Tensioni in Israele: Netanyahu promette azioni decise per il ritorno di Shiri Bibas e risponde con fermezza agli attentati a Tel Aviv
Israele intensifica le operazioni in Cisgiordania dopo gli attentati a Tel Aviv. Netanyahu promette di riportare a casa Shiri Bibas e accusa Hamas di crudeltà. Escalation di tensione in Medio Oriente.
Tensioni in Israele: Netanyahu promette azioni decise per il ritorno di Shiri Bibas e risponde con fermezza agli attentati a Tel Aviv
A seguito del rilascio dei 4 corpi degli ostaggi consegnati da Hamas, vi è stata la scoperta che uno dei corpi consegnati non appartiene a Shiri Bibas, la madre dei due bambini rapiti il 7 ottobre, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso azioni decise per riportarla a casa. “Agiremo con determinazione per riportare Shiri insieme a tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti“, ha dichiarato il premier, accusando Hamas di “crudeltà senza limiti“.
Nel frattempo, il governo israeliano ha annunciato un’intensificazione delle operazioni antiterrorismo in Cisgiordania, dopo che una serie di esplosioni ha colpito autobus a Tel Aviv. Secondo fonti israeliane, gli ordigni sarebbero stati piazzati da gruppi terroristici palestinesi provenienti dalla Cisgiordania e avrebbero dovuto esplodere contemporaneamente all’ora di punta, causando una possibile strage.
Hamas accusata di violazione degli accordi
La mancata restituzione del corpo di Shiri Bibas è stata definita da Netanyahu e dalle autorità statunitensi come una “grave violazione degli accordi” tra Israele e Hamas. L’inviato speciale USA Adam Boehler ha affermato: “Se dovessi dare un consiglio a Hamas ora, non è solo di rilasciare immediatamente il suo corpo, ma abbiamo i corpi di quattro americani ancora lì e di un americano che deve tornare a casa. Devono rilasciare tutti o affronteranno l’annientamento totale“.
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha parlato di “lutto nazionale” dopo la conferma dell’identità dei piccoli Ariel e Kfir Bibas e ha promesso che Israele farà tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Attentati a Tel Aviv: la risposta di Israele
In parallelo, nella tarda serata di ieri, Giovedì 20 febbraio, cinque ordigni sono stati collocati su mezzi pubblici a Tel Aviv e dintorni. Tre di questi sono esplosi, mentre due sono stati disinnescati in tempo. Fortunatamente, non ci sono state vittime. “È stato un miracolo“, hanno dichiarato le autorità locali, sottolineando che gli autobus erano vuoti al momento delle esplosioni.
In risposta agli attacchi, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato un rafforzamento della presenza militare in Cisgiordania, in particolare nei campi di Tulkarem e in altre aree considerate roccaforti di gruppi terroristici. “Alla luce dei gravi tentativi di attacco, ho dato l’ordine di intensificare le operazioni per combattere il terrorismo“, ha dichiarato Katz. Le forze di sicurezza israeliane hanno così avviato una serie di operazioni mirate per smantellare le cellule terroristiche responsabili degli attacchi e prevenire ulteriori attentati. Secondo fonti militari, diversi sospettati sono stati arrestati e sono in corso interrogatori per identificare eventuali complici e reti di supporto.
Iran: “Gli USA e Israele non otterranno vittorie strategiche”
Nel frattempo, il comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana, Hossein Salami, ha dichiarato che, sebbene Israele e Stati Uniti possano ottenere vittorie a breve termine, alla lunga subiranno sconfitte strategiche. “Israele non può esistere senza il sostegno di Washington“, ha dichiarato Salami, ribadendo la posizione iraniana sul conflitto.
Escalation della crisi: futuri scenari in Medio Oriente
L’intensificarsi delle operazioni israeliane in Cisgiordania e le tensioni con Hamas rischiano di portare a una nuova escalation nel conflitto in Medio Oriente. Il vertice di oggi a Riad tra alcuni paesi arabi potrebbe rivelarsi cruciale per definire la posizione del mondo arabo di fronte agli ultimi sviluppi.
Intanto, la popolazione israeliana vive con il timore di nuovi attacchi, mentre il governo di Netanyahu appare determinato a rispondere con la massima fermezza.
La questione degli ostaggi resta una delle principali fonti di tensione tra Israele e Hamas, con il governo israeliano che sta aumentando la pressione sia sul piano militare che diplomatico per garantire il ritorno dei cittadini rapiti. La comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea, ha chiesto a Hamas di rispettare gli accordi umanitari e di rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi.
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