I segreti dell'arte moderna e contemporanea al M.A.C. di Milano
Il primo appuntamento nell’ambito della mostra personale del celeberrimo Max Papeschi, The best is yet to come, presso M.A.C. in Piazza Tito Lucrezio Caro 1, Milano, organizzata e promsosa dalla Fondazione Maimeri, curatela di Gerald Casale e di Silvia Basta, è ormai giunto: Venerdì 18 Novembre alle ore 18,30 tra le opere dell’autore, dissacranti e provocatorie, sintesi tra un immaginario accomodante e una rivistazione dello stesso all’insegna del grottesco, spesso cinico e inquietante, sarà presentato il libro della giornalista, critica d’arte e curatrice di mostre ed esposizioni di arte contemporanea, Alessandra Redaelli, I segreti dell’arte moderna e contemporanea, Newton Compton Editore. Max Papeschi è l’ideatore di Art World, progetto che ha riscosso ritorno di pubblico eccezionale e a livello internazionale, attraverso mostre in diverse gallerie internazionali: ed è proprio da questo dato di fatto che il libro di Alessandra Redaelli vuole partire, cercando di comprendere e analizzare il perchè un’opera d’arte possa diventare un capolavoro, rendendo, conseguentemente, celebre l’autore che ha composto la stessa. Si parte dall’Ottocento, periodo in cui si profilano quelle opere che ancora oggi possono essere considerate come punti di riferimento imprescindibili nella storia dell’arte Moderna: ci si chiederà, quindi, dove possa essere l’elemento che definisce capolavoro l’opera che riprende una distesa naturale e dinamica di girasoli, siamo nell’impressionismo di Van Gogh, oppure quale elemento sia destinato a rendere celebre il quadro di un Munch, il soggetto urlante che fugge da una tragedia, oppure, ancora, distaccandoci dai meandri interpretativi psicologici, che cosa abbia reso unica e importante la nudità di Olympia, così come anche la serie di tele bianche di un autore, scomparso prematuramente, quale Piero Manzoni, ideatore della scelta di inscatolare le proprie feci e di venderle come opere d’artista.
Non possiamo, quindi, inoltrarci nell’indagine sulla portata ancora rilevante nella letteratura della storia dell’arte moderna delle produzioni di Fontana, di Burri, di Schifano, di Pomodoro, di Boccioni: la time line segnata nel libro ci condurrà in una disanima, dinamica, piacevole e scorrevole nella sua interpretazione e lettura, sulle strade del successo artistico di un Andy Warhol, di un De Chirico, di un Jeff Koons e di un Morandi, con i suoi stilizzati e semplici coni di bottiglia.
La lettura del libro ci darà degli elementi valutativi che ci garantiranno la possibilità di discernere gli aspetti peculiari di un capolavoro, strumento interpretativo di un periodo, di una società, di attese e di aspettative di una comunità contemporanea, di una realtà civica presente e di costumi culturali vivi. A discutere insieme all’autrice, Alessandra Redaelli, e all’artista, Max Papeschi, ci sarà in qualità di animatore, Angelo Crespi che arbitrerà la serata.
Articolo di Alessandro Rizzo
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