Brescia: settima edizione del Festival della Pace, il focus di quest’anno è l’Africa
In questa edizione il protagonista della mostra sarà l’artista, curatore e attivista sudanese Khalid Albaih, l’esposizione avrà come titolo “Khalid Albahi. La stagione della migrazione a Nord”.
Brescia: settima edizione del Festival della Pace, il focus di quest’anno è l’Africa
È difficile immaginare, nella storia recente, un periodo in cui i richiami alla pace siano più incalzanti e necessari di questo. Ogni giorno i giornali sono pieni di aggiornamenti sulle guerre in corso dal Medioriente al fronte russo-ucraino, ben sapendo che non sono gli unici conflitti attivi in questo momento nel mondo. In questo tragico scenario, l’educazione alla pace è un compito essenziale.
Il Festival della Pace della città di Brescia è stato ideato, pensato e organizzato per la prima volta dal Comune e dalle tantissime realtà interessate al tema ormai sette anni fa. Il gruppo promotore opera in maniera continuativa all’interno del Cantiere Internazionale per il Bene e la Pace dell’Umanità, costituitosi nel 2017 in occasione della prima edizione del festival. Ne fanno parte, insieme al Comune e alla Provincia di Brescia, le Università – Statale e Cattolica -, l’Ufficio Scolastico Territoriale, la Diocesi di Brescia, la Consulta per la cooperazione e la pace, insieme a fondazioni, associazioni ed enti del territorio. Oggi più che mai il senso di quel richiamo alla pace extra-ordinario, a un valore che fosse riconosciuto e coltivato anche in momenti di relativa calma, è divenuto quantomai urgente.
Oggi come allora, il Festival della Pace vuole essere un’occasione di approfondimento, di dialogo e di confronto su un obiettivo difficile e complesso ma che, nelle sue molteplici declinazioni politiche e geopolitiche, culturali e sociali, richiama all’impegno di tutte e tutti, così come all’attenzione delle istituzioni, anche locali.
Il focus intorno al quale ruoterà l’intenso programma di questa settima edizione è l’Africa, continente multiforme e poliedrico, denso di complessità e caratteristiche come tutti i continenti, che lo sguardo occidentale invece tende ad appiattire e a considerare come una sola grande realtà. Il festival 2024 sarà l’occasione per parlare di Africa con alcuni dei suoi protagonisti, per offrire conoscenza e cogliere quali vie siano disponibili per uno sviluppo che però non sia avulso e depredante rispetto al contesto di partenza.
Il palinsesto è stato composto con circa 70 eventi organizzati da 60 realtà diverse, e sono state attivate collaborazioni con le realtà bresciane Afrobrix Festival Afroeuropeo, Dòsti Festival delle arti e delle culture religiose e Umanità Migrante, Festival della Pace di Parma e Molte fedi sotto lo stesso cielo di Bergamo.
Come ormai da tradizione, all’interno del Festival della Pace anche quest’anno Fondazione Brescia Musei ha ideato una mostra-evento all’interno del Museo di Santa Giulia dedicata a un artista che affronta il legame tra arte contemporanea e diritti umani. Negli anni scorsi quello stesso spazio ha ospitato le esposizioni di Zehra Doğan, Badiucao, Victoria Lomasko e il collettivo di artiste iraniane Sonia Balassanian, Farideh Lashai, Shirin Neshat, Soudeh Davoud e Zoya Shokoohi.
In questa edizione il protagonista della mostra sarà l’artista, curatore e attivista sudanese Khalid Albaih (Bucarest, Romania, 1980), l’esposizione avrà come titolo “Khalid Albahi. La stagione della migrazione a Nord”. La mostra, a cura di Elettra Stamboulis, sarà aperta al pubblico da sabato 9 novembre 2024 a domenica 23 febbraio 2025 nel Museo di Santa Giulia a Brescia.
Con “Khalid Albaih. La stagione della migrazione a Nord”, Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia proseguono il percorso di narrazione del contemporaneo avviato nel 2019: un itinerario che invita alcune delle voci più significative della scena artistica internazionale, ancora inedite in Italia o in occidente, a portare una propria riflessione negli spazi del Museo di Santa Giulia a Brescia. Arte contemporanea e i diritti umani si incontrano per creare una sintesi in cui artisti dissidenti e attivisti possano trovare un varco nel sistema dell’arte contemporanea avendolo già varcato nell’ambito dell’attivismo, della critica sociale, della militanza artistica per un futuro tutto da immaginare e dove l’arte può avere un ruolo da protagonista.
L’inaugurazione ufficiale della mostra, si è tenuta venerdì 11 ottobre alle 18.30 nel Salone Vanvitelliano a Palazzo Loggia un “passaggio di testimone” aperto al pubblico alla presenza degli artisti Khalid Albaih e Zoya Shokoohi.
Il programma delle iniziative ideate in collaborazione con le decine di realtà che attivamente alimentano il Festival è particolarmente corposo.
Tra le diverse iniziative si sottolinea il ciclo di quattro seminari dedicati al tema “Il ruolo dell’ONU oggi e le prospettive di riforma possibili” attivo già dall’11 ottobre, a cura di Università degli Studi di Brescia – Dipartimento di Giurisprudenza, University for Peace, Coordinamento provinciale degli Enti Locali per la Pace e la cooperazione internazionale.
Un altro appuntamento di particolare interesse è quello in programma giovedì 24 ottobre alle 20.30 nel Complesso di San Cristo dal titolo “Israele e Palestina, volere la pace – dialogo fra due padri”. Su questo stesso tema, si segnala anche la presentazione del libro “Il conflitto senza fine” di Paolo Magri, in calendario lunedì 18 novembre alle 18 in Sala Sant’Agostino.
La presentazione di una diversa espressione musicale afro è l’obiettivo di “Notte Africana”, che avrà luogo sabato 23 novembre dalle ore 16 presso Carme e alcuni locali selezionati.
Fra i tanti incontri del Festival si ricorda anche “I dannati della terra di Frantz Fanon – Un manifesto anticoloniale ancora attuale”, in programma lunedì 11 novembre alle 15 nell’Auditorium Santa Giulia.
Imperdibile anche la chiusura del Festival che si terrà sabato 30 novembre alle 20 al Teatro Grande con il concerto dell’Orchestra del Mare, a cura di Fondazione Teatro Grande. Una serata benefica di straordinario valore in cui alcuni dei più significativi musicisti del territorio bresciano suoneranno strumenti realizzati nella liuteria del carcere di Opera, con il legno delle barche con cui i migranti hanno attraversato o hanno provato ad attraversare il Mediterraneo. Il ricavato della serata sarà destinato al progetto “Metamorfosi” che finanzia i laboratori di liuteria nelle carceri. Alla serata sarà presente anche il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino.
L’inaugurazione ufficiale era prevista invece per venerdì 8 novembre alle 17 nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia con una tavola rotonda a cui hanno partecipato Godeliève Mukasarasi – ruandese, vincitrice dello Human Rights International Award nel 2011 e dell’International Women of Courage Award nel 2018 -, e Mohamed Ba – senegalese, scrittore e drammaturgo – moderati dalla giornalista Anna Pozzi. Un’occasione anche per ricordare il genocidio consumatosi in Ruanda esattamente trent’anni fa. A seguire è stato consegnato il Premio Brescia per la Pace 2024, a cura del Coordinamento degli enti locali per la pace e la cooperazione internazionale: quest’anno è stato attribuito alla memoria di David Sassoli.
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