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Trump rimuove il consigliere Waltz dopo lo scandalo Signal: sarà ambasciatore all’ONU, Rubio prende il suo posto.

Dopo settimane di polemiche per l’inserimento di un giornalista in una chat riservata su operazioni militari, Donald Trump silura Mike Waltz dalla Sicurezza Nazionale e tenta di trasformare il caso in una "promozione". Il segretario di Stato Marco Rubio diventa consigliere ad interim.

Trump rimuove il consigliere Waltz dopo lo scandalo Signal: sarà ambasciatore all’ONU, Rubio prende il suo posto.

Dopo settimane di polemiche per l’inserimento di un giornalista in una chat riservata su operazioni militari, Donald Trump silura Mike Waltz dalla Sicurezza Nazionale. Il segretario di Stato Marco Rubio diventa consigliere ad interim.

New York– Dopo appena cento giorni dall’insediamento del secondo mandato, l’amministrazione Trump è scossa dal primo grande terremoto interno. Il presidente ha annunciato giovedì la rimozione del consigliere per la Sicurezza nazionale Mike Waltz, coinvolto nello scandalo legato a una chat su Signal in cui erano stati condivisi piani militari sensibili. Ma in un’abile operazione di maquillage politico, Trump ha deciso di “promuovere” Waltz, nominando l’ex berretto verde come ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, un incarico prestigioso ma considerato una via d’uscita onorevole dalla Casa Bianca.

La decisione è stata comunicata direttamente dal presidente su Truth Social: “Dal campo di battaglia al Congresso, Mike Waltz ha sempre messo l’America al primo posto. Farà lo stesso alle Nazioni Unite”, ha scritto Trump, cercando di ridimensionare la gravità della vicenda.

Il caso Signal

La rimozione di Waltz arriva dopo settimane di pressioni politiche e mediatiche legate a quello che i giornali americani hanno ribattezzato il Signalgate. A marzo, Waltz ha creato una chat su Signal per discutere con alcuni membri del governo degli attacchi contro le milizie Houthi in Yemen. Nella chat, per errore, ha incluso Jeffrey Goldberg, direttore dell’Atlantic, che ha poi pubblicato un resoconto dell’accaduto. Inizialmente, per senso di responsabilità, Goldberg aveva omesso i dettagli più delicati. Ma dopo che la Casa Bianca aveva negato che fossero state diffuse informazioni classificate, il giornalista ha deciso di pubblicare l’intero contenuto, smentendo il presidente.

A quel punto, la posizione di Waltz è apparsa sempre più precaria. Anche se Trump aveva inizialmente difeso il consigliere, definendolo “un brav’uomo che ha imparato la lezione”, le pressioni sono diventate insostenibili. Secondo la CBS, è stato lo stesso Trump a decidere di accompagnare l’uscita di scena con una “riorganizzazione” che lo salvasse dalla figura del licenziamento forzato.

La scelta di Rubio e il nodo Wong

A ricoprire temporaneamente l’incarico di consigliere per la Sicurezza nazionale sarà Marco Rubio, attuale segretario di Stato, che ora si ritrova a gestire ben quattro ruoli chiave nell’amministrazione: oltre a questi due, è anche amministratore facente funzioni dell’USAID e archivista nazionale. La scelta ha colto di sorpresa molti funzionari, che si aspettavano un nome più vicino al mondo della sicurezza.

Oltre a Waltz, anche il suo vice, Alex Wong, sarà rimosso. Wong aveva già servito nell’amministrazione Trump come negoziatore nei colloqui con la Corea del Nord e vice segretario di Stato per l’Est asiatico. Anche lui è stato coinvolto nella discussione sulla chat, contribuendo a rendere ancora più gravi le falle nella sicurezza.

Una promozione che maschera un licenziamento

Nonostante le apparenze, quella di Waltz è a tutti gli effetti una rimozione, anche se Trump cerca di presentarla come una nomina strategica. L’ambasciata all’ONU è rimasta vacante dopo il ritiro della candidatura della deputata Elise Stefanik, che ha preferito mantenere il suo seggio alla Camera. L’approvazione della nomina spetta ora al Senato, dove però i Democratici potrebbero alzare la voce proprio sulla vicenda Signal.

Secondo fonti della CNN, Waltz avrebbe cercato fino all’ultimo di rimanere nel ruolo e ha partecipato anche all’ultima riunione di gabinetto. Ma la pressione dell’opinione pubblica e il timore che l’incidente venisse strumentalizzato politicamente hanno convinto Trump che fosse il momento giusto per agire.

Il possibile prossimo silurato: Hegseth

Nel frattempo, secondo indiscrezioni raccolte dal New York Times, anche il segretario alla Difesa Pete Hegseth potrebbe essere nel mirino. Sarebbe infatti emersa l’esistenza di una seconda chat segreta su Signal, in cui Hegseth avrebbe condiviso informazioni riservate con la moglie e il fratello. La Casa Bianca per ora lo difende, ma l’imbarazzo cresce. Emblematica la gaffe del 30 aprile, quando ha cancellato un programma per le donne nella difesa, scambiandolo erroneamente per un’eredità dell’amministrazione Biden. In realtà, era stato approvato proprio da Trump nel 2017.

La Casa Bianca tenta di archiviare il caso Waltz

Con la rimozione di Mike Waltz, la Casa Bianca prova a chiudere una delle pagine più imbarazzanti di questo inizio di mandato. Ma dietro la patina della continuità istituzionale, si cela un’amministrazione che fatica a gestire le tensioni interne e le conseguenze delle proprie leggerezze. Il caso Signal potrebbe non essere l’ultimo scossone

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