelamento Pietro d’inciampo
Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Civico, sono state presentate due importanti iniziative organizzate in occasione del “Giorno della memoria” e dello svelamento delle “Pietre d’Inciampo” posizionate in città. Hanno illustrato le iniziative il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e l’assessore alla toponomastica Maria Grazia Frijia, il Prefetto della Spezia Maria Luisa Inversivi e il Questore Lilia Fredella, il Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Piscopo e Doriana Ferrato, Presidente ANED La Spezia.
“Le celebrazioni in occasioni della giornata della memoria sono un momento molto importante per tutti noi – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – dovere delle Istituzioni è conservare la memoria storica della Shoah perché quanto accaduto non si ripeta più, così com’è nostro dovere ricordare le persone che sono state vittima del Nazionalsocialismo e per questo, in collaborazione con ANED, con la posa delle pietre d’inciampo vogliamo lasciare nella nostra Città un segno tangibile per non dimenticare mai le sofferenze di quella tragica pagina della nostra storia. È solo tramite lo studio della storia del nostro passato che possiamo leggere e capire il nostro presente ed è grazie alla conoscenza delle biografie di chi fu catturato e ucciso per aver provato a lasciarci un mondo migliore che le giovani generazioni potranno costruire un futuro di speranza.”
Venerdì 26 gennaio la giornata per la celebrazione del “Giorno della Memoria” , giorno istituito con risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria e dedicato a commemorare le vittime dell’Olocausto, inizierà alle ore 9 presso il complesso del “2 Giugno”, Viale A. Ferrari dove verranno deposte tre Corone al Monumento ai Caduti nei campi di sterminio nazisti (Prefettura, Comune e Provincia) e una Corona presso la Lapide Commemorativa a ricordo del periodo della violenza e della tortura, affissa al muro dell’ex caserma.
A seguire alle ore 10 in Passeggiata Morin sarà deposta una Corona presso il Monumento ai Deportati Politici.
Successivamente in Via XX Settembre, presso il Palazzo della Prefettura, verrà deposta una Corona presso la Lapide in memoria dei Funzionari e Guardie di P.S. deportati nei campi di sterminio.
Alle ore 11 in Sala Dante (via U. Bassi) avrà luogo una seduta di Consiglio comunale straordinaria durante la quale saranno consegnate le medaglie d’onore a familiari di ex -deportati da parte del Prefetto della Spezia S.E. Maria Luisa Inversini. Successivamente si procederà alla proclamazione dei vincitori della borsa di studio “Cetrelli-Revere” da parte della Presidente ANED Prof.ssa Doriana Ferrato.
Lunedì 29 gennaio alle ore 10 avrà luogo la cerimonia di svelamento delle 9 “Pietre d’Inciampo” posate in città a ricordo delle vittime deportate nei campi di sterminio.
Nel mese di luglio del 2023, con atto sancito da una delibera di Giunta, l’Amministrazione Peracchini ha aderito al progetto “Pietre d’Inciampo”, proposto dall’associazione ANED della Spezia che consiste nell’incorporare nel selciato stradale, davanti alle ultime abitazioni delle vittime di deportazioni o in altro luogo significativo, blocchi in pietra ricoperti da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con informazioni essenziali sulla vittima in questione. Le Pietre d’inciampo sono quindi destinate a tutte le vittime del Nazionalsocialismo, a chiunque sia stato perseguitato o assassinato dai nazisti tra il 1933-1945.
Il Comune della Spezia ha quindi aderito, mettendo a disposizione adeguato supporto tecnico e logistico, alla proposta avanzata dall’ Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti della Spezia -ANED – di realizzare e diffondere nel territorio spezzino le Pietre d’Inciampo, costruendo una memoria comune delle persecuzioni naziste, attraverso la richiesta diretta dei familiari del deportato cui dedicare le Pietre.
