Un anno di guerra in Ucraina
Si auspica una pace “giusta e duratura”: la risoluzione Onu.
Un anno di guerra in Ucraina.
«Il 24 febbraio milioni di noi hanno fatto una scelta: non una bandiera bianca ma una blu e gialla. Non fuggire ma affrontare. Resistendo e combattendo. È stato un anno di dolore, di lacrime, di fede e di unità. E durante quest’anno siamo rimasti invincibili. E sappiamo che il 2023 sarà l’anno della nostra vittoria!», scrive questa mattina il Presidente Volodymyr Zelensky sul suo account Twitter.
Esattamente 12 mesi fa, 24 febbraio 2022, alle 5 del mattino, la Russia di Putin attraversa i confini Ucraini, sancendo il ritorno della guerra in Europa a più di venti anni dalla conclusione dei conflitti armati in Jugoslavia.
Sono colpite tutte le principali città del paese, compresa la capitale Kiev. Allo stesso tempo inizia l’invasione terrestre da parte dei soldati russi e i primi combattimenti sul campo.
« Un’operazione militare speciale» – la chiama Vladimir Putin, da considerare come una guerra lampo, con un attacco su più fronti strategici così da insediare un governo fantoccio guidato da Mosca.
Vani i tentativi di concludere delle trattative di pace.
Ad un anno dall’attacco, però, sono stati denunciati 66mila presunti crimini di guerra, oltre 13 milioni le persone sradicate dalla propria terra, tra rifugiati e sfollati, circa 8.000 civili morti e 13.287 feriti.
Conseguenze su più fronti, dal piano militare e strategico a quello geopolitico, con la frattura tra l’Occidente e Mosca e il ruolo ambiguo della Cina; su un piano socio-economico, vista la grave crisi energetico-militare; sul piano umanitario, con l’imponente ondata di profughi ucraini in Europa.
Sale la tensione anche in Moldavia. Putin revoca un decreto del 2012 – sulle linee di politica estera in cui metteva tra gli obiettivi la cooperazione con l’UE e lo sviluppo delle relazioni con la Nato – che in parte sosteneva la sovranità della Moldavia nell’ambito delle decisioni politiche sulla Transinistria, regione separatista sostenuta da Mosca che confina con l’Ucraina e dove la Russia ha posizionato da tempo le truppe. Decisione che è stata pubblicata ieri sul sito del Cremlino.
Ieri anche il voto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina auspicando una pace “giusta e duratura in linea con la Carta della Nazioni Unite”. La risoluzione riceve 141 voti a favore, 7 contrari e 32 Paesi che si sono astenuti, tra cui Cina e India. I no, oltre dalla Russia sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, il Mali.
La Cina intanto rende noto il suo documento – articolato in 12 punti- per una soluzione politica, alla crisi ucraina.
Il dialogo come elemento centrale.
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