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Ucraina, ore decisive: oggi la telefonata tra Trump e Putin per il cessate il fuoco.

Il presidente USA tenta la svolta diplomatica con una proposta di tregua di 30 giorni. L’Europa si allinea, ma Putin resiste. Zelensky: “Pronti a trattare, ma niente concessioni su territori occupati”.

Ucraina, ore decisive: oggi la telefonata tra Trump e Putin per il cessate il fuoco.

Il presidente USA tenta la svolta diplomatica con una proposta di tregua di 30 giorni. L’Europa si allinea, ma Putin resiste. Zelensky: “Pronti a trattare, ma niente concessioni su territori occupati”.

È attesa per oggi, lunedì 19 maggio 2025, la telefonata più delicata e cruciale dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. A parlarsi saranno Donald J. Trump e Vladimir Putin, sempre più deciso a portare avanti la sua “operazione militare speciale” fino alla presa definitiva delle quattro regioni occupate nel sud-est ucraino.

L’obiettivo dichiarato da Trump è ambizioso: ottenere un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, come base per un accordo più ampio. Il presidente americano si è detto fiducioso. “Se non ci riesco io, non ci riuscirà nessuno”, ha ribadito anche ieri tramite il suo inviato speciale, Steve Witkoff, anticipando che il colloquio con Putin sarà “proficuo e chiarificatore”.

Il sostegno dei leader europei

Nelle ore che precedono l’attesissimo contatto con il Cremlino, Trump ha ricevuto il sostegno diretto dei principali leader europei. In una telefonata notturna, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz hanno condiviso con il presidente USA una linea comune: spingere Mosca a dimostrare reale volontà negoziale e accettare la tregua proposta.

Il presidente francese Macron, tra i più espliciti, ha dichiarato su X: “Sta a Putin dimostrare di volere davvero la pace. Accetti il cessate il fuoco incondizionato. L’Ucraina e l’Europa lo sostengono”. Sulla stessa linea il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz, che hanno discusso anche dell’ipotesi di nuove sanzioni nel caso Mosca continui a rifiutare un negoziato serio.

Meloni, da parte sua, ha ribadito “il pieno sostegno italiano agli sforzi del presidente Trump per una pace giusta e duratura”, aggiungendo che “l’apertura dell’Ucraina al dialogo va accolta e valorizzata. Ora Mosca deve fare la sua parte”.

Il fronte ucraino: fiducia con prudenza

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, reduce da un tour diplomatico a Roma, ha fatto sapere di avere inviato una lettera personale a Trump con nuove proposte di cooperazione nel settore della difesa e del commercio. “Siamo pronti a una vera diplomazia”, ha scritto Zelensky, ribadendo che l’Ucraina sostiene la proposta americana di un cessate il fuoco.

Fonti della presidenza ucraina riferiscono che Zelensky ha discusso della telefonata anche con il vicepresidente USA J.D. Vance e con il segretario di Stato Marco Rubio, chiedendo di mantenere alta la pressione su Mosca. Zelensky ha messo in guardia Trump dal rischio di una concessione unilaterale alla Russia che non garantisca l’integrità territoriale dell’Ucraina.

Il Cremlino: “Non faremo concessioni”

Secondo fonti citate da Bloomberg, Putin non intende fare concessioni oggi al presidente americano. Il leader russo è convinto che l’esercito sia in grado di completare entro l’anno la conquista militare delle regioni di Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, annesse nel 2022.

In un’intervista contenuta nel documentario “Rossiya. Kremlin. Putin. Twenty-Five Years”, Putin ha dichiarato: “Abbiamo i mezzi per concludere ciò che è stato avviato. Il nostro obiettivo è garantire la sicurezza dello Stato russo e creare le condizioni per una pace duratura”.

Tradotto: il Cremlino punta ancora a una vittoria militare, e la telefonata di oggi con Trump potrebbe non bastare a spostare l’equilibrio.

Il rischio di un’intesa al ribasso

In Europa, tra i diplomatici, cresce il timore che Trump possa cercare un accordo rapido e imperfetto, pur di intestarsi un successo internazionale. “Sta perdendo la pazienza con Mosca”, ha detto il presidente finlandese Alexander Stubb dopo aver parlato con il leader americano. Ma ha anche avvertito: “Trump e Putin non devono decidere il futuro dell’Ucraina ignorando Zelensky”.

Nonostante le cautele, la comunità internazionale guarda alla telefonata di oggi con una miscela di attesa e apprensione. Se il dialogo porterà anche solo a un congelamento temporaneo del conflitto, sarà comunque un passo avanti in un contesto drammaticamente stagnante.

Ma se fallirà, le prospettive per l’estate sul campo di battaglia potrebbero diventare ancora più fosche.

Ore decisive, dunque, per l’Ucraina e per l’Europa. Il telefono tra Washington e Mosca squillerà nel pomeriggio. Il mondo trattiene il fiato.

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