L’inizio della cerimonia è prevista per le ore 10 in Piazza Garibaldi, 2 e a seguire si proseguirà in via Roma, 106, via De Nobili, 79, via del Mille angolo Corso Cavour. Ci si sposterà poi nel quartiere di Migliarina alle 11,30 in Corso Nazionale angolo via Parma, sempre in Corso Nazionale, 348 e per finire in Via Buonviaggio angolo via Sarzana nei pressi di Largo Marcantone. Il percorso segue il posizionamento delle pietre d’inciampo dedicate alla memoria di:
FERNANDO BECONCINI, AGOSTINO VIRDIS, GIOTTO PESCHIERA, VITRUVIO RICCIARDI, ELVIRA FINZI, DARIO DERCHI, RIGHETTI UMBERTO ALFONSO, ALFREDO PAGANINI e AMELIA GIARDINI PAGANINI.
Anche la Questura della Spezia ha aderito al progetto con la posa di 4 Pietre d’Inciampo davanti all’ingresso dell’edificio in via XX Settembre n. 6, ex Questura, a ricordo dei Poliziotti deportati nei campi di sterminio nazisti. Le pietre saranno intitolate alla memoria di LUDOVICO VIGILANTE, NICOLA AMODIO, ANNIBALE TONELLI, DOMENICO TOSETTI
Le pietre d’inciampo sono nate da un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare nel tessuto urbano delle città europee la memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Sono dei piccoli blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone di 10*10*9 cm, cui viene applicata sul lato superiore una targa di ottone su cui sono incisi nome, anno di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte del deportato cui la pietra è dedicata
Le pietre d’inciampo sono dei piccoli monumenti che vogliono restituire dignità di essere umano a chi fu ucciso, far riflettere sull’orrore di ciò che avvenne e vigilare perché ciò che è accaduto non si ripeta mai più. A oggi, in numerosi Paesi europei sono state posizionate oltre 56.000 Pietre d’Inciampo, facendone il massimo monumento diffuso sul territorio europeo.
AGENTE DI PUBBLICA SICUREZZA
Domenico Tosetti, nasce alla Spezia il 2 maggio 1924 e nel 1942 a soli diciotto anni, inizia a lavorare in Questura. Ben presto inizia ad aiutare i funzionari Vigilante ed Amodio nel fornire aiuto ai perseguitati e agli ebrei.
Il 18 ottobre 1944 gli viene teso un agguato e, cogliendolo nel momento in cui si trova disarmato, visto che era un ragazzone molto robusto, viene arrestato e portato nella caserma in via XX settembre, sede della Guardia Nazionale Repubblicana. Lì vi trova il suo accusatore. Dopo essere stato legato mani e piedi, Tosetti viene ripetutamente percosso e rinchiuso in cella per ventisei giorni.
Insieme ai due funzionari e alla guardia Annibale Tonelli viene condotto prima al carcere di Marassi a Genova, e poi nel campo di concentramento a Bolzano e quindi a Mauthausen.
Lì fu sottoposto ai lavori forzati, trasportando dei massi di pietra sulla “tristemente famosa scala della morte”, dove persero la vita, numerosi deportati.
Dotato di una forza straordinaria riuscì anche ad aiutare, quando non osservato, più di qualche deportato in difficoltà,
Riuscirà a sopravvivere e rientrare a casa il 4 febbraio 1945.
ANNIBALE TONELLI AGENTE DI PUBBLICA SICUREZZA
Annibale Tonelli, di Domenico, nasce alla Spezia il 18 febbraio 1913.
A soli sedici anni si arruola nel Corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza, e nel 1940 presenta domanda per transitare nel Corpo di Spedizione (Polizia) in Albania.
Nel 1940 viene trasferito al comando di Tirana in Albania, dove si distingue per alcune operazioni sul fronte greco-albanese
Terminata l’esperienza albanese, rientra in Italia e il 6 ottobre 1943 si presenta alla sua sede di provenienza della Questura Spezia.
È assegnato all’Ufficio di P.S. di Migliarina dove comincia la sua collaborazione con il commissario Vigilante, nel fornire aiuto ai perseguitati dal regime fascista e ai cittadini di religione ebraica. Scoperta la sua attività, viene tratto in arresto dai militi fascisti della GNR (Guardia Nazionale Repubblicana) all’uscita da casa mentre si recava in ufficio.
