CAMBIA LINGUA

Trump dichiara guerra commerciale ai Paesi pro-BRICS: dazi del 10% in arrivo

Il Presidente degli Stati Uniti lancia un ultimatum ai Paesi che sostengono il blocco economico dei BRICS, minacciando tariffe punitive sulle importazioni. Nuove tensioni globali in vista.

Trump dichiara guerra commerciale ai Paesi pro-BRICS: dazi del 10% in arrivo.

Trump attacca i BRICS: “10% di dazi a chi li sostiene”

Il presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump, ha scatenato un nuovo fronte della guerra commerciale globale, annunciando dazi del 10% su tutte le importazioni provenienti da Paesi che si schiereranno con il blocco dei BRICS. In un messaggio pubblicato su Truth Social, Trump ha definito le politiche del gruppo come “anti-americane” e ha dichiarato che “non ci saranno eccezioni” .

Questa nuova linea dura conferma il ritorno a una strategia protezionista e nazionalista sotto la sua seconda amministrazione, incentrata sul rilancio dell’industria americana e sulla difesa degli interessi economici nazionali.

Chi sono i BRICS e perché irritano Washington

Il blocco BRICS — formato da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, con l’ingresso recente di Paesi come Iran, Arabia Saudita, Egitto, Etiopia e Argentina — è diventato negli ultimi anni un polo alternativo di potere economico e geopolitico.

Il gruppo promuove attivamente l’uscita dal dollaro nelle transazioni internazionali, incentivando l’uso di valute locali per gli scambi bilaterali tra i membri e con altri Paesi. In parallelo, sta potenziando istituzioni finanziarie autonome come la Nuova Banca di Sviluppo, alternative al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale.

Secondo Foreign Policy, questa strategia punta a ridurre la dipendenza dal sistema finanziario occidentale e a costruire un ordine economico globale alternativo, meno soggetto all’influenza statunitense

La dottrina Trump 2.0: America First”, di nuovo

Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha segnato il rafforzamento della sua visione economica protezionista. Secondo The Wall Street Journal, la proposta di un dazio generalizzato del 10% rientra in una strategia che mira a riequilibrare la bilancia commerciale statunitense e a colpire duramente i rivali economici.

Durante il suo primo mandato, Trump aveva già imposto dazi alla Cina e minacciato misure analoghe verso l’Unione Europea e il Messico. Oggi, la minaccia è rivolta ai Paesi che, secondo il presidente, “favoriscono un sistema globale anti-americano attraverso il sostegno ai BRICS”

Effetti potenziali sui mercati e sui Paesi emergenti

Secondo un’analisi del Financial Times, le nuove tariffe statunitensi potrebbero provocare un’ondata di instabilità nei mercati emergenti, molti dei quali sono fortemente dipendenti dalle esportazioni verso gli Stati Uniti. I dazi potrebbero anche compromettere gli investimenti stranieri diretti e frenare lo sviluppo industriale in Paesi come India, Brasile e Sudafrica, che si trovano ora in una posizione geopolitica delicata.

Gli economisti avvertono anche del rischio di ritorsioni commerciali, con la possibilità di un’escalation di barriere tariffarie e la disgregazione delle catene globali del valore. Secondo The New York Times, le imprese statunitensi con supply chain globali potrebbero essere le prime a risentirne, insieme ai consumatori americani colpiti da un aumento dei prezzi.

Un confronto ideologico ed economico

La mossa di Trump va letta anche in chiave ideologica. Come riportato dal World Economic Forum, il crescente peso politico dei BRICS rappresenta un’alternativa concreta all’ordine mondiale dominato dagli Stati Uniti e dai loro alleati. L’aggressività retorica e tariffaria della nuova amministrazione USA mostra il timore di un sistema multipolare in grado di erodere il primato statunitense in economia, diplomazia ed energia.

Segui La Milano sul nostro canale Whatsapp

Riproduzione riservata © Copyright La Milano

×