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ANDIAMO A TEATRO! Una selezione degli spettacoli milanesi a partire dal 17 gennaio

Un’altra intensa settimana teatrale si apre a Milano, città che ci stupisce sempre con spettacoli per un pubblico eterogeneo e vivace.

Iniziamo con il Teatro Leonardo che vede in scena IL PIU’ BEL GIORNO DELLA MIA VITA di Valeria Cavalli, dal 17 al 29 gennaio. È la cronaca, comica e pungente, del periodo che precede la data del matrimonio che deve rispecchiare in tutto e per tutto quel romanticismo stereotipato tanto vagheggiato anche nella nostra epoca, fatta di donne in carriera, pratiche e tecnologiche, che però davanti all’idea di sposarsi si ritrovano principesse delle favole. Uno spettacolo in puro stile Grock brioso e sapido che fa riflettere sul bisogno di fuggire dalla realtà per rifugiarsi in un sogno.  

Sempre dal 17 al 29 gennaio troviamo MISERIA E NOBILTA’ al Teatro Sala Fontana. Dal testo di un indimenticabile ed intramontabile Eduardo Scarpetta, scritto da Michele Sinisi con Francesco Asselta, è la storia di un povero squattrinato che costretto a vivere di espedienti per rimediare a fatica un tozzo di pane, dà vita a una fitta tessitura di trovate dialogiche e di situazioni che rappresentano la summa dell’arte attoriale italiana e di quanto di meglio la storia del teatro (in particolare quella napoletana) abbia prodotto nel tenere il pubblico inchiodato alla sedia.

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Dal 17 al 22 gennaio al Teatro Atir Ringhiera il sipario si apre su LA MITE, liberamente tratto dal racconto di Fedor Dostoevskij per l’adattamento e la regia di César Brie. La Mite si ispira a un fatto di cronaca che all’epoca colpì molto lo scrittore: il suicidio di una ragazza definito dai titoli dei giornali un suicidio mite. Nella versione originale ci troviamo di fronte ad un uomo disperato che vuole capire perché sua moglie si sia uccisa e in un lungo soliloquio ricerca le ragioni di questo atto disperato. Nello spettacolo attuale invece parlano entrambi.

Nelle stesse date dal 17 al 22 gennaio, Al Campo Teatrale, per la regia di Silvia Baldini, troviamo IL SOGNO DELLA GIOVENTU’, scritto da Gianluigi Sgherzi. Cosa significa oggi, essere giovani? Come ci si prepara all’entrata nel mondo? Quanto tempo dura l’apprendistato? Qual è il lascito delle generazioni precedenti? Qual è la promessa del domani? In scena uno strano archivista alle prese con la stesura di un piccolo manuale per vivere la gioventù e uscirne vivi. Entra nelle stanze dei giovani, nei riti e negli incontri delle compagnie, nei luoghi del consumo, nelle università e negli stage post laurea, nel catalogo delle aspirazioni difficili e delle promesse di lavoro. Lo spettacolo pone l’accento sulla diffidenza tra le generazioni, con il gusto della provocazione e la speranza di un possibile incontro tra le parti.

Dal 17 al 26 gennaio debutta al Teatro Libero in prima nazionale lo spettacolo UNO CHE CONOSCEVO, ultimo lavoro del regista e drammaturgo Corrado Accordino. Il palco diventa la redazione di un telegiornale. Tre giornalisti alle prese con il calo degli ascolti e con la preoccupazione di perdere il lavoro, nervosi ma con i propri consolidati equilibri, vengono stravolti dall’arrivo della nuova stagista, una giovane neo laureata che ancora crede nel senso profondo del giornalismo: informare le persone dei fatti, dire la verità. Ma non siamo più a scuola, le leggi che governano il mondo dell’informazione sono altre. E così, tra vessazioni ed educazione al mestiere, la giovane stagista impara le regole del gioco.

Al Teatro Out Off dal 17 al 12 febbraio abbiamo una prima nazionale: L’APPARENZA INGANNA, di Thomas Bernhard per la regia Roberto Trifirò. In una grande città, verso la fine di un anno imprecisato, due anziani fratelli, Karl, ex giocoliere e artista dei piatti, e Robert, ex attore, si incontrano il martedì e il giovedì, rispettivamente a casa dell’uno e dell’altro, forse nel tentativo di far dialogare le loro solitudini. Tra foto ricordo del passato artistico, vecchie radio, vecchi giradischi, vecchi mobili, i due fratelli rivelano la loro solitudine, il loro narcisismo, la loro superficialità, lasciandoci intravedere nella loro vocazione per l’arte la possibilità di una vita più umana.

Buon Teatro, sempre!

A cura di Monica Landro

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