Ucraina, strage nei raid russi: droni su Kiev e Pryluky, tensioni USA-Germania.
Una notte di terrore sotto le bombe: morti e feriti nella capitale e in diverse città ucraine. A Pryluky sterminata la famiglia di un vigile del fuoco. Trump attacca Zelensky, Merz lo sfida da Washington.
Ucraina, strage nei raid russi: droni su Kiev e Pryluky, tensioni USA-Germania.
Una notte di terrore sotto le bombe: morti e feriti nella capitale e in diverse città ucraine. A Pryluky sterminata la famiglia di un vigile del fuoco. Trump attacca Zelensky, Merz lo sfida da Washington.
Una nuova, drammatica notte di guerra ha investito l’Ucraina. Droni kamikaze e missili russi hanno colpito la capitale Kiev e numerose altre città del Paese, causando almeno quattro morti e una ventina di feriti. Particolarmente tragica la situazione a Pryluky, nella regione di Chernihiv, dove un attacco ha sterminato l’intera famiglia del comandante locale dei vigili del fuoco. Il conflitto, nel suo ventinovesimo mese, continua a mietere vittime tra i civili e ad alimentare tensioni anche sul piano internazionale.
Kiev e Pryluky sotto assedio: vittime, incendi e blackout
Nella notte tra il 5 e il 6 giugno, Kiev è stata colpita da una serie coordinata di attacchi aerei russi, con l’utilizzo di droni Shahed e missili balistici. Secondo quanto riferito dal sindaco della capitale, Vitali Klitschko, sei diversi quartieri della città sono stati coinvolti, con gravi danni a edifici residenziali, infrastrutture civili, un hangar e perfino alla rete ferroviaria.
Tra le vittime, tre soccorritori del Servizio statale di emergenza (DSNS), colpiti mentre prestavano assistenza. Altri nove operatori risultano feriti. Le squadre antincendio hanno lavorato per ore per domare le fiamme scoppiate in un condominio di 16 piani e in altri edifici colpiti. L’area est di Kiev, in particolare il distretto di Darnytskyi, ha subito interruzioni di corrente. Le autorità locali stanno effettuando una stima dei danni.
Il cuore della tragedia pulsa a Pryluky, cittadina a nord-est della capitale. Sei droni hanno colpito aree residenziali: uno di questi ha centrato l’abitazione del capo dei vigili del fuoco locali, uccidendo la moglie, la figlia – agente di polizia – e un bambino di un anno. Un evento che ha sconvolto l’intera comunità e rilanciato le accuse ucraine alla Russia per l’uso deliberato di armi contro obiettivi civili.
Raid a tappeto: colpite Odessa, Ternopil, Lutsk e altre città
L’offensiva russa si è estesa ben oltre la capitale. L’aeronautica ucraina ha segnalato il lancio di missili da crociera attraverso le regioni di Kiev, Vinnytsia, Khmelnytskyi, Leopoli e Ternopil. A Ternopil, un impianto industriale è stato colpito causando almeno cinque feriti e una nube potenzialmente tossica che ha spinto le autorità locali a invitare la popolazione – in particolare i bambini – a restare al chiuso.
Anche Lutsk, nell’oblast di Volyn vicino al confine polacco, è stata bersaglio di un attacco. Un palazzo residenziale è parzialmente crollato: cinque i feriti confermati. Esplosioni sono state udite anche nella regione di Odessa e nella città di Chernihiv, già duramente colpita in precedenti ondate di bombardamenti.
La risposta ucraina: droni su Mosca e città russe
In risposta agli attacchi, Kiev ha lanciato una nuova serie di droni in territorio russo. Secondo le autorità di Mosca, sette velivoli sono stati abbattuti prima di raggiungere la capitale. Tuttavia, un drone è riuscito a colpire un’azienda nella città di Engels, nella regione di Saratov, causando un incendio. Ulteriori attacchi sono stati segnalati a Michurinsk, nell’oblast di Tambov, e in altre regioni russe tra cui Tula, Belgorod e Kaluga.
Trump e Merz, scontro sul futuro del conflitto
La recrudescenza militare ha avuto immediato riflesso sul piano diplomatico. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha escluso la possibilità di un accordo a breve tra Kiev e Mosca. In una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha affermato di aver chiesto personalmente a Vladimir Putin di non reagire agli attacchi ucraini, pur ammettendo che la rappresaglia russa “non sarà bella”.
Trump ha utilizzato una metafora controversa per descrivere il conflitto: “Due bambini che si picchiano in un parco. A volte è meglio lasciarli fare”. Dichiarazioni che hanno suscitato critiche, costringendolo poco dopo a precisare: “Voglio fermare le uccisioni, è questo ciò che conta”.
Decisamente diversa la posizione del cancelliere tedesco Friedrich Merz, in visita ufficiale a Washington. “L’America ha una responsabilità storica e deve agire con determinazione per porre fine a questa guerra”, ha dichiarato Merz. “È il momento di esercitare una pressione reale su Mosca”.
Secondo The Atlantic, Trump sarebbe “furioso” per l’audace operazione ucraina del 1° giugno, l’“Operazione Spiderweb”, che ha messo fuori uso 41 bombardieri strategici russi. Alcuni consiglieri del presidente americano avrebbero riferito che il raid ha riacceso le tensioni interne alla Casa Bianca sul sostegno a Kiev. “Zelensky è un provocatore, rischia di portarci alla Terza guerra mondiale”, avrebbe confidato Trump a collaboratori stretti.
Kiev si rialza, ma la paura resta
Nonostante la devastazione della notte, Kiev ha cercato di riprendere la sua routine. I caffè hanno riaperto, le auto tornano a circolare, e stamane si è tenuta la conferenza degli enti locali per la ricostruzione, tappa preparatoria verso il vertice internazionale di luglio a Roma. Ma la città resta in allerta: i cieli sopra la capitale sono ancora segnati dalle nubi dei fumi, mentre il rumore delle sirene è diventato, ormai, parte della quotidianità.
Nel frattempo, il popolo ucraino continua a fare i conti con un’aggressione che, a più di due anni dall’inizio, mostra ancora il volto feroce e imprevedibile della guerra totale. E la pace, al momento, resta un miraggio lontano.
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