Tensione USA-Cina sui dazi, Bruxelles e Pechino in dialogo per un fronte comune
Donald Trump si dice ottimista su un accordo con la Cina nella guerra dei dazi, ma Pechino rilancia con tariffe fino al 125%. L'UE valuta contromisure e tratta con entrambe le potenze per evitare un’escalation globale.
Tensione USA-Cina sui dazi, Bruxelles e Pechino in dialogo per un fronte comune
Donald Trump rimane ottimista: secondo il presidente americano, i negoziati commerciali con la Cina stanno proseguendo e potrebbero concludersi con “qualcosa di positivo”. A margine di un viaggio verso la Florida, parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, Trump ha ribadito di avere “sempre avuto un buon rapporto con Xi Jinping” e di essere convinto che si troverà una soluzione alla guerra commerciale.
Il presidente ha inoltre chiarito che la sospensione di 90 giorni dei dazi per tutti gli altri Paesi non è legata alle recenti oscillazioni del mercato obbligazionario, smentendo le ipotesi di un collegamento diretto con l’andamento dei Treasury. “Il dollaro rimarrà sempre la valuta di riferimento“, ha aggiunto con fermezza.
Pechino contrattacca: dazi al 125% e accuse di “bullismo”
La risposta cinese non si è fatta attendere. Pechino ha annunciato l’innalzamento dei dazi sulle merci statunitensi dall’84% al 125%, in una mossa che conferma l’escalation delle tensioni. Il ministro del Commercio Wang Wentao ha parlato apertamente del rischio di “una crisi umanitaria” per i Paesi in via di sviluppo, accusando gli Stati Uniti di aver scatenato un’ondata di instabilità economica a livello globale.
Il presidente cinese Xi Jinping, nelle sue prime dichiarazioni pubbliche dall’aggravarsi della crisi commerciale, ha dichiarato che la Cina “non ha paura” della guerra dei dazi, ribadendo che “non ci sono vincitori in un conflitto commerciale” e che “lo sviluppo della Cina si basa sull’autosufficienza, non sull’elemosina”.
Xi ha inoltre invitato l’Unione Europea a unirsi a Pechino per resistere al “bullismo unilaterale” degli Stati Uniti, auspicando una cooperazione rafforzata per difendere la globalizzazione e l’ambiente imprenditoriale internazionale.
L’Europa in bilico tra le due potenze
Nel mezzo del conflitto, l’Unione Europea cerca di muoversi con cautela, mantenendo aperti i canali diplomatici sia con Washington che con Pechino. Bruxelles ha temporaneamente sospeso le contromisure per 90 giorni, mentre si intensificano i contatti per un accordo con gli Stati Uniti.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ipotizzato l’introduzione di una tassa sulle Big Tech come possibile contromossa ai dazi americani, anche se il ministro delle Finanze tedesco Jörg Kukies invita alla prudenza: “Non abbiamo vere alternative tecnologiche ai provider americani. Ho parlato nuovamente con alcuni rappresentanti aziendali che mi hanno detto che semplicemente non esistono provider di cloud o di intelligenza artificiale che offrano una scalabilità a cui si possa passare”.
Parallelamente, l’UE allarga i propri orizzonti verso Asia e Medio Oriente, con negoziati in corso per accordi di libero scambio e cooperazione strategica con Cina, India ed Emirati Arabi Uniti, soprattutto in settori chiave come energia rinnovabile, idrogeno verde e materie prime.
Fed pronta a intervenire, ma i mercati reggono
Sul fronte interno americano, la Federal Reserve rassicura i mercati. Susan Collins, presidente della Fed di Boston, ha dichiarato che l’istituto è “assolutamente preparato a usare tutti gli strumenti disponibili” per stabilizzare la situazione, pur precisando che attualmente non vi sono segnali di problemi di liquidità.
La dichiarazione sottolinea una linea di vigilanza e intervento, ma anche la fiducia nel sistema finanziario statunitense nonostante le turbolenze innescate dalle politiche tariffarie.
Uno scontro commerciale in evoluzione
L’equilibrio tra potenze è più instabile che mai. Le mosse aggressive degli Stati Uniti, che hanno annunciato dazi fino al 145% sulle merci cinesi, e le risposte severe della Cina, rischiano di compromettere gli equilibri del commercio globale. In questo contesto, l’Unione Europea si trova in una posizione delicata, tra la necessità di proteggere le proprie economie e la volontà di non compromettere i rapporti con Washington.
La guerra dei dazi non è solo una questione economica: è anche una sfida geopolitica che ridisegna le alleanze, mette sotto pressione i mercati globali e costringe i principali attori a ripensare le proprie strategie industriali e commerciali.
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