Arezzo: I “Sorvóli” sul mondo iperconnesso di Franz Rosati
con accesso libero da mercoledì 5 aprile fino a giovedì 4 maggio
Arezzo: I “Sorvóli” sul mondo iperconnesso di Franz Rosati.
Un tentativo di rappresentazione allegorica dell’osservazione a distanza, presentato sotto forma di concerto: è l’idea di Franz Rosati, realizzata con “Sorvóli”, l’installazione di arte digitale che l’artista assembla con immagini satellitari, visualizzazioni elaborate utilizzando modelli di machine learning e spazi virtuali generati dall’analisi delle informazioni recuperate dai veicoli spaziali in orbita intorno alla Terra, e basata sui progetti “Latentscape” e “Distantia”.
La mostra “Sorvóli” sarà ospitata nell’atrio d’onore del palazzo della provincia di Arezzo, con inaugurazione martedì 4 aprile (18.30). L’esposizione, a cura di Giuseppe Simone Modeo, si terrà con accesso libero da mercoledì 5 aprile fino a giovedì 4 maggio, con il patrocinio di Regione Toscana, Comune e Provincia di Arezzo.
Protagoniste, le forme intricate e affascinanti del nostro pianeta restituite dal satellite, rappresentazioni grazie alle quali possiamo ottenere informazioni complesse, pur rimanendo un osservatorio selettivo, in cui la bellezza della natura e dei suoi insediamenti spesso nascondono le ombre della realtà.
Un percorso audiovisivo multimediale tra immagini, ma immerso in un suono generato da algoritmi di machine learning addestrati da set di dati personali, come un coro che emerge e comunica con urgenza tutto ciò che l’osservazione selettiva del satellite non può rappresentare.
“Gli esseri umani, nella condizione iperconnessa del nostro mondo globalizzato, sono costantemente esposti a forme disumane di complessità, che si manifestano attraverso la mediazione computazionale di enormi quantità e tipologie di dati”, affermava il compianto artista Salvatore Iaconesi. “Eppure nessuno delle decine di sensi, interni ed esterni, di cui il nostro corpo è dotato, ha alcuna sensibilità a queste quantità e tipi di dati, e men che meno alla computazione. Ci troviamo nella condizione sistematica di non poter fare esperienza del mondo e di non poterne trarre un senso. I cambiamenti climatici, le migrazioni, la salute delle persone, i mercati e altri fenomeni che derivano direttamente dalle caratteristiche del mondo iperconnesso e globalizzato dipendono da miliardi di variabili, dati, parametri e calcoli interdipendenti”.
Musicista, artista digitale e docente, Franz Rosati trova nelle tecnologie digitali e nei software personalizzati la base per la sua produzione artistica, progettata per incarnare diverse emanazioni di concerti audiovisivi, installazioni su schermo, software art e opere d’arte stampate. Da diversi anni esplora un ampio spettro di risultati estetici, dal minimalismo procedurale e generativo dei wireframe ai rendering 3D in tempo reale, dalla creazione di creature virtuali autonome (come Machine and Structure o Pathline) all’esplorazione di paesaggi distopici immanenti.
La produzione comprende opere d’arte digitale come Latentscape, Hyletics, Map of Null, Machine & Structure, esposte in eventi e festival internazionali, sotto forma di arte digitale contemplativa che può essere adattata a schermi di grandi dimensioni e a proiezioni video o ledwall di formato personalizzato, e quotate per gallerie e piattaforme come NIIO, Framed*, ARTPOINT, Dong Gallery, NEAL Digital Gallery, The OUTPUT, Sedition Art, Mana.
Progetti come Distantia, Latentscape, Map of Null e Machine & Structure sono stati presentati in importanti festival e contesti internazionali come ACT Asian Culture Center, Sonar Barcelona, Les Bains Numerique, ADAF, Ohm Berlin, RomaEuropa Festival, e sono presenti sulle più importanti piattaforme di arte digitale curata come Sedition, Artpoint, Artscloud, NIIO, ReasonedArt, Framed*.
Il suono e la musica sono elementi centrali nel suo lavoro. Silenziosi, densi e morbidi quando le opere sono esposte come installazioni su schermo, impetuosi, rumorosi, sinfonici e ricchi di bassi infrasonici pulsanti e strati di texture granulari durante l’allestimento di un concerto. In tutte le loro manifestazioni, questi suoni sono sempre il risultato di un profondo processo di trasfigurazione di fonti acustiche provenienti dal regno degli archi e degli strumenti a pizzico, con un’attenzione particolare alla musica barocca, classica e popolare.
Esperto nell’uso di linguaggi e ambienti di programmazione come C’74 Max e Derivative TouchDesigner, Rosati crea la sua musica e le sue opere d’arte principalmente con software sviluppati personalmente, dove la sperimentazione tecnologica, diventa uno strumento per potenziare le emanazioni percettive delle opere d’arte aggiungendo strati organici.
L’artista è inoltre docente di Composizione Multimediale presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, di Sound and Media Design presso l’Istituto Europeo di Design di Roma e, in passato, presso l’UNIRSM e numerose altre istituzioni, scuole e università.
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