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Ucraina, vertice dei Volenterosi a Tirana: Meloni assente, l’Italia dice no all’invio di truppe.

Macron, Starmer, Merz, Tusk e Zelensky si riuniscono in Albania con un collegamento telefonico a Trump. La premier italiana: «L’Italia sostiene Kiev ma non partecipa a formati sull’invio di truppe».

Ucraina, vertice dei Volenterosi a Tirana: Meloni assente, l’Italia dice no all’invio di truppe.

Macron, Starmer, Merz, Tusk e Zelensky si riuniscono in Albania con un collegamento telefonico a Trump. La premier italiana: «L’Italia sostiene Kiev ma non partecipa a formati sull’invio di truppe».

Tirana – Nuovo vertice del gruppo dei cosiddetti “Volenterosi” a sostegno dell’Ucraina, ma senza la presenza dell’Italia. A margine della sessione plenaria della Comunità Politica Europea, i leader di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Ucraina si sono riuniti nella capitale albanese per rinnovare il fronte occidentale contro l’aggressione russa. In collegamento telefonico anche il presidente statunitense Donald Trump. Tra i temi centrali dell’incontro, il cessate il fuoco in Ucraina, le sanzioni contro Mosca e la possibilità – mai ufficialmente confermata – dell’invio di truppe occidentali sul campo.

Meloni: «No a formati sull’invio di truppe, l’Italia è coerente»

A suscitare attenzione è stata l’assenza dell’Italia, giustificata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con una posizione di fermezza: «L’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina», ha ribadito Meloni da Tirana, dove pure ha partecipato ai lavori della Comunità Politica Europea. «Non avrebbe senso partecipare a formati che discutono opzioni su cui non abbiamo mai dato disponibilità», ha chiarito. E ha poi lanciato una stoccata all’opposizione: «A chi si lamenta, chiedo coerenza. Partecipare per farsi una foto e poi dire di no non è serietà politica. Io sono una persona seria».

Macron frena: «Non abbiamo parlato di truppe, attenzione alle fake news»

A replicare in modo indiretto alle parole della premier italiana è stato il presidente francese Emmanuel Macron. In conferenza stampa ha precisato: «C’è stato un errore di interpretazione. Non abbiamo discusso dell’invio di truppe, ma della possibilità di un cessate il fuoco. Attenzione a non diffondere informazioni fuorvianti: le fake news russe bastano e avanzano». Parole che sembrano voler contenere le polemiche legate alla natura del vertice dei “Volenterosi”, nato su iniziativa francese e giunto al suo sesto appuntamento.

I “Volenterosi” serrano le fila: Mosca non è costruttiva, si rafforza l’asse con Trump

Nel corso della riunione, a cui hanno preso parte Emmanuel Macron, il premier britannico Keir Starmer, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro polacco Donald Tusk e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, è stato espresso profondo disappunto per l’atteggiamento russo nei colloqui di Istanbul. «La Russia ha posto condizioni inaccettabili e non ha dimostrato alcuna buona volontà», ha dichiarato Tusk. Il gruppo ha anche riferito di un colloquio telefonico con il presidente Trump, volto a rafforzare il coordinamento transatlantico. «Il nostro obiettivo è mantenere l’unità tra Europa e Stati Uniti», ha sottolineato il leader polacco.

Italia fuori dal summit, ma non dalla partita

Nonostante l’assenza al summit dei “Volenterosi”, Roma continua a essere parte attiva del sostegno internazionale a Kiev. «L’Italia partecipa a tutti gli altri tavoli e a tutte le iniziative diplomatiche in favore dell’Ucraina», ha ribadito Meloni, sottolineando il ruolo di coerenza e prudenza del governo. Il messaggio è chiaro: nessuna apertura all’intervento militare diretto, ma piena adesione ai canali politici e di supporto umanitario e logistico.

Coalizione salda, ma crepe sul fronte occidentale

Il vertice di Tirana ha confermato il rafforzamento della coalizione a sostegno dell’Ucraina, ma ha anche messo in evidenza divergenze politiche e strategiche all’interno del fronte occidentale. L’asse tra Parigi, Berlino, Londra, Varsavia e Washington appare compatto, ma l’assenza italiana evidenzia una linea di cautela che, seppur coerente con le scelte dichiarate da Roma, potrebbe in futuro tradursi in un isolamento su alcuni dossier chiave.

Intanto, mentre i colloqui con Mosca sembrano essersi arenati ancora una volta, l’Europa e gli Stati Uniti rilanciano la pressione: più sanzioni, più unità e un messaggio chiaro al Cremlino. Ma la pace, per ora, resta un orizzonte lontano.

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