Terremoto in Myanmar: oltre 3.000 morti, i soccorsi e l’appello dell’ONU
Il terremoto in Myanmar ha causato oltre 3.000 morti e 1,6 milioni di sfollati. La giunta militare dichiara una tregua temporanea, mentre l'ONU chiede aiuti urgenti.
Terremoto in Myanmar: oltre 3.000 morti, i soccorsi e l’appello dell’ONU
Il Myanmar è stato colpito dal terremoto più devastante dell’ultimo secolo, un doppio sisma di magnitudo 7.7 e 6.4 che ha scosso le città di Mandalay e Sagaing il 28 marzo. Il bilancio delle vittime continua a salire, con oltre 3.085 morti, 4.715 feriti e almeno 341 dispersi. Il paese si trova ora in ginocchio, con oltre 1,6 milioni di sfollati, secondo le stime dell’UNHCR.
Stato di emergenza: la giunta militare proclama una tregua
La giunta militare al potere ha dichiarato una tregua temporanea fino al 22 aprile per facilitare i soccorsi e consentire la ricostruzione. Tuttavia, la situazione politica resta tesa: la tregua è stata annunciata dopo un attacco contro un convoglio umanitario della Croce Rossa cinese, avvenuto nella cittadina di Naung Cho. Secondo i ribelli dell’Esercito di Liberazione Nazionale Ta’ang, il convoglio è stato preso di mira dalle forze di sicurezza governative.
La reazione della comunità internazionale
Organizzazioni internazionali e governi stranieri hanno immediatamente risposto alla crisi. La Cina ha inviato aiuti per un valore di 1,5 milioni di yuan, mentre la Russia ha mobilitato squadre di soccorritori. Anche l’OMS sta coordinando interventi medici per i feriti. Nonostante questi sforzi, molte aree rimangono difficili da raggiungere a causa delle infrastrutture danneggiate.
Testimonianze e storie di speranza
Nonostante la devastazione, alcune storie di sopravvivenza accendono la speranza. Un giovane di 26 anni è stato estratto vivo dopo cinque giorni dalle macerie di un hotel a Naypyidaw. Anche una donna incinta e un bambino sono stati salvati dai soccorritori. Tuttavia, con il passare del tempo, le possibilità di trovare altri superstiti si affievoliscono.
L’impatto umanitario: milioni di persone in difficoltà
Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme sulla drammatica situazione umanitaria: prima del terremoto, 20 milioni di persone in Myanmar avevano già bisogno di assistenza. Ora, con migliaia di edifici crollati e la paura delle scosse di assestamento, la situazione è ancora più critica. Molti dormono per strada, senza accesso a cibo, acqua potabile e cure mediche. L’ONU inoltre ha lanciato un appello legato ai rischi di abusi e violenze per milioni di donne nel paese, sottolineando come fossero già in condizioni vulnerabili a causa dei continui conflitti e delle instabilità economiche.
Il ruolo delle Organizzazioni umanitarie e religiose
Le congregazioni religiose presenti in Myanmar stanno fornendo aiuti alla popolazione. Il vescovo di Mandalay, monsignor Marco Tin Win, ha dichiarato che la casa diocesana è stata distrutta, e sacerdoti e fedeli dormono all’aperto. I salesiani di Don Bosco e i frati minori di Pyin Oo Lwin si stanno mobilitando per portare aiuti nelle aree colpite. Nel frattempo, la Croce Rossa e altre organizzazioni umanitarie stanno cercando di distribuire kit di emergenza, tende e cibo, ma le difficoltà logistiche e il conflitto interno ostacolano gli sforzi. Il futuro del Myanmar: ricostruzione e incertezze
La ricostruzione sarà un processo lungo e difficile. Il governo militare è sotto pressione per garantire aiuti adeguati alla popolazione, ma il conflitto interno complica la situazione. La comunità internazionale chiede la fine delle ostilità e un accesso sicuro per gli operatori umanitari. Tuttavia, le difficoltà non sono solo politiche: la mancanza di infrastrutture, le difficoltà di comunicazione e la scarsità di risorse finanziarie rendono la ripresa del paese un percorso incerto.
Nel frattempo, il popolo birmano sta mostrando una straordinaria resilienza. Volontari locali stanno lavorando instancabilmente per assistere i sopravvissuti, mentre le comunità si uniscono per condividere cibo e risorse. La speranza è che, con il supporto internazionale e un miglior coordinamento degli aiuti, il Myanmar possa iniziare a ricostruire non solo le sue città distrutte, ma anche un futuro più stabile e sicuro per tutti i suoi cittadini.
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