CAMBIA LINGUA

Ucraina, via libera del Pentagono ai missili Tomahawk, ma la decisione finale spetta a Trump

Il Pentagono ritiene che l’invio dei Tomahawk non comprometta le scorte americane. Kiev spinge per l’approvazione, ma Trump resta cauto dopo l’avvertimento di Putin.

Ucraina, via libera del Pentagono ai missili Tomahawk, ma la decisione finale spetta a Trump

Il Pentagono avrebbe dato il via libera alla Casa Bianca per la fornitura all’Ucraina di missili da crociera Tomahawk a lungo raggio, dopo aver stabilito che l’operazione non comprometterebbe le scorte strategiche statunitensi. Lo riferisce la Cnn, citando tre funzionari americani ed europei a conoscenza della questione.

La decisione finale spetta ora al presidente Donald Trump, che nelle scorse settimane aveva espresso riserve sull’invio dei missili a Kiev. “Non vogliamo cedere cose che ci servono per proteggere il nostro Paese”, avrebbe detto durante un meeting con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca.

Secondo fonti militari citate dall’emittente statunitense, lo Stato Maggiore congiunto avrebbe presentato la propria valutazione al Consiglio per la Sicurezza Nazionale all’inizio di ottobre, pochi giorni prima dell’incontro fra i due leader. Zelensky avrebbe chiesto i Tomahawk, missili con una gittata di circa 1.600 chilometri, per colpire impianti energetici e depositi di carburante nelle profondità del territorio russo.

La prudenza di Trump e l’ombra del Cremlino

Il presidente americano, che da mesi cerca di ridefinire i termini dell’appoggio a Kiev, sarebbe diventato più cauto dopo una conversazione telefonica con Vladimir Putin. Il leader russo lo avrebbe avvertito che un’eventuale consegna dei Tomahawk non cambierebbe l’andamento del conflitto, ma rischierebbe di compromettere i rapporti bilaterali.

Secondo la Cnn, nonostante la prudenza del presidente, l’amministrazione avrebbe già predisposto i piani per procedere rapidamente con la consegna nel caso in cui arrivasse il via libera politico.

Le difficoltà operative e il pressing di Kiev

Restano comunque nodi tecnici da sciogliere. I missili Tomahawk sono progettati per essere lanciati da navi o sottomarini, ma la Marina ucraina è quasi del tutto fuori uso. Tra le opzioni allo studio ci sarebbe l’utilizzo di lanciatori terrestri, simili a quelli sviluppati dal Corpo dei Marines e dall’Esercito americano.

Fonti europee ritengono però che Kiev possa trovare soluzioni autonome, come già avvenuto con i missili Storm Shadow britannici, adattati agli aerei di fabbricazione sovietica. In un messaggio su X, Zelensky ha confermato l’obiettivo di “espandere la capacità di attacco a lungo raggio entro la fine dell’anno”, aggiungendo che “le sanzioni globali e la nostra precisione militare si stanno allineando per chiudere la guerra a condizioni giuste per l’Ucraina”.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×