Trump raddoppia i dazi su acciaio e alluminio: al via la nuova offensiva commerciale degli Stati Uniti.
Scattano le tariffe al 50% sulle importazioni globali di acciaio e alluminio. Londra per ora risparmiata. Cresce la tensione con Cina, UE e Messico. Trump: «Solo così possiamo difendere la nostra economia».
Trump raddoppia i dazi su acciaio e alluminio: al via la nuova offensiva commerciale degli Stati Uniti.
Scattano le tariffe al 50% sulle importazioni globali di acciaio e alluminio. Londra per ora risparmiata. Cresce la tensione con Cina, UE e Messico. Trump: «Solo così possiamo difendere la nostra economia».
Washington – Dalla mezzanotte (ora di Washington), i nuovi dazi del 50% su acciaio e alluminio sono ufficialmente in vigore negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo che raddoppia le tariffe precedentemente fissate al 25%, in nome della “sicurezza nazionale” e con l’obiettivo dichiarato di rafforzare l’industria americana dei metalli. È una mossa che rischia di rilanciare la guerra commerciale globale, riaccendendo le tensioni con i principali partner economici di Washington.
“Ho ritenuto necessario aumentare i dazi doganali al fine di garantire che le importazioni non mettano a rischio la sicurezza nazionale”, si legge nel decreto presidenziale, firmato martedì sera.
Londra (per ora) esentata. Ma incombe la clausola del 9 luglio
L’unico grande partner a essere risparmiato, almeno temporaneamente, è il Regno Unito. L’accordo tariffario firmato l’8 maggio scorso tra Trump e il premier britannico Keir Starmer, noto come Economic Prosperity Deal, prevede infatti la graduale eliminazione dei dazi su acciaio e alluminio tra i due Paesi. Tuttavia, l’intesa non è ancora entrata in vigore, e finché ciò non accadrà, gli esportatori britannici continueranno a pagare tariffe al 25%.
Nel decreto, Trump ha comunque avvertito che “se entro il 9 luglio il Regno Unito non avrà adempiuto agli impegni previsti dall’accordo, i dazi potrebbero essere estesi anche a Londra”. Starmer ha assicurato che il suo governo intende “attuare il deal il prima possibile”, mentre i conservatori lo accusano di incertezza e debolezza.
L’ira di Messico e Ue: “Misura ingiusta”. A Parigi summit d’emergenza
La risposta internazionale non si è fatta attendere. Il Messico, che si è detto “sbalordito” per essere stato colpito nonostante il saldo commerciale positivo degli Usa nel settore, ha annunciato che presenterà venerdì una richiesta formale di esenzione. “Una misura assurda, insostenibile e ingiusta”, l’ha definita il ministro dell’Economia Marcelo Ebrard.
Anche l’Unione europea è sul piede di guerra. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha definito la misura “un grave ostacolo ai negoziati in corso” e ha commentato così il comportamento di Trump: “Va preso molto sul serio, ma non alla lettera”. Oggi, a margine della ministeriale Ocse a Parigi, il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic incontrerà il rappresentante statunitense Jamieson Greer per tentare di salvare il dialogo.
Parallelamente, Sefcovic ha avuto nelle ultime ore un faccia a faccia con il ministro del Commercio cinese Wang Wentao. Un incontro definito “franco e approfondito” dai media di Pechino, con l’obiettivo di stilare una roadmap operativa per le prossime scadenze bilaterali tra Cina e Ue.
Trump e Xi, tensione a distanza. “Difficile trattare con lui”
Il giorno dell’entrata in vigore dei dazi, Trump è tornato a farsi sentire anche sul suo social network Truth, con un messaggio rivolto direttamente al leader cinese Xi Jinping: “Mi piace Xi, mi è sempre piaciuto e mi piacerà sempre. Ma è MOLTO TOSTO, ed è estremamente duro farci un accordo”. Secondo indiscrezioni raccolte da Politico, Trump sarebbe “ossessionato” all’idea di ottenere una telefonata con Xi entro la settimana per sbloccare le trattative con Pechino.
L’ipotesi di un colloquio diretto tra i due leader è attesa da mesi, ma la Casa Bianca non ha ancora confermato se e quando avverrà. Intanto, nel suo decreto Trump ha sottolineato che “se agli altri è consentito usare dazi contro di noi, ma a noi non è permesso reagire, il nostro Paese non ha alcuna possibilità di sopravvivere economicamente”.
Musk contro tutti: “Il bilancio Usa è un abominio”
Nel mezzo della bufera commerciale, arriva anche l’ennesimo attacco di Elon Musk. Il fondatore di Tesla e SpaceX ha definito su X (ex Twitter) il pacchetto fiscale Usa “un disgustoso abominio”, denunciando “favoritismi e sprechi” nel nuovo disegno di legge del Congresso. Le sue parole si inseriscono in un clima di crescente tensione politica e economica negli Stati Uniti, mentre la campagna elettorale presidenziale entra nel vivo.
Una nuova fase
Con la firma del nuovo ordine esecutivo, Donald Trump ha inaugurato una nuova fase della sua politica commerciale muscolare. Sul fronte finanziario, le reazioni dei mercati sono per ora contenute. Se la strategia porterà benefici all’industria americana o scatenerà un effetto domino globale è ancora tutto da vedere. Intanto, il mondo prende le misure a un’America sempre più protezionista e imprevedibile.
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