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Bologna: Frankenstein (a love story), il nuovo spettacolo di Motus, debutta il 13 e 14 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna

Diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, vede in scena, insieme allo stesso Casagrande, l’attrice e performer Silvia Calderoni e l’attrice greca Alexia Sarantopoulou.

Bologna: Frankenstein (a love story), il nuovo spettacolo di Motus, debutta il 13 e 14 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna.

Frankenstein (a love story), il nuovo spettacolo di Motus, debutta il 13 e 14 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna, inaugurando la Stagione 23/24. Diretto da Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, vede in scena, insieme allo stesso Casagrande, l’attrice e performer Silvia Calderoni e l’attrice greca Alexia Sarantopoulou; a firmare la drammaturgia è la studiosa Ilenia Caleo.
Una produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE).

Attiva a livello internazionale, la compagnia fondata a Rimini da Nicolò e Casagrande nel 1991 ha sempre lavorato sulle più aspre contraddizioni del presente: con il progetto sull’immaginario travolgente di Mary Shelley si avvicina ora a uno dei personaggi più inquietanti della letteratura europea, emblema della diversità e del pregiudizio umano. La figura della “progenie mostruosa” che l’autrice ha ideato per prima, fondando di fatto il romanzo fantascientifico, è stata poi anche un simbolo fecondo per molti studiosi della filosofia postumana, sul confine pericoloso tra umano e artificiale.

«Un progetto mostruoso – affermano i registi – composto dalla cucitura di diversi episodi e dal desiderio di ridare vita all’inanimato, galvanizzandolo, scomponendo e ricomponendone pezzi letterari. Uno spettacolo su Frankenstein che è esso stesso (un) Frankenstein. Non siamo entrati nella narrazione dei passaggi complessi e dolorosi del romanzo epistolare, ma ne abbiamo distillato solo frammenti/monologhi legati alle tre esistenze, compresa quella di Mary Shelley, perché tanto delle vicende biografiche (e tragiche) del suo passato hanno influito sulla nascita di quest’opera/mostro, che abbiamo ibridato anche con visioni scientifico-antropologiche e fantascientifiche, nel lavoro di riscrittura con Ilenia Caleo, con le voci di tante studiose contemporanee, da Donna Haraway e Ursula Le Guin, a Lynn Margulis.

Al centro gli interrogativi della creatura senza nome e la sua percezione del mondo degli Altri, degli umani sempre più insensibili e crudeli verso le persone “non conformi”, sino alla lenta presa di coscienza del fatto che il non possedere né denaro, né amici, né proprietà di alcun genere la relegavano alla sfera degli esclusi, dei maledetti, dei senza nome, appunto».
In Frankenstein (a love story) il mostro e l’orrore esistono nel corpo, mentre in altri romanzi gotici è il luogo a provocare la paura, qui è la fisicità: «Frankenstein rende la carne stessa gotica e Shelley, quindi, traccia una nuova geografia del terrore», conclude la compagnia.

La composizione dello spettacolo, con la collaborazione drammaturgica della studiosa Ilenia Caleo, parte dalla struttura a scatole cinesi del libro che Mary Shelley ha scritto a soli diciannove anni: «Sono tre linee, tracce che scivolano una nell’altra, qualche volta si sciolgono, si mescolano» scrive Caleo. «Trattiamo il testo come una storia che contiene una storia che contiene una storia, una seppellita nel corpo dell’altra».

I personaggi in scena, Mary Shelley ovvero la creatrice, Victor ovvero il creatore, il mostro, che la compagnia definisce la creatura, immaginandola al femminile – «perché in realtà incarna tutte le fragilità e contraddizioni che all’epoca della scrittura del romanzo erano pregiudizialmente attribuite alle donne» –, compaiono in uno spazio asettico e vuoto, un’immagine fantasmatica. Ghiaccio e bianco a perdita d’occhio, un paesaggio straniante e doloroso in cui la natura è in tumulto, in tempesta, non ha niente di idilliaco.
Mary Shelley è la prima figurazione mostruosa, narratrice ma lei stessa mostro, perché mostruosa è la sua immaginazione, un’immaginazione giovane e prodigiosa, di adolescente.
Victor Frankenstein è una figura pienamente ottocentesca, che vuole possedere, conquistare e governare le forze della Natura, ma ne è sopraffatto.
La Creatura è una figura senza potere, fuori posto e fragile, “un ibrido” che sta sul confine tra mondi, come i mostri, proprio lì dove non dovrebbe esistere.
Tre solitudini radicali che si intrecciano.

