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Zelensky sfida Putin: a Istanbul possibile vertice diretto. Trump manda Rubio, l’UE approva nuove sanzioni.

Vertice Zelensky-Erdogan confermato per domani. Mosca tace sulla presenza di Putin, ma Lavrov guiderà la delegazione russa. Trump manda Rubio. L’Ue approva il 17° pacchetto di sanzioni, Macron apre al deterrente nucleare europeo. Zelensky: “Se Putin rifiuta l’incontro, servono le sanzioni più dure di sempre”.

Zelensky apre a un faccia a faccia con Putin: possibile vertice a Istanbul.

Vertice Zelensky-Erdogan confermato per domani. Mosca tace sulla presenza di Putin, ma Lavrov guiderà la delegazione russa. Trump manda Rubio. L’Ue approva il 17° pacchetto di sanzioni, Macron apre al deterrente nucleare europeo. Zelensky: “Se Putin rifiuta l’incontro, servono le sanzioni più dure di sempre”.

Istanbul si prepara ad accogliere uno dei momenti più delicati dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina: colloqui tra Mosca e Kiev, con la possibilità concreta — seppur ancora incerta — di un incontro diretto tra i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. La tensione diplomatica è altissima, tra nuove aperture, sfide pubbliche, e una pressione internazionale che sale da ogni fronte.

Domani il leader ucraino sarà ad Ankara per un vertice con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, tappa preliminare che potrebbe preludere a uno spostamento dei due presidenti a Istanbul, dove sono previsti i negoziati. Fonti dell’ambasciata ucraina in Turchia confermano la presenza di Zelensky, mentre la partecipazione di Putin resta avvolta nel mistero. Il Cremlino, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha ribadito che la Russia si sta preparando ai colloqui, ma “l’annuncio su chi guiderà la delegazione verrà fatto quando il presidente lo riterrà opportuno”.

Nel frattempo, i media russi indicano il ministro degli Esteri Sergey Lavrov e l’assistente diplomatico presidenziale Yuri Ushakov come rappresentanti ufficiali della Russia ai colloqui. Una scelta che sembra voler corrispondere all’annuncio del presidente Donald Trump, secondo cui il segretario di Stato Marco Rubio guiderà la delegazione americana in Turchia. Lo stesso Trump, in una dichiarazione recente, ha esortato Kiev ad accettare “immediatamente” l’offerta di colloqui, mentre Zelensky ha ribattuto: “Trump deve convincersi che Putin mente. Non siamo noi a frenare il processo di pace”.

Zelensky: “Se Putin rifiuta l’incontro, servono sanzioni devastanti”

Il presidente ucraino rilancia l’invito a Putin per un faccia a faccia: “Sono pronto a fare di tutto per incontrarlo. Se rifiuterà, sarà chiaro a tutti che non vuole la pace”. E lancia un appello agli Stati Uniti: “Serve il pacchetto di sanzioni più duro di sempre contro Mosca, se il Cremlino fugge dal dialogo”.

Kiev, nel frattempo, valuta di modificare la normativa che vieta colloqui diretti con Putin. Lo ha confermato il consigliere presidenziale Mykhailo Podoliak: “Non riconosciamo Putin come presidente legittimo, ma è lui a controllare la Russia. Se accetta di incontrare Zelensky, adegueremo il quadro legale”. Una mossa che apre uno spiraglio alla diplomazia diretta, dopo due anni di guerra.

L’Unione europea rilancia la linea dura: ok al 17° pacchetto di sanzioni

Mentre l’asse turco cerca di riaprire il canale negoziale, l’Europa prosegue con la strategia della pressione economica. Gli ambasciatori Ue hanno approvato il 17° pacchetto di sanzioni contro la Russia, che sarà formalizzato entro il 20 maggio. Tra le nuove misure, ulteriori restrizioni all’export di tecnologie a uso militare e il congelamento di 189 navi della cosiddetta flotta ombra usata da Mosca per bypassare l’embargo energetico.

“Accolgo con favore l’accordo sul nostro nuovo pacchetto di sanzioni – scrive Ursula von der Leyen –. Questa guerra deve finire. Continueremo a mantenere alta la pressione sul Cremlino”. Le fa eco il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa: “Un segnale forte di unità al fianco del popolo ucraino”.

Si muovono Lula, Meloni e Tajani: nuove spinte diplomatiche verso la pace

Dall’altra parte del mondo, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si dice pronto a esortare direttamente Putin: “Non mi costa nulla dirgli: ‘Compagno Putin, vai a Istanbul e negozia, per l’amor di Dio’”. Parole che seguono l’appello congiunto Cina-Brasile in favore di un dialogo diretto come “unica via per porre fine al conflitto”.

Anche l’Italia entra nel gioco diplomatico. Ieri la premier Giorgia Meloni ha avuto un colloquio con Erdogan, nel quale ha ribadito il sostegno a una “pace giusta e duratura”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani però resta scettico: “Ho parlato con Kuleba, ma è difficile fidarsi di Putin in questa fase. Spero che voglia veramente la pace, ma sono molto dubbioso”.

Incrocio pericoloso tra diplomazia e propaganda

I colloqui di Istanbul rappresentano il più promettente — ma anche fragile — tentativo di riaprire un canale diretto tra le due parti in guerra. Zelensky ha lanciato la sfida. Putin, per ora, tace. Il Cremlino parla di un’Europa “non imparziale”, accusa l’Occidente di “farsi del male con le sanzioni”.

Intanto, la diplomazia internazionale si muove su più piani. Dalla NATO a Pechino, da Roma a Brasilia, la guerra in Ucraina torna al centro dell’agenda globale. Il 15 maggio a Istanbul potrebbe segnare una svolta o l’ennesima occasione persa. Tutto, ancora una volta, dipenderà da un uomo: Vladimir Putin.

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