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Zohran Mamdani nuovo sindaco di New York: il primo musulmano e il più giovane da oltre un secolo

Il 34enne Zohran Mamdani, socialista democratico e primo musulmano a guidare New York, sconfigge Andrew Cuomo e conquista il municipio con un programma incentrato su equità sociale, case accessibili e trasporti pubblici gratuiti.

Zohran Mamdani nuovo sindaco di New York: il primo musulmano e il più giovane da oltre un secolo.

Zohran Mamdani, 34 anni, è il nuovo sindaco di New York. Il candidato democratico e socialista ha sconfitto Andrew Cuomo, ex governatore dello Stato, in un’elezione storica per la città: Mamdani sarà il primo sindaco musulmano e il più giovane da oltre cento anni a guidare la metropoli americana. Entrerà ufficialmente in carica il 1° gennaio 2026, succedendo a Eric Adams.

Con il 91% dei voti scrutinati, Mamdani ha ottenuto il 50,4% delle preferenze contro il 41,6% di Cuomo, che correva da indipendente dopo la sconfitta alle primarie democratiche. Il repubblicano Curtis Sliwa si è fermato al 7,1%. Oltre due milioni di elettori si sono recati alle urne, quasi il doppio rispetto alle ultime elezioni municipali, confermando l’interesse eccezionale suscitato da una sfida che ha segnato una svolta politica e simbolica per New York.

Una vittoria storica e un messaggio di rottura

Durante il suo discorso della vittoria, tenuto a Brooklyn davanti a migliaia di sostenitori, Mamdani ha parlato di “un momento raro nella storia, in cui passiamo dal vecchio al nuovo”, promettendo “giorni migliori per i lavoratori di New York”. Rivolgendosi alle minoranze e alle comunità di immigrati che hanno rappresentato la base della sua campagna, ha detto:

“So di essere giovane, musulmano e socialista democratico, ma mi rifiuto di scusarmi per tutto questo.”

Le sue parole, accolte con entusiasmo, segnano la volontà di rappresentare un cambiamento generazionale e culturale nella politica newyorkese.

Chi è Zohran Mamdani

Fino a pochi anni fa, Mamdani era un nome quasi sconosciuto al grande pubblico. Figlio di immigrati ugandesi di origini indiane, è cresciuto nel Queens e ha lavorato come assistente sociale e attivista politico. È membro dei Democratic Socialists of America (DSA), lo stesso gruppo di cui fa parte la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, con la quale condivide molte battaglie sociali.

Eletto nel 2021 come deputato dello Stato di New York, Mamdani si è distinto per la sua attenzione ai temi dell’uguaglianza economica, della casa e dei trasporti pubblici. La sua campagna per la carica di sindaco è stata incentrata sul carovita e sulle difficoltà delle famiglie di classe media e popolare in una città tra le più care del mondo.

Le sue proposte

Tra le misure più discusse del suo programma figurano la gratuità degli autobus cittadini, la creazione di asili nido e scuole per l’infanzia accessibili a tutti i bambini fino a cinque anni, e l’apertura di supermercati comunali con prezzi calmierati. Mamdani ha anche promesso di congelare per quattro anni gli affitti degli alloggi a canone agevolato, una proposta che ha conquistato il consenso di molti newyorkesi alle prese con l’aumento dei prezzi immobiliari.

Le polemiche e gli attacchi politici

La vittoria di Mamdani è arrivata nonostante le critiche e le campagne di disinformazione che lo hanno accompagnato per mesi. L’ex presidente Donald Trump lo ha definito “un estremista comunista” e ha minacciato di tagliare i fondi federali destinati a New York nel caso fosse stato eletto. Durante il suo discorso, Mamdani ha risposto direttamente:

“A Trump dico solo: alza il volume. In questo momento oscuro della politica, New York sarà la luce.”

Cuomo, suo principale avversario, aveva ricevuto un sostegno trasversale, compreso quello dello stesso Trump e di alcuni esponenti repubblicani come Elon Musk. Ma il suo passato – segnato dalle dimissioni per molestie nel 2021 e dagli scandali durante la pandemia – ha pesato molto sul risultato finale.

Le sfide del nuovo sindaco

Ora per Mamdani inizia la parte più difficile: governare una città complessa e diversificata come New York, con un bilancio annuale di oltre 110 miliardi di dollari e più di 300 mila dipendenti pubblici. Dovrà affrontare temi cruciali come la crisi abitativa, la sicurezza, il trasporto pubblico e la disuguaglianza economica, mantenendo le promesse fatte ai suoi elettori senza scontrarsi con i poteri economici e politici tradizionali.

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