Ucraina-Russia, Bruxelles vara il 18° pacchetto di sanzioni: stretta su petrolio, banche e tecnologia.
Von der Leyen: "La Russia capisce solo il linguaggio della forza". Tetto al petrolio abbassato a 45 dollari, blocco a Nord Stream 1 e 2, sanzioni a 22 nuove banche e colpo alla flotta ombra del Cremlino.
Ucraina-Russia, Bruxelles vara il 18° pacchetto di sanzioni: stretta su petrolio, banche e tecnologia.
Von der Leyen: “La Russia capisce solo il linguaggio della forza”. Tetto al petrolio abbassato a 45 dollari, blocco a Nord Stream 1 e 2, sanzioni a 22 nuove banche e colpo alla flotta ombra del Cremlino.
Bruxelles alza il tiro. Con il 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia, l’Unione Europea tenta un’ulteriore stretta economica per fiaccare la macchina bellica del Cremlino e costringere Vladimir Putin a sedersi al tavolo della pace. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lo ha annunciato ufficialmente: “La Russia non ha mai dimostrato volontà di pace. Ecco perché dobbiamo aumentare la pressione. Il Cremlino capisce solo il linguaggio della forza”.
Le nuove misure, presentate il 10 giugno, colpiscono i settori chiave dell’economia russa: energia, finanza, industria bellica e tecnologia. Un assalto economico che mira a chiudere le falle delle precedenti sanzioni, rafforzare i controlli sull’elusione da parte di Paesi terzi e colpire più duramente le entrate del regime russo.
Price cap ridotto a 45 dollari, nel mirino la flotta ombra
Il cuore del pacchetto è l’abbassamento del price cap sul greggio russo, fissato nel 2022 a 60 dollari al barile e ora portato a 45. Una misura che, secondo von der Leyen, “ripristina l’efficacia del tetto alla luce dei nuovi prezzi di mercato”, già scesi sotto il limite originario. “Le esportazioni di petrolio rappresentano ancora un terzo delle entrate russe”, ha precisato, “dobbiamo colpirle con più decisione”.
Nel mirino anche la cosiddetta flotta ombra del Cremlino, la rete di centinaia di petroliere utilizzate per eludere le sanzioni e commerciare greggio con Paesi non allineati. Bruxelles ne ha aggiunte 77 alla lista nera delle 342 già bandite dai porti europei.
Stop definitivo a Nord Stream 1 e 2
Altro passaggio simbolico e strategico è la proposta di vietare qualsiasi transazione, diretta o indiretta, legata ai gasdotti Nord Stream 1 e 2, le grandi infrastrutture tra Russia e Germania ormai inutilizzate. “Non ci sarà ritorno al passato”, ha chiarito von der Leyen. L’obiettivo è spezzare ogni residuo legame energetico con Mosca e impedire future riconversioni politiche in senso filorusso.
Muro finanziario: Swift esteso, colpiti 22 istituti e il fondo sovrano russo
Il secondo fronte del nuovo pacchetto è quello bancario. La Commissione propone di estendere il blocco del sistema Swift — già in vigore per alcune banche russe — ad altri 22 istituti. Non solo: Bruxelles vuole impedire qualsiasi tipo di transazione finanziaria anche con operatori di Paesi terzi che facilitano scambi commerciali con Mosca aggirando le sanzioni.
Tra le misure più incisive figura anche il congelamento del Fondo Russo per gli Investimenti Diretti (RDIF), considerato un canale strategico per la modernizzazione dell’economia russa e lo sviluppo dell’industria militare.
Esportazioni sotto controllo: stop a 2,5 miliardi di beni tecnologici e industriali
Nel terzo punto, la Commissione annuncia un blocco all’export europeo di beni e tecnologie per un valore superiore ai 2,5 miliardi di euro. Si tratta in particolare di macchinari, metalli, plastiche e sostanze chimiche usate nell’industria pesante e nella produzione bellica.
Focus anche sulle tecnologie dual use — civili e militari — come droni, missili e sistemi d’arma avanzati. “Vogliamo assicurarci che la Russia non possa più modernizzare le proprie armi con tecnologia europea”, ha dichiarato la presidente dell’esecutivo Ue.
Obiettivo: chiudere le falle e colpire gli sponsor della guerra
Il quarto e ultimo pilastro delle nuove misure è il rafforzamento del sistema di controllo e applicazione delle sanzioni. Verranno sanzionate 22 nuove aziende — russe e straniere — accusate di fornire supporto diretto o indiretto al complesso militare-industriale russo. “Chi sostiene gli sforzi bellici della Russia si assume una grande responsabilità”, ha detto von der Leyen, puntando il dito contro alcuni governi e attori economici di Paesi terzi.
Un bilancio pesante per Mosca: economia in caduta libera
Le misure europee iniziano a fare effetto. Secondo Bruxelles, le sanzioni finora adottate hanno già inferto danni profondi all’economia russa: 210 miliardi di euro di riserve bloccate, entrate energetiche crollate dell’80% rispetto al periodo pre-bellico, deficit e tassi di interesse alle stelle, inflazione oltre il 10% e importazioni di tecnologie diventate sei volte più costose.
“L’economia russa è ormai un’economia di guerra che sacrifica il proprio futuro”, ha detto von der Leyen. Una strategia di logoramento che l’Ue spera possa portare a un punto di svolta nei prossimi mesi.
Ostacoli politici e attesa per il G7
Tuttavia, per approvare il nuovo pacchetto servirà l’unanimità tra i 27 Stati membri. E già si profilano resistenze da parte di Slovacchia e Ungheria, tradizionalmente più vicine a Mosca. Le trattative proseguiranno fino a luglio, quando il piano dovrebbe essere sottoposto al voto formale.
Intanto, il confronto si sposta anche sul piano transatlantico. Von der Leyen ha incontrato la senatrice americana Lindsey Graham per rafforzare il coordinamento con Washington. Un fronte comune che potrebbe consolidarsi in occasione del prossimo vertice del G7 in Canada, dove si discuterà proprio dell’impatto delle sanzioni e della linea da tenere contro Mosca.
Con queste nuove sanzioni, Bruxelles tenta di stringere ancora di più il cappio attorno al Cremlino, nella speranza che l’isolamento economico possa rivelarsi l’arma decisiva per porre fine a un conflitto che continua a devastare l’Europa orientale.
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