Il progetto ha aperto diverse strade di ricerca che hanno portato la compagnia a immaginare il lavoro in due forme diverse, unite e dialoganti; Frankenstein diventa quindi un dittico che si sviluppa in due movimenti autonomi: lo spettacolo Frankenstein (a love story) e nel 2024 la creazione di un film, Frankenstein (a history of hate).

Motus nasce a Rimini nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, producendo sin dalla fondazione spettacoli capaci di raccontare le più aspre contraddizioni del presente. Il lavoro della compagnia, fatto di teatro, performance e installazioni, accompagnato da un’intensa attività di seminari, viene presentato in Europa e in tutto il mondo. Del 2020 è il progetto Tutto Brucia che, prendendo spunto da Le Troiane di Euripide, indaga il concetto di “fine” nella tragedia, in un periodo segnato dalla pandemia e dal lutto. Da Tutto Brucia nascono i due soli, You Were Nothing but Wind, un focus con Silvia Calderoni sulla figura di Ecuba, e Of the nighitngale I envy the fate, affondo su Cassandra con Stefania Tansini.
I registi della compagnia sono stati direttori artistici del cinquantenario di Santarcangelo Festival – progetto biennale in tre atti tra luglio 2020 e luglio 2021. Nel 2021 Motus ha vinto il Premio della Critica dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro. Nel 2023 hanno curato Supernova, prima sperimentazione della rassegna di arte performativa contemporanea a Rimini.

FRANKENSTEIN (a love story):

ideazione e regia di Daniela Nicolò & Enrico Casagrande con Silvia Calderoni, Alexia Sarantopoulou, ed Enrico Casagrande
drammaturgia Ilenia Caleo adattamento e cura dei sottotitoli Daniela Nicolò traduzione Ilaria Patano assistenza alla regia Eduard Popescu, disegno luci Theo Longuemare, ambienti sonori Enrico Casagrande, fonica Martina Ciavatta, grafica Federico Magli, produzione Francesca Raimondi organizzazione e logistica Shaila Chenet e Matilde Morri, promozione Ilaria Depari
comunicazione Dea Vodopi, distribuzione internazionale Lisa Gilardino una produzione Motus con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, TPE – Festival delle Colline Torinesi, Kunstencentrum VIERNULVIER (BE) e Kampnagel (DE), residenze artistiche ospitate da AMAT & Comune di Fabriano, Santarcangelo Festival, Teatro Galli-Rimini, Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto-Teatro Dimora | La Corte Ospitale”, Rimi-Imir (NO) e Berner Fachhochschule (CH), con il sostegno di MiC, Regione Emilia-Romagna

Prossime date:
dal 17 al 19 ottobre 2023
TPE Festival delle Colline Torinesi, Torino

dal 26 al 28 ottobre 2023
Kampnagel, Amburgo

dal 22 al 26 novembre 2023
FOG Triennale, Milano

17 febbraio 2024
Centro Servizi Culturali Santa Chiara, Trento

2 marzo 2024
Teatro Galli, Rimini

9 marzo 2024
Teatro Koreja, Lecce

6 aprile 2024
Teatro Kismet, Bari

Teatro Arena del Sole, via Indipendenza 44 – Bologna
Prezzi dei biglietti: da 5 € a 27 €
Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 14.00 e dalle 16.30 alle 19.00
Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it | bologna.emiliaromagnateatro.com

Bologna: Frankenstein (a love story), il nuovo spettacolo di Motus, debutta il 13 e 14 ottobre al Teatro Arena del Sole di Bologna

 

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