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Un italiano sulla Luna: l’Europa rilancia Artemis e l’Italia torna protagonista dell’esplorazione spaziale.

L’ESA conferma un astronauta italiano nelle missioni Artemis verso la Luna. In corsa Cristoforetti o Parmitano. L’Europa rilancia l’esplorazione spaziale.

Un italiano sulla Luna: l’Europa rilancia Artemis e l’Italia torna protagonista dell’esplorazione spaziale.

Durante la Conferenza Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), che si è conclusa a Brema, è arrivata una notizia destinata a segnare un passaggio storico: ci sarà anche un italiano tra i tre astronauti europei che parteciperanno a una futura missione sulla Luna. A comunicarlo è stato il direttore generale dell’ESA, Josef Aschbacher, confermando che Italia, Francia e Germania saranno i tre Paesi coinvolti nella prossima fase delle missioni Artemis della NASA.

Una decisione che pone l’Europa in una posizione centrale nel ritorno sulla Luna e che riconosce, come sottolineato da più parti, il valore crescente dell’Italia nel settore spaziale.

Cristoforetti o Parmitano? La scelta tra due eccellenze italiane

Il nome dell’astronauta italiano non è ancora stato reso pubblico, ma il cerchio si è ristretto a due figure che da anni rappresentano il nostro Paese nello spazio con livelli di eccellenza assoluti: Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano.

Entrambi appartengono alla cosiddetta “classe del 2009” dell’ESA, il gruppo di astronauti selezionati in quell’anno indicato come il nucleo di riferimento per l’eventuale ritorno europeo sulla Luna.

  • Luca Parmitano è stato il primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale, con missioni di lunga durata e attività extraveicolari di grande complessità.

  • Samantha Cristoforetti, prima donna europea al comando della ISS, è una delle astronauta più esperte e influenti dell’ESA.

Entrambi hanno già avuto un ruolo nelle attività preparatorie legate ad Artemis e al Lunar Gateway, la stazione spaziale destinata a orbitare attorno alla Luna. Sono quindi candidati “naturali” per rappresentare l’Europa, e l’Italia in particolare, in una futura missione di allunaggio.

La scelta finale dipenderà da una combinazione di fattori tecnici (profilo medico, addestramento specifico, esigenze della singola missione), politici (equilibri tra Paesi membri) e operativi (tempistiche delle missioni Artemis nel corso del prossimo decennio).

Un riconoscimento per l’Italia e per la sua leadership nello spazio

Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha definito la scelta “un riconoscimento per l’Italia”, ricordando l’impegno costante del nostro Paese nel settore spaziale e la qualità del corpo astronauti europeo.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato come questa decisione confermi il crescente ruolo dell’Italia nello spazio. Negli ultimi anni, infatti, l’Italia ha aumentato sia i propri investimenti nell’ESA, sia la partecipazione a programmi strategici da Vega ad Ariane, fino al contributo al Modulo di Servizio Europeo della capsula Orion.

“Siamo tornati a essere protagonisti insieme alla Francia e alla Germania”, ha spiegato Urso, evidenziando come la cooperazione europea stia vivendo una nuova fase di coesione e ambizione.

Il programma Artemis: il ritorno dell’uomo sulla Luna

La missione lunare che coinvolgerà gli astronauti europei si inserisce nell’ambito del programma Artemis, con cui la NASA intende riportare l’uomo sulla Luna oltre mezzo secolo dopo le missioni Apollo. Lo scopo non è solo scientifico, ma strategico: avviare una presenza stabile sul satellite e porre le basi per la futura esplorazione umana di Marte.

La missione Artemis II, prevista tra febbraio e aprile 2026, sarà il primo volo con equipaggio del programma. Quattro astronauti viaggeranno intorno alla Luna a bordo della capsula Orion, senza effettuare l’allunaggio, per testare i sistemi vitali e la sicurezza in condizioni reali. L’equipaggio di Artemis II è già stato selezionato:

  • Reid Wiseman (NASA), comandante;

  • Victor Glover (NASA), pilota;

  • Christina Koch (NASA) e Jeremy Hansen (Agenzia Spaziale Canadese), specialisti di missione.

La capsula Orion è stata battezzata Integrity, un nome che richiama i valori di cooperazione e dedizione che hanno caratterizzato lo sviluppo della missione.

La missione durerà circa dieci giorni e costituirà il preludio alla più attesa Artemis III, quella che riporterà gli astronauti sulla superficie lunare. Tutto, però, dipende dallo sviluppo dei sistemi necessari all’allunaggio.

La grande sfida tecnologica: Starship e il rifornimento in orbita

Uno dei principali ostacoli sulla strada del ritorno sulla Luna riguarda, però, il veicolo che dovrà far scendere l’equipaggio sulla superficie lunare: la gigantesca Starship-HLS sviluppata da SpaceX.

Questo veicolo non ha ancora completato tutte le fasi necessarie per dimostrare di poter trasportare astronauti in sicurezza. La sfida più complessa è il rifornimento di propellente in orbita, un’operazione mai tentata prima su queste scale e fondamentale per garantire la quantità di carburante necessaria all’allunaggio e al ritorno.

I ritardi accumulati da SpaceX hanno portato la NASA a coinvolgere anche altri attori commerciali, come Blue Origin, che potrebbe affiancare o sostituire Starship in alcune fasi del programma nel caso fosse necessario.

Perché il polo sud lunare è così importante

Il primo allunaggio di Artemis avverrà, secondo i piani, nel 2028, nell’area del polo sud della Luna. Una zona particolarmente strategica perché lì potrebbero trovarsi depositi di ghiaccio d’acqua, che permetterebbero di produrre acqua potabile e ossigeno per gli astronauti e di generare carburante direttamente sul posto, riducendo i costi e aumentando l’autonomia delle missioni.

In orbita, nel frattempo, prenderà forma la stazione lunare Gateway, un avamposto internazionale destinato a fungere da punto di appoggio per missioni scientifiche e logistiche.

L’Italia e l’Europa sono direttamente coinvolte nel Gateway e in diversi elementi del programma Artemis, attraverso contributi industriali, tecnologici e scientifici.

L’Europa e la scelta strategica per la Luna

La partecipazione europea alle missioni Artemis è parte di una strategia più ampia dell’ESA, che vuole assicurare all’Europa un ruolo di primo piano nella nuova era dell’esplorazione spaziale.

Per questo motivo, la presenza di un astronauta italiano non è solo un prestigio personale o nazionale, ma rappresenta la conferma della solidità del settore spaziale italiano, della capacità industriale europea e dell’importanza geopolitica della cooperazione internazionale nello spazio.

La conferenza di Brema ha consolidato questa visione, confermando investimenti significativi e una crescente collaborazione fra le principali potenze spaziali europee.

Un decennio lunare che parla anche italiano

Nei prossimi anni assisteremo a una nuova corsa alla Luna – diversa da quella degli anni ’60: non più una gara tra superpotenze, ma un progetto globale, multilaterale e profondamente tecnologico.

In questa nuova storia, l’Italia avrà un ruolo da protagonista: nei moduli della capsula Orion, nella futura stazione Gateway, nei programmi ESA e, soprattutto, con un astronauta pronto a mettere il piede sulla Luna.

La scelta tra Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano non è ancora arrivata, ma una cosa è certa: l’Italia ha già conquistato il suo posto nel futuro dell’esplorazione lunare.

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