Trump apre a una riduzione dei dazi alla Cina: “Un 80% è giusto”. A Ginevra vertice cruciale con Pechino.
Alla vigilia dei negoziati con la Cina, Trump ipotizza un taglio delle tariffe dal 145% all’80%. Washington annuncia nuovi accordi commerciali in arrivo. L’export cinese verso gli USA crolla del 17%. Europa divisa, ma punta al dialogo.
Trump apre a una riduzione dei dazi alla Cina: “Un 80% è giusto”. A Ginevra vertice cruciale con Pechino.
Alla vigilia dei negoziati con la Cina, Trump ipotizza un taglio delle tariffe dal 145% all’80%. Washington annuncia nuovi accordi commerciali in arrivo. L’export cinese verso gli USA crolla del 17%. Europa divisa, ma punta al dialogo.
Donald Trump torna a scuotere l’agenda commerciale mondiale. Alla vigilia dei delicati colloqui tra Stati Uniti e Cina a Ginevra, il presidente americano ha annunciato l’intenzione di rivedere i dazi sulle merci cinesi, ipotizzando una riduzione dell’aliquota dal 145% all’80%. “Una tariffa dell’80% sulla Cina mi sembra giusta”, ha scritto Trump su Truth Social, nel suo consueto stile provocatorio, affidando al segretario al Tesoro Scott Bessent e al rappresentante commerciale Jamieson Greer il compito di trattare direttamente con il vicepremier cinese He Lifeng.
La proposta di Trump arriva in un momento critico per la Cina: secondo i dati diffusi ieri, l’export verso gli Stati Uniti è crollato del 17% nel solo mese di aprile, segno evidente dell’impatto delle tensioni commerciali e delle politiche protezionistiche imposte da Washington.
Il piano tariffario di Trump: un 10% per tutti, picchi per alcuni
Oltre al possibile allentamento nei confronti di Pechino, Trump ha ribadito che la tariffa di base del 10% rimarrà in vigore per tutti i Paesi. “Ci saranno alcune eccezioni, ma fondamentalmente ci sarà una base di almeno il 10%, e alcune tariffe saliranno fino al 40%, 50%, 60%, proprio come loro hanno fatto con noi nel corso degli anni”, ha spiegato dallo Studio Ovale.
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha confermato che “il presidente vuole mantenere il 10% per tutti”, sottolineando come “la Cina abbia bisogno di noi e del nostro mercato”. I riflettori sono ora puntati su Ginevra, dove si terrà il nuovo round di colloqui tra le due superpotenze.
Intese con altri Paesi: dopo Londra, in arrivo nuovi accordi
Nel frattempo, Trump ha annunciato che “quattro o cinque accordi commerciali” sono pronti a essere firmati a breve. “Abbiamo molti accordi in programma, e alla fine li firmeremo tutti”, ha detto con soddisfazione, celebrando l’intesa raggiunta con il Regno Unito come “meravigliosa per entrambi”. Si tratta della prima grande intesa dopo l’imposizione delle nuove tariffe, e segna un cambio di approccio da parte dell’Amministrazione, pronta ora a premiare i partner “collaborativi”.
L’Europa tra sponda americana e autonomia strategica
La reazione europea alle mosse unilaterali di Trump è stata cauta. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito che “l’Unione Europea negozia solo come blocco”, escludendo accordi separati con singoli Stati membri, come invece fatto con Londra. “Mi sono congratulato con Trump per l’intesa con il Regno Unito, ma gli ho detto che con l’UE si tratta solo collettivamente. Penso lo abbia capito”, ha dichiarato.
Anche Ursula von der Leyen ha raffreddato l’idea di un’imminente visita a Washington. “Se andrò alla Casa Bianca sarà solo con un pacchetto concordato. Serve una soluzione concreta”, ha affermato la presidente della Commissione Ue.
Nel dibattito europeo si è inserito anche il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che in una lettera all’evento “Direzione Nord” ha auspicato “una maggiore coesione europea” per avere un peso nei negoziati con Washington. “Puntiamo a zero dazi e a un mercato unico transatlantico”, ha scritto, sottolineando che “pace, sicurezza e stabilità sono cruciali per la crescita”.
Prossime tappe: tutto passa da Ginevra
L’appuntamento di Ginevra sarà il primo banco di prova concreto per misurare la reale volontà di compromesso tra le due potenze. La Cina, rappresentata dal potente He Lifeng, si presenta con una linea definita di “resistenza ferma”, mentre gli Stati Uniti si dicono pronti a trattare, ma senza rinunciare al principio del “fair trade”. Le posizioni sembrano ancora distanti, ma l’apertura di Trump a un taglio degli attuali dazi potrebbe rappresentare un primo spiraglio verso un nuovo equilibrio commerciale globale.
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