Zelensky rimuove il capo dell’amministrazione statale regionale di Sumy
Dopo il devastante raid russo che ha causato 35 morti, il presidente ucraino rimuove Volodymyr Artyukh, capo dell’amministrazione statale regionale di Sumy.
Zelensky rimuove il capo dell’amministrazione statale regionale di Sumy.
Dopo il devastante raid russo che ha causato 35 morti, il presidente ucraino rimuove Volodymyr Artyukh, capo dell’amministrazione statale regionale di Sumy.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha destituito Volodymyr Artyukh, capo dell’amministrazione statale regionale di Sumy, a seguito del tragico attacco missilistico russo che domenica ha colpito la regione, provocando almeno 35 morti e oltre un centinaio di feriti. La decisione è arrivata dopo le crescenti polemiche sul presunto coinvolgimento di funzionari locali nell’organizzazione di un evento militare che avrebbe esposto l’area a un attacco mirato da parte delle forze di Mosca.
A sollevare per primo le critiche è stato il sindaco della città di Konotop, Artem Semenikhin, che ha puntato il dito contro la “negligenza di funzionari ucraini”, affermando che il bombardamento non è stato solo frutto della “sete di sangue russa”, ma anche della leggerezza nel tenere una cerimonia pubblica in un contesto di guerra. Secondo Semenikhin, nell’edificio preso di mira si stava svolgendo una cerimonia di consegna di medaglie ai militari della 117ma Brigata, un evento che avrebbe potuto rappresentare un bersaglio strategico per l’intelligence russa.
Artyukh, nelle ore successive all’attacco, aveva ammesso la propria presenza all’incontro, specificando però di non essere stato l’organizzatore. “Sono stato invitato, non l’ho convocato io”, aveva dichiarato, evitando di fornire dettagli su chi avesse promosso l’iniziativa, liquidando le domande con un laconico: “Questo è un altro discorso”.
Le autorità russe hanno rivendicato l’attacco, dichiarando di aver colpito un obiettivo militare ritenuto legittimo. Il Cremlino ha confermato l’uso di due missili e, pur senza fornire prove dettagliate, ha sostenuto che l’operazione mirasse a una riunione dell’esercito ucraino. Kyiv, dal canto suo, non ha ufficialmente confermato la presenza di soldati tra le vittime.
La decisione di Zelensky non si è limitata alla sola regione di Sumy. È stata infatti disposta anche la rimozione di Artem Lisohor, governatore della provincia di Lugansk. Al loro posto subentrano rispettivamente Oleg Grigorov e Oleksi Jarchenko, secondo quanto comunicato da Taras Melnichuk, rappresentante del governo ucraino.
Questa doppia sostituzione riflette il crescente clima di tensione tra le strutture di comando locali in un momento cruciale del conflitto. L’offensiva russa nelle regioni nord-orientali dell’Ucraina si è intensificata nelle ultime settimane, mentre le polemiche interne aumentano, anche alla luce delle accuse che arrivano da alcuni esponenti politici e militari sulla gestione delle misure di sicurezza nelle aree esposte.
Nel frattempo, il contesto internazionale si fa sempre più complesso. Mosca ha chiesto la rimozione dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Kaja Kallas, accusandola di “russofobia” e invocando un suo processo presso le Nazioni Unite. Le tensioni tra Russia e Occidente continuano ad acuirsi anche sul piano diplomatico. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha lanciato un nuovo attacco verbale contro l’Europa, affermando che “vuole un mezzo Führer dopo Zelensky”, un commento che ha scatenato dure reazioni a Bruxelles.
Anche negli Stati Uniti non mancano critiche nei confronti del governo ucraino: J.D. Vance, senatore repubblicano e considerato tra i principali sostenitori di Donald Trump, ha attaccato la leadership di Zelensky, rafforzando la retorica di una parte del fronte conservatore americano sempre più scettica rispetto al supporto militare a Kyiv.
In un clima segnato da attacchi armati, polemiche interne e tensioni internazionali, Zelensky tenta ora di rafforzare il controllo del territorio e di mantenere alta la fiducia nella leadership politica e militare ucraina. Ma la strada appare in salita, tra le macerie di Sumy e i segnali di frizione crescenti.
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