Trump alla corte di bin Salman: maxi accordi da mille miliardi e svolta diplomatica in Medio Oriente.
Armi, tecnologia e investimenti al centro del viaggio di Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati. Revoca delle sanzioni alla Siria, pressing su Israele per la tregua a Gaza.
Trump alla corte di bin Salman: maxi accordi da mille miliardi e svolta diplomatica in Medio Oriente.
Armi, tecnologia e investimenti al centro del viaggio di Trump in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati. Revoca delle sanzioni alla Siria, pressing su Israele per la tregua a Gaza.
Riad – Con una cerimonia regale tra ori, marmi e limousine, Donald Trump ha inaugurato a Riad il suo primo viaggio ufficiale in Medio Oriente da quando è tornato alla Casa Bianca. Il presidente americano, accolto con tutti gli onori dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, ha lanciato una doppia sfida: attrarre mille miliardi di investimenti verso gli Stati Uniti e imprimere una svolta alla complessa partita geopolitica della regione.
Affari stellari con Riad: 600 miliardi in quattro anni
Nel sontuoso palazzo reale saudita sono stati firmati “accordi storici”, tra cui un maxi contratto da 142 miliardi di dollari in armi, e intese su intelligenza artificiale, energia, difesa e sanità. Il pacchetto complessivo promesso da Riad supera i 600 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, ma Trump punta più in alto: “Chiederemo mille miliardi”, avrebbe confidato ai suoi consiglieri.
Il presidente ha partecipato al Saudi-US Investment Forum insieme a una corte di top manager americani, tra cui Elon Musk, Sam Altman, Mark Zuckerberg, Larry Fink e John Elkann. Gli accordi firmati spaziano dalla difesa all’high-tech, fino alle energie rinnovabili, in linea con la strategia “Vision 2030” del principe bin Salman, che mira a trasformare l’Arabia Saudita in una potenza post-petrolio.
La diplomazia dell’imprevedibilità: Siria, Iran, Israele
Se il business ha dominato la scena, la politica estera ha fatto irruzione con toni da colpo di teatro. Trump ha revocato le sanzioni contro la Siria, aprendo alla normalizzazione dei rapporti con il nuovo governo guidato da Ahmed Hussein al-Sharaa, noto anche come al-Jolani, ex leader jihadista riciclato come presidente di unità nazionale. L’incontro ufficiale a Riad è previsto per mercoledì.
«In Siria c’è una nuova speranza di pace. È il momento di guardare avanti», ha dichiarato Trump, dopo colloqui riservati con bin Salman e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Nei confronti dell’Iran, il tycoon ha rilanciato la linea del “bastone e carota”: apertura al dialogo sul nucleare, ma con un ultimatum. «Teheran ha l’opportunità di cambiare rotta, ma se rifiuterà, porteremo a zero il suo export di petrolio», ha ammonito Trump, assicurando che «l’Iran non avrà mai l’arma nucleare».
Pressing anche su Israele, in un momento di forte tensione con il premier Benjamin Netanyahu, che ha appena ordinato una nuova offensiva nella Striscia di Gaza. Trump ha parlato di un “fervido desiderio” di pace e ha lanciato un appello: «La gente di Gaza merita un futuro migliore». Parole che prefigurano un possibile piano di tregua, atteso già nei prossimi giorni a Doha, seconda tappa del tour.
Secondo Haaretz, Trump potrebbe imporre un piano di cessate il fuoco a Netanyahu, favorito da una recente mediazione del Qatar culminata nel rilascio di un ostaggio israelo-americano da parte di Hamas.
Qatar: droni e Boeing, investimenti per 300 miliardi
In Qatar, Trump annuncerà un pacchetto di investimenti tra i 200 e i 300 miliardi di dollari, che include una maxi-commessa per aerei Boeing, l’acquisto di droni MQ-9 Reaper per 2 miliardi e progetti infrastrutturali nel settore delle telecomunicazioni e dei data center.
Il Qatar, sede del comando centrale USA in Medio Oriente, è un alleato strategico anche per i contatti con Hamas e l’Iran, ma Trump ha scelto finora di non insistere troppo sul piano diplomatico, lasciando che siano gli affari a trainare il dialogo.
Emirati Arabi Uniti: hi-tech e semiconduttori
Ultima tappa negli Emirati Arabi Uniti, dove il governo ha già annunciato a marzo un piano decennale da 1,4 miliardi di dollari in AI, semiconduttori, energia e manifattura avanzata. Abu Dhabi punta a diventare un hub globale dell’innovazione tecnologica e vede negli Stati Uniti un partner privilegiato.
Il limite della strategia Trump: business contro geopolitica
Nonostante la pioggia di contratti, restano i dubbi sull’efficacia politica del viaggio. La guerra a Gaza blocca ogni tentativo di normalizzazione tra Israele e mondo arabo. Trump spera che l’Arabia Saudita possa aderire agli Accordi di Abramo, ma per ora il progetto resta congelato.
Come ha scritto il Financial Times, «gli accordi economici non bastano a nascondere l’assenza di una visione politica condivisa». E The Guardian ha aggiunto: «La pace, senza giustizia per i palestinesi, resta una chimera che nemmeno Trump può comprare».
Il tour mediorientale di Donald Trump si candida a diventare un punto di svolta nei rapporti tra Washington e le monarchie del Golfo. Ma mentre i miliardi scorrono nei contratti, la vera prova sarà Gaza, dove Trump dovrà dimostrare di saper coniugare affari e pace. E dove, forse, si deciderà la sua eredità geopolitica.
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