L’agente di P.S. Annibale Tonelli, rientra nel grande e tragico rastrellamento del quartiere di Migliarina, effettuato dai fascisti e dalle “SS” il 22 e 23 novembre del 1944.
Come tutti gli altri arrestati è condotto presso le celle della caserma del XXI Fanteria e poi trasportato a Genova, rinchiuso nelle stive delle motozattere che partono di notte per Genova.
Dopo alcuni giorni nelle carceri di Marassi, Tonelli è trasportato al campo di concentramento di Bolzano terminando il suo percorso nel campo di sterminio di Mauthausen dove muore il 31 marzo 1945.
Deportato BECONCINI Fernando
Nato a Fucecchio (FI) il 31 marzo 1902, sposato con Linari Amalia, ebbe 2 figli Giancarlo e Angiolo, di professione commerciante.
Arrestato nel rastrellamento di Migliarina il 21 novembre 1944 con l’accusa di fornire vettovaglie ai partigiani.
Imprigionato nel carcere di Marassi a Genova, poi trasferito nel campo di concentramento di Bolzano e quindi deportato il 14 Dicembre 1944 (trasporto 111) al campo di Mauthausen con la matricola 113987 e con triangolo rosso degli oppositori politici.
Fu poi trasferito nel sotto campo di Melk dove fu assassinato il 2 Marzo 1945.
Scheda redatta dal figlio Beconcini Angiolo
LODOVICO VIGILANTE COMMISSARIO DI PUBBLICA SICUREZZA
Il commissario Lodovico Vigilante nasce a Verona il 13 giugno 1882.
Il 21 aprile 1909, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, entra a far parte del Corpo delle Guardie di Città e, essendo risultato tra i primi nella graduatoria del concorso, viene nominato delegato di Pubblica sicurezza.
Dopo diverse sedi e incarichi in tutta Italia tra i quali ricordiamo la squadra mobile di Livorno e di Napoli, e la dirigenza di importanti Commissariati, nei quali si distingue per la sua capacità investigativa, nel 1929 riceve l’ordine di recarsi in missione nell’isola di Lipari, per assumere la direzione della Colonia dei Confinati di Polizia per motivi politici.
Il 27 ottobre 1930 riceve l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia.
Al termine è assegnato alla Questura di Avellino e da qui a quella di Potenza. Dal questore è inviato a Muro Lucano dove vi sono in corso le agitazioni dei braccianti agricoli.
Nel gennaio 1932 viene poi assegnato alla Questura di Sassari dove trascorre un periodo doloroso a causa della scomparsa della moglie dopo una lunga malattia. Dopo questo evento chiede di poter rientrare “in continente” e viene quindi trasferito a La Spezia.
Il Questore gli assegna la direzione dell’Ufficio di PS di Migliarina – Scalo Marittimo, posto di Polizia molto importante e di notevole prestigio anche perché ha competenza su tutta l’area portuale. In questo incarico, acquista ben presto la stima e la simpatia della gente del rione e instaura un rapporto di solidale collaborazione con il clero. La sua attività di collaborazione con il CLN è confermata da varie testimonianze .
Il Commissario Vigilante in quel periodo svolge un’attività molto importante nel fornire lasciapassare e documenti legali con false identità per cercare di aiutare cittadini politicamente e socialmente in difficoltà e farli espatriare verso la Svizzera. Alcune riunioni riguardanti le persone da aiutare avvenivano nei locali della sacrestia della chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere di Migliarina di cui era parroco don Giovanni Bertoni.
Il 23 novembre del 1944 il commissario Lodovico Vigilante, che era già da alcuni mesi in malattia a causa di un ictus che lo rendeva parzialmente paralizzato, viene arrestato.
Il suo precario stato di salute non impedisce alle SS di arrestarlo, picchiarlo e deportarlo a Mauthausen dove viene assegnato al sotto campo Gusen che era quello riservato agli invalidi.
Lodovico Vigilante, dopo indicibili sofferenze, muore il 28 febbraio 1945.
NICOLA AMODIO COMMISSARIO DI PUBBLICA SICUREZZA
Nicola Amodio, nasce a Pizzo Calabro, in provincia di Reggio Calabria, il 26 novembre 1898. Appassionato negli studi, consegue la maturità liceale, ma il suo desiderio di iniziare l’università subisce una brusca frenata, perché è chiamato alle armi per il servizio militare.
