CAMBIA LINGUA

Usa-Cina, nuovi colloqui a Londra per fermare la guerra dei dazi: sul tavolo minerali critici e tecnologia.

Dopo la tregua siglata a Ginevra e la telefonata tra Trump e Xi, le delegazioni di Washington e Pechino si incontrano nella capitale britannica. Obiettivo: evitare una nuova escalation e rilanciare la cooperazione economica.

Usa-Cina, nuovi colloqui a Londra per fermare la guerra dei dazi: sul tavolo minerali critici e tecnologia.

Dopo la tregua siglata a Ginevra e la telefonata tra Trump e Xi, le delegazioni di Washington e Pechino si incontrano nella capitale britannica. Obiettivo: evitare una nuova escalation e rilanciare la cooperazione economica.

Londra – Si è aperto nella capitale britannica un nuovo round di negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, con l’obiettivo di prolungare la tregua raggiunta a maggio a Ginevra e scongiurare una nuova escalation nella guerra dei dazi che ha già provocato incertezza sui mercati e rallentamenti in entrambe le economie.

Le delegazioni sono guidate da figure chiave delle rispettive amministrazioni: per gli Stati Uniti, il segretario al Tesoro Scott Bessent, il segretario al Commercio Howard Lutnick e il rappresentante per il Commercio Jamieson Greer; per la Cina, il vicepremier He Lifeng, uno degli uomini più fidati del presidente Xi Jinping e figura centrale nelle politiche economiche di Pechino. I due gruppi negoziali rimarranno a Londra fino al 13 giugno, su invito del governo britannico, che ha ribadito il proprio sostegno al libero scambio e il rifiuto di ogni forma di protezionismo.

Il contesto: tregua fragile, tensioni persistenti

Il vertice arriva dopo settimane di frizioni riaccese tra Washington e Pechino. Nonostante l’intesa siglata lo scorso 12 maggio a Ginevra per una tregua di 90 giorni nell’inasprimento dei dazi, nelle ultime settimane il presidente americano Donald Trump ha accusato la Cina di non rispettare i patti, in particolare sul fronte dei minerali critici. Una telefonata “distensiva” tra Trump e Xi, giovedì scorso, ha sbloccato la nuova fase del dialogo, con l’annuncio formale della ripresa dei colloqui commerciali.

Secondo la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, “l’obiettivo è proseguire sul percorso tracciato a Ginevra”. La Cina, per parte sua, ha lasciato intendere tramite il Global Times che l’esito delle trattative dipenderà dalla “sincerità” degli Stati Uniti, sottolineando il principio di “uguaglianza e rispetto reciproco” come fondamento dei negoziati.

I nodi sul tavolo: minerali, export tecnologico e credibilità

Tra i temi principali, il ritorno ai livelli pre-conflitto delle esportazioni di minerali critici cinesi, indispensabili per l’industria tecnologica americana. “Le spedizioni sono in aumento, ma ancora lontane da quanto concordato”, ha precisato Kevin Hassett, capo del Consiglio economico nazionale Usa.

In cambio, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, Trump avrebbe autorizzato Bessent a trattare un possibile allentamento delle restrizioni imposte sull’export tecnologico verso la Cina. In particolare, Pechino chiede la rimozione delle barriere su motori aeronautici, microchip avanzati, software strategici e addirittura una revisione delle norme sui visti per studenti e ricercatori.

Le aspettative: difficile una svolta, possibile un’intesa parziale

Secondo il Washington Post, da Londra non ci si attende un accordo risolutivo, ma piuttosto un’intesa parziale in grado di “raffreddare” temporaneamente le tensioni. La Cina sta accelerando la propria strategia di riduzione della dipendenza tecnologica dall’Occidente, mentre l’approccio spesso imprevedibile di Trump alle relazioni economiche internazionali complica ogni compromesso strutturale.

A rafforzare il clima d’incertezza, le parole pronunciate la scorsa settimana da Bessent, che aveva messo in discussione l’affidabilità cinese: “Devono decidere se vogliono essere un partner credibile o meno”. In parallelo, Hassett ha avvertito che “le priorità statunitensi sono due: il pieno rispetto dell’accordo di Ginevra e il ripristino delle condizioni per uno scambio equo e sicuro”.

Reazioni e clima politico

Non sono mancate reazioni nel mondo politico. La speaker repubblicana della Camera, Elise Stefanik, ha espresso “cauto ottimismo”, auspicando “un approccio pragmatico che tuteli le imprese americane”. Dall’opposizione democratica, il senatore Ron Wyden ha definito i negoziati “necessari ma tardivi” e ha chiesto “garanzie vincolanti, non tweet trionfalistici”.

Nel Regno Unito, che ha assunto il ruolo di mediatore, il premier Mark Harper ha espresso “pieno sostegno a ogni sforzo per ristabilire un ordine commerciale multilaterale”, aggiungendo che “Londra continuerà a offrire uno spazio di dialogo equo e trasparente”.

Le incognite dei mercati

Intanto gli investitori osservano con attenzione. L’Asia ha reagito con ottimismo all’avvio dei colloqui, mentre in Europa si registra cautela. A Wall Street, gli indici restano volatili: “Tutto dipende da quanto saranno concreti i risultati”, ha spiegato Ipek Ozkardeskaya, analista di Swissquote Bank.

Con la Cina alle prese con la deflazione e un export in rallentamento, e gli Stati Uniti in tensione tra protezionismo e apertura selettiva, il vertice di Londra rappresenta uno snodo cruciale. Più che a una pace commerciale, gli osservatori guardano a una tregua solida e verificabile. Ma sarà il confronto di queste ore a dire se davvero le due superpotenze vogliono deporre le armi, almeno per ora.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×