CAMBIA LINGUA

Trump: “Tregua a Gaza molto vicina. Sapremo oggi o domani”.

Il presidente Usa ottimista sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Tajani critica Tel Aviv: “Sta sbagliando”. Berlino valuta lo stop alle forniture militari. Katz sfida Macron: “Costruiremo lo Stato ebraico in Cisgiordania”.

Trump: “Tregua a Gaza molto vicina. Sapremo oggi o domani”.

Il presidente Usa ottimista sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Tajani critica Tel Aviv: “Sta sbagliando”. Berlino valuta lo stop alle forniture militari. Katz sfida Macron: “Costruiremo lo Stato ebraico in Cisgiordania”.

“Siamo molto vicini”. Così il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha definito lo stato dei negoziati in corso tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Parlando dallo Studio Ovale, il leader americano ha dichiarato che novità concrete sulla tregua potrebbero arrivare “oggi o forse domani”. Una dichiarazione che segna un cambio di tono nella posizione dell’amministrazione statunitense, sempre più coinvolta nel tentativo di mettere fine al conflitto in corso.

Trump ha spiegato che “penso ci sia possibilità” di un’intesa e ha aggiunto che Hamas “è in un gran casino, e credo voglia uscirne”. Una valutazione che riflette l’impressione della Casa Bianca secondo cui il gruppo islamista, sotto pressione militare e diplomatica, starebbe rivalutando la propria posizione.

Ma mentre gli Stati Uniti si muovono sul piano diplomatico, in Europa il sostegno a Israele comincia a incrinarsi. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso un giudizio severo sull’operato del governo Netanyahu: “Siamo amici di Israele, ma non condividiamo quello che sta facendo. Israele ha subito una ferita profonda con quanto accaduto il 7 ottobre, ma ora sta sbagliando. Abbiamo detto basta, è inaccettabile quanto sta accadendo”.

Anche dalla Germania giungono segnali di crescente malcontento. Il ministro Johann Wadephul ha lasciato intendere che Berlino potrebbe sospendere l’invio di armi a Tel Aviv. “Israele deve potersi difendere, anche con sistemi d’arma tedeschi – ha affermato – ma un’altra questione è se quanto sta accadendo a Gaza sia compatibile con il diritto internazionale”.

Intanto, sul fronte israeliano, il ministro della Difesa Israel Katz ha rilanciato una linea intransigente visitando un avamposto di coloni nel nord della Cisgiordania. Da lì ha lanciato un chiaro messaggio alla comunità internazionale, in particolare al presidente francese Emmanuel Macron: “Riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, noi costruiremo lo Stato ebraico israeliano sul campo”. Tel Aviv accusa apertamente Macron di condurre una “crociata contro lo Stato ebraico” dopo le pressioni francesi per un cambio di rotta in risposta alla crisi umanitaria a Gaza.

Il clima internazionale resta teso, ma Washington spera in un imminente cessate il fuoco che possa aprire una nuova fase nei difficili equilibri del Medio Oriente.

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