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USA, Migranti in catene: le foto shock dei rimpatri dall’amministrazione Trump

La Casa Bianca pubblica immagini dei voli di deportazione: migranti incatenati salgono su aerei militari. Trump intensifica la linea dura contro l’immigrazione illegale.

USA, Migranti in catene: le foto shock dei rimpatri dall’amministrazione Trump.

Le immagini pubblicate sui canali social ufficiali della Casa Bianca stanno facendo il giro del mondo: un gruppo di migranti in catene, scortati da agenti verso un aereo militare che li rimpatrierà nei loro Paesi d’origine. Questi scatti, scattati presso la base militare di Fort Bliss a El Paso, Texas, segnano una nuova fase della politica migratoria dell’amministrazione Trump e rappresentano un messaggio chiaro: tolleranza zero verso l’immigrazione clandestina.

L’inizio dei voli di deportazione

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato che i cosiddetti “deportation flights” sono ufficialmente iniziati. Gli aerei utilizzati per queste operazioni sono jet militari, come i C-17 del 301st Airlift Squadron, che hanno trasportato circa 80 migranti clandestini provenienti dal Guatemala. L’amministrazione Trump sottolinea il pugno di ferro contro l’immigrazione illegale, e la frase “Promesse fatte, promesse mantenute” accompagna le immagini pubblicate, a testimonianza di un impegno elettorale che sta prendendo forma.

“Se entri illegalmente negli Stati Uniti, dovrai affrontare gravi conseguenze”, ha ribadito Trump, che ha voluto dare un’impronta simbolica alle sue politiche rendendo pubbliche queste immagini. L’obiettivo è chiaro: dissuadere chiunque tenti di varcare illegalmente il confine.

La stretta sul confine e l’espansione dei poteri delle forze dell’ordine

Le espulsioni si inseriscono in un piano più ampio di militarizzazione del confine e rafforzamento della sicurezza interna. Trump ha già schierato migliaia di soldati lungo il confine meridionale con il Messico e ha adottato una serie di ordini esecutivi per limitare ulteriormente l’accesso al Paese. Tra le misure spiccano:

– L’aumento dei poteri degli agenti dell’Immigration and Customs Enforcement (ICE), autorizzati a effettuare arresti anche in luoghi sensibili come scuole, chiese e aziende.
– La sospensione delle richieste d’asilo pendenti.
– L’impiego di aerei militari per accelerare i rimpatri.

In soli quattro giorni, l’amministrazione Trump ha arrestato oltre 1.000 persone, inclusi membri di gang, autori di reati sessuali su minori e altri criminali. Secondo Fox News, tra le operazioni più controverse vi è il raid in un mercato ittico di Newark, nel New Jersey, dove sono stati arrestati diversi lavoratori, tra cui un veterano dell’esercito americano. Il sindaco di Newark, Ras Baraka, ha duramente condannato l’operazione, definendola una violazione del Quarto Emendamento della Costituzione, che protegge i cittadini da perquisizioni e sequestri irragionevoli.

Il dibattito sullo Ius Soli

Parallelamente alle espulsioni, il presidente Trump ha annunciato un ricorso contro la decisione del giudice federale di Seattle, John C. Coughenour, che ha temporaneamente bloccato l’ordine esecutivo volto ad abolire lo Ius Soli. Questo principio, sancito dal 14° emendamento della Costituzione, garantisce la cittadinanza a chi nasce negli Stati Uniti, indipendentemente dallo status legale dei genitori.

Trump ha definito incostituzionale il diritto automatico alla cittadinanza per i figli di residenti temporanei o di immigrati illegali e ha promesso battaglia legale per cambiare la legge. La mossa rappresenta un’ulteriore escalation nella lotta contro l’immigrazione, con l’obiettivo dichiarato di limitare drasticamente il numero di nuovi cittadini statunitensi nati da genitori non regolari.

La continuità con l’amministrazione Biden

Nonostante le critiche rivolte all’amministrazione democratica, i numeri mostrano una sorprendente continuità. Durante il mandato di Joe Biden, il numero di espulsioni ha raggiunto livelli record, superando quelli registrati nel primo mandato di Trump. Nel 2024, oltre 271.000 immigrati clandestini sono stati rimpatriati, un dato che riflette le crescenti pressioni politiche e sociali legate alla gestione delle frontiere.

Biden, pur avendo inizialmente promesso un approccio più umano, ha mantenuto molte delle misure introdotte dall’amministrazione precedente, compresa l’espansione dei voli di deportazione e il rafforzamento della sicurezza al confine.

Le reazioni: tra sostegno e indignazione

Le immagini shock hanno polarizzato l’opinione pubblica. Da un lato, i sostenitori di Trump lodano la sua determinazione nel proteggere i confini e nel garantire la sicurezza nazionale. Dall’altro, attivisti per i diritti umani e membri del Partito Democratico denunciano la crudeltà e la disumanità delle espulsioni, sottolineando come le catene e le immagini pubblicate rappresentino un’umiliazione per i migranti e una violazione dei diritti fondamentali.

Il sindaco di Newark, Ras Baraka, ha definito la politica di Trump un attacco alla dignità umana, mentre diversi gruppi per i diritti civili hanno promesso di intensificare la loro opposizione legale e politica.

Le foto dei migranti in catene rappresentano un momento simbolico di svolta nella politica migratoria degli Stati Uniti. L’amministrazione Trump, attraverso queste immagini, vuole inviare un messaggio inequivocabile: chi viola le leggi sull’immigrazione sarà espulso senza esitazione. Tuttavia, queste politiche sollevano interrogativi profondi sul bilanciamento tra sicurezza nazionale e rispetto dei diritti umani, alimentando un dibattito che continuerà a dividere il Paese e il mondo intero.

USA, Migranti in catene: le foto shock dei rimpatri dall’amministrazione Trump.

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