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Cremona, 77° anniversario dell’Armistizio e della Resistenza

Cremona, 8 settembre 2020 – Commemorato questa mattina il 77° anniversario dell’8 settembre 1943, data dell’Armistizio e inizio della Resistenza. Dapprima, al Civico Cimitero, si è tenuto un momento di riflessione presso il Monumento ai Caduti dove sono intervenuti il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Carletti e il professore Vincenzo Matuori, mentre don Achille Bolli ha impartito la benedizione. Dopo questo momento, nel Cortile Federico II di Palazzo Comunale, si è tenuta la cerimonia promossa dal Comune di Cremona, dall’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Comitato Provinciale), dall’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (Sezione di Cremona) e dall’Associazione Nazionale Divisione Acqui (Sezione di Cremona), alla quale hanno partecipato le massime autorità civili e militari.

La cerimonia si è aperta con le note dell’inno nazionale, terminato il quale è stata deposta una corona d’alloro alla lapide che, sotto i portici di Palazzo Comunale, ricorda i Caduti della Resistenza e i Martiri di Cefalonia. E’ seguita l’esecuzione del “Silenzio”. Per l’occasione, di fianco alla lapide, è stata posizionata l’opera, realizzata dal pittore Graziano Bertoldi, che raffigura Mario Coppetti, scomparso nell’aprile 2018, uno dei principali testimoni di questi tragici momenti del 1943, uomo di profondo impegno civile che, sino all’ultimo, ha sempre partecipato a questa commemorazione.

In rappresentanza delle Associazioni partigiane è intervenuto il professore Angelo Rescaglio, che, ricordando come in questo momento si parli molto di scuola per i problemi legati alla pandemia, ha rimarcato l’importanza fondamentale che riveste la formazione dei giovani, protagonisti del futuro, da parte dei loro docenti.

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La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Sindaco Gianluca Galimberti che ha esordito dicendo come questa commemorazione sia anche un momento di speranza. Al di là della ricostruzione storica, il Sindaco ha detto che l’8 settembre ci restituisce la responsabilità di un profondo esame di coscienza. A tale proposito ha citato brani tratti da testi di Hannah Arendt, filosofa e storica tedesca, che dopo aver lasciato la Germania nazista nel 1933, a causa delle persecuzioni dovute alle sue origini ebraiche, rimase apolide dal 1937 al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense.

Il Sindaco, citando un passo dell’opera Le origini del totalitarismo, ha sottolineato come tutto passa da una coscienza preparata, vigile, attiva, capace di non subire menzogne, come quelle di un regime totalitario, a cogliere la portata della verità. Dopo avere letto il passaggio di un’altra opera molto nota di Hannah Arendt, La banalità del male, il Sindaco Galimberti ha ribadito come ancora una volta siano fondamentali la coscienza e l’opposizione interiore. Infine, prendendo spunto da un’altra riflessione della Arendt, il Sindaco ha sottolineato come le parole siano essenziali, così come il pensare.

Tutto questo per ricordare che nel 1943 furono 650mila gli italiani che esercitarono la loro coscienza e per tale motivo vennero internati nei campi di sterminio. Di questo si parla nelle nostre scuole, grazie alle iniziative che nei vari anni sono state intraprese, perché la verità genera, educa e forma. Un esame di coscienza, ha infine concluso il Sindaco, è necessario anche oggi, perché così si genera comunità e più futuro: anche questo insegna l’8 settembre.

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