Tre israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 sono stati rilasciati. In cambio, Israele libera 369 prigionieri palestinesi, Netanyahu: “Hamas ha ceduto grazie alla pressione di Trump”
Israele: Hamas libera tre ostaggi dopo 498 giorni di prigionia a Gaza. I detenuti sono stati consegnati alla Croce Rossa e poi all’IDF. In cambio, Israele scarcererà 369 palestinesi. Netanyahu: "Hamas ha ceduto grazie alla pressione di Trump"
Tre israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 sono stati rilasciati. In cambio, Israele libera 369 prigionieri palestinesi, Netanyahu: “Hamas ha ceduto grazie alla pressione di Trump”
Liberati tre ostaggi israeliani dopo quasi 500 giorni
Nella giornata di oggi, sabato 15 febbraio, tre ostaggi israeliani sono stati liberati dopo 498 giorni di prigionia nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza.
Si tratta di Aleksandr Sasha Trufanov, 29 anni, cittadino russo-israeliano, Saguy Dekel-Hen, 36 anni, di nazionalità israelo-americana, e Yair Horen, 46 anni, anch’egli con doppia cittadinanza.
Il rilascio rientra nel sesto round della prima fase dell’accordo per il cessate il fuoco a Gaza, che prevede lo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi detenuti in Israele. In cambio della liberazione dei tre uomini, Israele rilascerà 369 detenuti palestinesi. I tre ostaggi sono stati portati sul palco allestito da Hamas a Khan Younis, dove hanno parlato brevemente al microfono prima di essere fatti salire a bordo di veicoli della Croce Rossa Internazionale. Successivamente, sono stati consegnati alle Forze di Difesa Israeliane (IDF) e trasportati in territorio israeliano per controlli medici e ricongiungimento con le loro famiglie.
Le reazioni delle famiglie: “emozione indescrivibile”
Le famiglie degli ostaggi liberati hanno espresso un mix di sollievo, gratitudine e dolore per le difficoltà affrontate dai loro cari.
La famiglia di Sasha Trufanov, il giovane russo-israeliano rapito il 7 ottobre, ha dichiarato: “Siamo sopraffatti dall’emozione e dalla gratitudine per il ritorno di Sasha dopo 498 giorni di prigionia. Il 7 ottobre è stato brutalmente rapito e colpito a entrambe le gambe. Il lungo processo di riabilitazione inizia ora, ma non sappiamo ancora se Sasha sia a conoscenza della morte di suo padre, Vitaly, ucciso nel massacro“.
La famiglia di Saguy Dekel-Hen, cittadino israelo-americano, ha sottolineato:”Saguy è finalmente a casa, dopo quasi 500 giorni di prigionia. In queste ore incontrerà le sue figlie e, per la prima volta, potrà vedere la piccola Shahar, nata mentre lui era a Gaza“.
I parenti di Yair Horen, 46 anni, hanno invece ricordato il dramma della famiglia ancora divisa: “Yair è tornato, ma suo fratello Eitan è ancora prigioniero a Gaza. Continueremo a lottare fino a quando non saranno rilasciati tutti gli ostaggi“.
Netanyahu: “Hamas ha ceduto grazie alla pressione di Trump”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto il rilascio degli ostaggi come un successo delle pressioni internazionali e dell’azione militare israeliana: “Hamas ha cercato di violare l’accordo e creare una crisi con false accuse, ma ha fatto marcia indietro dopo le dichiarazioni inequivocabili del presidente Trump. Continueremo a lavorare con gli Stati Uniti per riportare a casa tutti i rapiti, sia vivi che caduti“.
Israele prosegue con l’obiettivo dichiarato di ottenere il rilascio di altri 14 ostaggi vivi e il recupero dei corpi di 9 ostaggi deceduti, ancora detenuti a Gaza.
Un’operazione controversa: 369 palestinesi rilasciati
In cambio della liberazione dei tre ostaggi, Israele ha accettato il rilascio di 369 prigionieri palestinesi, molti dei quali accusati di reati legati al terrorismo. La decisione ha suscitato forti polemiche in Israele, con alcuni settori della politica e dell’opinione pubblica contrari a concessioni a Hamas.
Contestualmente, nel nord di Israele, si sono registrati nuovi attacchi dal Libano: un convoglio dell’ONU (Unifil) è stato colpito da un’esplosione che ha ferito il vicecomandante della missione. Nessun militare italiano è stato coinvolto.
Le conseguenze del rilascio e il futuro del conflitto
La liberazione dei tre ostaggi rappresenta un passo avanti negli sforzi diplomatici, ma non segna la fine delle ostilità tra Israele e Hamas.
Intanto, a Tel Aviv, centinaia di persone sono scese in piazza per festeggiare il ritorno degli ostaggi, mentre le famiglie di coloro che sono ancora detenuti a Gaza chiedono con forza un’accelerazione delle trattative per il loro rilascio.
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