Terminato il conflitto, rientra nel reparto di appartenenza, a Roma, dove viene congedato nel 1920 e il 1 novembre 1923 a Parigi viene premiato con la “Medaglia Commemorativa della Grande Guerra” per essersi distinto sul fronte per coraggio e risolutezza.
La preparazione, la cultura, la serietà, la precisione, le capacità di comando e di gestione del personale del maresciallo Amodio, fanno sì che partecipasse al concorso per Allievi Ufficiali di P.S., risultando 6° in graduatoria, così da essere nominato comandante di 3° classe nel Corpo degli Agenti di P.S.
Ben presto Nicola Amodio viene destinato alla questura della Spezia dal Ministero dell’Interno, in considerazione dell’agitata situazione nella provincia ligure, conseguente ai ben radicati sentimenti antifascisti qui presenti.
Occorre infatti inviare un dipendente di sicuro affidamento e la scelta cade proprio sul giovane ex sottotenente dell’Esercito. Amodio si iscriverà al Partito Nazionale Fascista (PNF), una sorta di obbligatorio “pedaggio” per il proseguimento della sua carriera che, tuttavia, non inficia in alcun modo le sue straordinarie qualità umane e morali.
Il Funzionario, in maniera discreta inizia infatti, ad occuparsi dell’attività di preparazione di documenti utili per l’espatrio di alcuni patrioti.
Ed infatti, di lì a poco, il segretario del partito fascista incalza sempre più vigorosamente il capo della provincia, sulla scarsa affidabilità dell’Amodio.
Amodio viene, infatti arrestato, il 23 novembre 1944, e a raccontarlo è il figlio, che all’epoca dei fatti aveva sedici anni.
Il ragazzo racconta che durante la detenzione, Amodio era stato sottoposto a tortura, allo scopo di estorcergli nomi di colleghi che facevano parte del CLN. Nicola Amodio muore il 4 febbraio 1945 .
Deportato: DERCHI Dario
Nato alla Spezia il 18 Agosto 1893, residente in Via Roma 106, esercitava l’attività di commerciante nel centro cittadino.
Coniugato con Clotilde (Tilde), padre di Alfredo.
Il 25 novembre 1944 viene arrestato alla Spezia con l’accusa di fornire generi alimentari alle forze partigiane. Viene imprigionato nella caserma XXI Reggimento Fanteria alla Spezia, divenuta dopo l’8 settembre 1943 carcere fascista e luogo di tortura della Repubblica Sociale italiana.
Trasferito prima al carcere di Marassi a Genova, successivamente al campo di concentramento di Bolzano fino al 01 febbraio 1945.
Deportato da Bolzano il 1° Febbraio 1945 al campo di Mauthausen dove giunge il 4 febbraio 1945 (trasporto n. 119) dove gli fu assegnata la matricola 126164 con il triangolo rosso degli oppositori politici.
Dal campo principale di Mauthausen fu trasferito al sotto campo di Gusen dove fu assassinato il 7 marzo 1945.
Scheda compilata da Federico Derchi, nipote del deportato
Deportata: FINZI Elvira
Nata a Correggio, di famiglia ebrea, sposata con rito civile nel 1911 con un vedovo, Bertani Guglielmo; si trasferisce poi alla Spezia perché il marito è assunto nella costituita Società Cerpelli (poi Termomeccanica Italiana); lui morirà nel 1942.
Durante la guerra aveva in gestione, in Piazza Cavour, una edicola di giornali poiché era una delle poche attività che potevano svolgere cittadini di religione ebraica.
Il 2 febbraio 1944 viene arrestata da due italiani, presumibilmente Brigate Nere, scesi da una Balilla davanti all’edicola, come da testimonianza verbale di mia madre Vittoria, deceduta nel 2008 e da mia sorella Elvira, ultraottantenne e ora inferma.
