Ucraina sotto attacco: ondata di missili, infrastrutture sotto assedio, reazioni internazionali
Ucraina sotto attacco: massicci bombardamenti russi colpiscono infrastrutture e città in tutto il Paese, sollevando timori per la sicurezza energetica e nucleare. Il G7 ribadisce il pieno sostegno a Kiev.
Ucraina sotto attacco: ondata di missili, infrastrutture sotto assedio, reazioni internazionali.
L’Ucraina ha subito uno degli attacchi aerei più devastanti dall’inizio del conflitto con la Russia, descritto dal ministro degli Esteri ucraino, Andryi Sybiha, come “uno dei più potenti” mai lanciati da Mosca. L’offensiva ha colpito in modo coordinato tutto il Paese, utilizzando droni, missili da crociera, missili balistici e ipersonici, mettendo in ginocchio le infrastrutture energetiche nazionali e provocando gravi danni in diverse regioni.
La portata dell’attacco
Nelle ultime ore, circa 120 missili e 90 droni russi, tra cui i temuti droni Shahed di fabbricazione iraniana, sono stati scagliati contro il territorio ucraino. Le difese aeree di Kiev hanno intercettato e distrutto oltre 140 di questi dispositivi, come riferito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma i danni sono stati comunque significativi. “Gli obiettivi del nemico erano le infrastrutture energetiche di tutto il Paese”, ha dichiarato Zelensky sul suo canale Telegram.
Le conseguenze dell’attacco si sono fatte sentire a Kiev, dove frammenti di droni hanno colpito un condominio, ferendo almeno una persona, secondo quanto riferito dal sindaco Vitali Klitschko. Nel frattempo, esplosioni sono state segnalate in numerose città, tra cui Zaporizhzhia, Odessa, Mykolaiv e Chernihiv.
A causa dell’estensione e della gravità dei danni, il governo ucraino ha annunciato restrizioni alla distribuzione di energia elettrica, già operative nella capitale e nelle regioni più colpite, come Donetsk e Dnipropetrovsk. Il ministro dell’Energia, German Galushchenko, ha confermato che gli impianti di produzione e trasmissione elettrica sono stati tra i principali bersagli e che le squadre tecniche sono impegnate nella riparazione delle infrastrutture.
Rischio nucleare e risposta internazionale
L’attacco ha sollevato preoccupazioni anche sul fronte della sicurezza nucleare. L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha lanciato l’allarme, evidenziando che le centrali nucleari ucraine hanno dovuto ridurre la produzione di energia per ragioni precauzionali. Il direttore generale Rafael Mariano Grossi ha dichiarato che questa situazione “mette ulteriormente sotto pressione la sicurezza nucleare”.
La comunità internazionale non è rimasta a guardare. La Polonia ha reagito immediatamente, facendo decollare i propri jet da combattimento e mobilitando tutte le forze disponibili per monitorare il confine orientale. Il Comando operativo polacco ha sottolineato la collaborazione con gli alleati NATO nel rispondere alla minaccia crescente.
L’impegno del G7 e il sostegno dell’UE
Il presidente ucraino Zelensky continua a invocare il supporto dei partner occidentali per mantenere alta la resistenza del Paese. Durante il vertice del G7, i leader hanno ribadito il loro sostegno a Kiev, promettendo di continuare a fornire aiuti economici, militari e umanitari. “Resteremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante un’intervista in Brasile.
In vista del millesimo giorno di guerra, Zelensky ha fissato un obiettivo ambizioso: “Porre fine al conflitto nel 2025 attraverso la via diplomatica, ma partendo da un’Ucraina forte”. Tuttavia, il leader ucraino ha escluso qualsiasi negoziato che comporti una capitolazione o l’accettazione delle condizioni di Vladimir Putin.
Le incertezze del futuro
Nonostante il sostegno internazionale, le sfide per Kiev rimangono enormi. Zelensky ha ammesso che le forze armate ucraine sono sotto pressione: “Le truppe sono stanche, e i rimpiazzi tardano a causa delle mancate consegne di armi dai partner”. L’Europa, che finora ha sostenuto il conflitto con aiuti per circa 20 miliardi di euro, si trova a dover considerare un maggiore impegno economico nel caso di un calo del supporto americano, soprattutto con l’eventuale ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
Riproduzione riservata © Copyright La Milano