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Ucraina, Merz annuncia la fine dei limiti sulle armi a lungo raggio: ma Berlino si spacca sui missili Taurus.

Il cancelliere tedesco parla di un’intesa tra alleati per autorizzare l’uso di armi occidentali in territorio russo. Klingbeil (Spd) smentisce. Resta il nodo Taurus e il rischio di crisi nel governo di coalizione.

Ucraina, Merz annuncia la fine dei limiti sulle armi a lungo raggio: ma Berlino si spacca sui missili Taurus.

Il cancelliere tedesco parla di un’intesa tra alleati per autorizzare l’uso di armi occidentali in territorio russo. Klingbeil (Spd) smentisce. Resta il nodo Taurus e il rischio di crisi nel governo di coalizione.

Berlino – Con una dichiarazione destinata a scuotere tanto gli equilibri interni del governo tedesco quanto il fronte diplomatico occidentale, il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Francia non imporrebbero più restrizioni all’uso delle armi a lungo raggio fornite all’Ucraina, anche in territorio russo. “Non ci sono più limiti alla gittata delle armi inviate a Kiev”, ha detto, sottolineando che l’Ucraina potrà finalmente colpire “posizioni militari in Russia” per difendersi da un’aggressione brutale e continua.

Le dichiarazioni hanno immediatamente sollevato dubbi e tensioni, tanto all’interno della coalizione tedesca quanto tra gli alleati internazionali. Nessuna delle capitali coinvolte – Londra, Parigi, Washington – ha per ora confermato ufficialmente l’esistenza di un nuovo accordo collettivo sulla rimozione dei vincoli di utilizzo delle armi. Nel frattempo, a Berlino è esploso un caso politico.

La smentita di Klingbeil e la retromarcia del cancelliere

Poche ore dopo le dichiarazioni di Merz, il vicepresidente del governo e leader del Partito Socialdemocratico (Spd), Lars Klingbeil, ha smentito pubblicamente il cancelliere, affermando che “non esiste alcun accordo” che superi quanto già deciso dall’ex governo Scholz. “La posizione tedesca sull’invio dei missili Taurus non è cambiata”, ha ribadito Klingbeil, rivelando le profonde fratture che persistono all’interno della grande coalizione Cdu-Spd.

Merz ha quindi tentato di contenere le polemiche. In una conferenza stampa a Turku, in Finlandia, accanto al premier finlandese Petteri Orpo, ha precisato che non si riferiva a una decisione recente, bensì a un processo già in corso da mesi. “I limiti sulla gittata delle armi sono stati progressivamente superati nel tempo da tutti i principali fornitori”, ha detto, cercando di derubricare la sua dichiarazione a una presa d’atto di una realtà già consolidata.

Il nodo irrisolto dei missili Taurus

Al centro del dibattito resta la questione dei missili da crociera Taurus, con gittata superiore ai 500 chilometri, che la Germania possiede ma non ha mai inviato a Kiev. L’ex cancelliere Scholz ha sempre opposto un netto rifiuto, temendo un’escalation diretta con la Russia e il rischio che Mosca possa interpretare l’invio di armi tedesche a lungo raggio come una partecipazione attiva al conflitto.

Merz, invece, ha fatto della consegna dei Taurus uno dei punti cardine della sua agenda politica, promettendoli apertamente durante la campagna elettorale. Con il nuovo governo in carica, i sostenitori della resistenza ucraina si attendevano un cambio di passo. Ma la marcia indietro del cancelliere e le divisioni all’interno della maggioranza rendono ora incerto ogni sviluppo.

Il rischio di una crisi di governo

La confusione generata dall’intervento di Merz rischia ora di aprire una crisi interna al governo tedesco. La sua dichiarazione, interpretata inizialmente come un’improvvisa svolta nella politica di difesa tedesca, ha sollevato critiche anche da esponenti moderati dell’Spd, che accusano il cancelliere di condurre una politica estera “per vie personali”, senza il necessario coordinamento con il parlamento né con i partner europei.

Se Merz dovesse insistere sull’invio dei Taurus contro il parere della Spd, il fragile equilibrio della coalizione potrebbe saltare. Per ora, le sue rettifiche sembrano aver evitato lo scontro frontale. Ma la tensione resta alta.

L’intervento di Merz ha rotto un tabù, ma ha anche evidenziato la fragilità della linea tedesca sul conflitto ucraino. L’ambiguità resta il cardine dell’azione occidentale, tra promesse implicite e timori espliciti. Ma con la guerra che si trascina e la pressione militare russa che non accenna a diminuire, la questione dell’uso delle armi occidentali in territorio russo potrebbe presto smettere di essere solo una controversia politica per diventare un fatto compiuto.

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