Inviata al campo di Fossoli, il 22 febbraio è deportata ad Auschwitz con il trasporto n. 8 (lo stesso di Primo Levi) dove è assassinata il 26 febbraio, giorno dell’arrivo nel campo, come da dati sotto riportati della scheda del Centro Documentazione Ebraico (CDEC).
Scheda compilata dal nipote Bertani Guglielmo
scheda del CDEC di Milano
Finzi, Elvira. Informazioni biografiche
- Data di nascita: 16/08/1873
- Luogo di nascita: Correggio
- Data di morte: 26/02/1944
Persecuzione. Elvira Finzi, figlia di Leone Finzi e Vittoria Sacerdoti è nata in Italia a Correggio il 16 agosto 1873.
Arrestata a La Spezia (La Spezia). Deportata nel campo di sterminio di Auschwitz. Non è sopravvissuta alla Shoah.
- Luogo di arresto: La Spezia
- Data di arresto: 02/02/1944
- Luogo di detenzione: FOSSOLI campo
- Luogo di raccolta: FOSSOLI campo
- Destino: Morta in campo di sterminio
- Numero di convoglio: convoglio n. 08, FOSSOLI campo 22/02/1944
- Data di partenza del convoglio: 22/02/1944
- Data di arrivo del convoglio: 26/02/1944
- Campo di destinazione: Auschwitz
- Numero di matricola: S
Deportato PAGANINI Alfredo
Nasce a La Spezia il 14 agosto 1918, figlio di Amelia Giardini e fratello di Bianca e Bice.
Laureando in medicina presso l’Università di Genova, antifascista, aderisce dopo l’8 settembre al movimento Giustizia e Libertà e opera assieme al fratello maggiore Alberto nella IV zona operativa al comando del colonnello Fontana.
Sceso in città per procurare medicinali alla postazione partigiana, è accerchiato dai fascisti in Piazza Garibaldi, forse a causa di una spiata, e arrestato il 2 luglio 1944.
Detenuto nel carcere Villa Andreino (matricola 418) a La Spezia e poi a Genova nella Casa dello studente, dove viene torturato, è trasportato a Fossoli, quindi a Bolzano, a Dachau, a Flossemburg e infine nel sotto campo di Hersbruck dove viene ammazzato di botte il 6 dicembre del ’44 con il numero di matricola 21597.
Scheda compilata dalla nipote Anna Maria Mori
Deportata PAGANINI GIARDINI Amelia
Nasce a La Spezia il 30 maggio 1882 in una famiglia della media borghesia.
Coniugata Paganini, madre di cinque figli, è presidente delle donne cattoliche e della Protezione della Giovane nella sua città e non aderì mai al partito fascista.
Rimasta vedova nel 1938, allo scoppio della guerra, trasferisce la famiglia a San Benedetto per difendersi dai bombardamenti e dopo l’8 settembre offre nella sua casa ospitalità e aiuto ai partigiani.
La notte tra il 2 e il 3 luglio del ’44 è arrestata assieme alle figlie Bianca e Bice come conseguenza della cattura del figlio Alfredo, partigiano come l’altro figlio maggiore Alberto.
Incarcerata a Villa Andreino (matricola 419), quindi trasferita al Campo di Bolzano, viene di questo deportata, assieme alle figlie, nel Campo femminile di Ravensbruck dove le viene assegnato il numero di matricola 77394.
In questa campo morirà il 1°gennaio 1945 (data approssimativa)
Scheda compilata dalla nipote Anna Maria Mori
Deportato PESCHIERA Giotto
Nato a Fornovo Taro (PR) il 14 Agosto 1924, non coniugato. Abitava in Corso Nazionale n°61 (ora Via Paolucci de’ Calboli, n.6) a La Spezia.
Capo Stazione alla stazione di Migliarina fu arrestato il 15 Ottobre 1944 dalle Brigate Nere (Guerra e Capitani) e accusato falsamente di collaborazione con le formazioni partigiane
Dopo l’arresto fu incarcerato nella caserma XXI fanteria alla Spezia, divenuta, dopo l’8 settembre 1943 carcere fascista e luogo di tortura della Repubblica Sociale italiana.
Trasferito prima al carcere di Marassi a Genova l’8 Dicembre 1944, successivamente al campo di concentramento di Bolzano il 14 Gennaio 1945 fino al 01 febbraio 1945, quando fu deportato a Mauthausen, identificato con matricola n.114062, poi trasferito a Melk dove fu assassinato l’8 Marzo 1945.
Scheda compilata dal nipote Mancini Maurizio
Deportato RICCIARDI Vitruvio
Ricciardi Vitruvio nasce a Vezzano Ligure (SP) il 07/02/1927. Si trasferisce con la famiglia a La Spezia, in via Lunigiana 525.
Lavora come operaio all’OTO MELARA a La Spezia.
Viene catturato durante il rastrellamento a Migliarina il 24 Novembre 1944, e portato alla caserma XXI Fanteria a La Spezia divenuta, dopo l’8 settembre 1943, carcere fascista e luogo di tortura della Repubblica Sociale italiana.
Viene interrogato e torturato e poi trasportato al carcere di Marassi a Genova . Qui, dopo aver subito altre torture, viene caricato sul trasporto n.119 del 1° Febbraio 1945 diretto a Bolzano.
Purtroppo del passaggio e permanenza a Bolzano non rimangono tracce in quanto gran parte dei registri furono bruciati dagli stessi tedeschi per cancellare prove.
Deportato al campo di concentramento di Mauthausen vi arriva il giorno 04 Febbraio 1945 identificato con matricola n. 126389, quindi trasferito, come molti giovani, nel sotto campo Gusen 2, costretto ai lavori nella cava di granito Bergkristal dove muore il 18 Aprile 1945.
Scheda compilata dalla nipote Arzà Ilaria
Deportato: RIGHETTI Umberto Alfredo
Nato a Bracelli (SP) il 26 marzo 1892, coniugato con Zita Calzetta, ebbe 2 figli Giorgio e Arnaldo. Abitava in Piazza Garibaldi 2 alla Spezia. Emigrato giovane in Scozia, rientra in Italia per la leva militare in Marina nel 1914.
Si sposerà con Zita e aprirà una latteria in Piazza Garibaldi, che diventerà un rifugio e una “mensa” per gli sfollati durante la guerra.
I fascisti, in cerca del figlio Giorgio partigiano, andarono in casa di Alfredo e Zita, cominciarono a interrogarli e vennero arrestati l’8 Agosto 1944 dalle Brigate Nere, le quali svaligiarono il negozio e la casa.
Condotto con la moglie a Villa Andreino (matricola 648) dove rimasero sino al 25 Settembre, poi furono portati a Marassi e infine a Bolzano (matricola 4823) come prigionieri politici, dove la moglie Zita rimase fino alla liberazione.
Deportato il 20 Novembre 1944 (trasporto n.104) a Mauthausen, registrato con matricola 110388, fu poi trasferito a Gusen dove fu assassinato il 6 Gennaio 1945.
Scheda compilata dalla nipote Righetti Giuliana
Deportato VIRDIS Agostino
Nato a Sorso (Sassari) il 18/2/1896. Mutilato della prima guerra mondiale, coniugato con Benedetta Gaeta, ebbe tre figli: Antonio, Iole e Silvio. Abitava in Corso Nazionale n°61 (ora Via Paolucci de’ Calboli, n.6) alla Spezia.
Era impiegato archivista alle Imposte Dirette, consigliere dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, socio fondatore della Pubblica Assistenza Croce Bianca di Riomaggiore 1921. Non ha mai appoggiato alcuna formazione politica.
Arrestato il 22 Marzo 1944, fu incarcerato nella caserma XXI fanteria alla Spezia, divenuta, dopo l’8 settembre 1943 carcere fascista e luogo di tortura della Repubblica Sociale italiana.
Trasferito prima al carcere di Marassi a Genova, successivamente, il 13 Gennaio 1945 al campo di concentramento di Bolzano (matricola n. 8226) fino al 1° febbraio 1945 quando fu deportato con il trasporto n.119 a Mauthausen, identificato con matricola 126492 e poi trasferito nel sotto campo di Gusen dove morì il 17 Marzo 1945.
Scheda compilata dalla nipote Virdis Elisabetta
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