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Svizzera, il ghiacciaio Birch crolla e cancella Blatten: un villaggio sepolto da 9 milioni di tonnellate di detriti.

Evacuato per tempo, il paese nel Canton Vallese è stato travolto da una frana glaciale colossale. L’onda d’urto ha interrotto il fiume Lonza formando un lago che ora minaccia i villaggi a valle. Il disastro annunciato è un nuovo campanello d’allarme sul cambiamento climatico.

Svizzera, il ghiacciaio Birch crolla e cancella Blatten: un villaggio sepolto da 9 milioni di tonnellate di detriti.

Evacuato per tempo, il paese nel Canton Vallese è stato travolto da una frana glaciale colossale. L’onda d’urto ha interrotto il fiume Lonza formando un lago che ora minaccia i villaggi a valle. Il disastro annunciato è un nuovo campanello d’allarme sul cambiamento climatico.

Una catastrofe naturale annunciata ma di proporzioni inattese ha colpito la Svizzera nel pomeriggio di mercoledì 28 maggio. Intorno alle 15:30, un’enorme porzione del ghiacciaio Birch (Birchgletscher), situato sul versante del Kleines Nesthorn nelle Alpi vallesane, si è improvvisamente staccata, scatenando una colossale colata di detriti, fango, ghiaccio e massi che ha travolto il villaggio alpino di Blatten. Le immagini aeree mostrano uno scenario apocalittico: circa il 90% del centro abitato è stato distrutto o sepolto. Nonostante la drammaticità dell’evento, la tragedia è stata in parte evitata grazie all’evacuazione preventiva ordinata dalle autorità lo scorso 19 maggio.

Una frana di nove milioni di tonnellate

Secondo le prime stime, si sono riversati a valle circa 3 milioni di metri cubi di materiale, equivalenti a 9 milioni di tonnellate. L’impatto è stato così violento da generare un terremoto di magnitudo 3,1. La valanga di detriti ha trascinato con sé tutto ciò che incontrava sul suo percorso, bloccando anche il corso del fiume Lonza, che ora minaccia a sua volta di provocare un’inondazione nei paesi a valle, a causa della formazione di un lago naturale instabile.

Al momento una persona risulta dispersa: si tratta di un uomo di 64 anni che, secondo le informazioni disponibili, si sarebbe avventurato nella zona di Blatten proprio nelle ore precedenti al crollo. Le ricerche sono state sospese nel pomeriggio del 29 maggio a causa delle condizioni estremamente pericolose sul posto. Le forze dell’ordine hanno dichiarato lo stato d’emergenza locale e hanno chiesto il supporto dell’esercito.

Un disastro annunciato

Il disastro era stato previsto. Il ghiacciaio era monitorato da settimane dopo che si era registrato un movimento anomalo delle masse glaciali, con spostamenti giornalieri fino a 3,5 metri. I sismografi hanno captato un segnale anomalo circa due minuti prima del crollo, ma non è chiaro se sia stato causato da un evento franoso a monte o da un cedimento interno del ghiacciaio stesso.

Il dottor Dave Petley, uno dei massimi esperti mondiali di frane, ha dichiarato che l’analisi dei dati sismici potrà fare chiarezza, ma che è già evidente il ruolo del cambiamento climatico: “Non si tratta solo di un evento geologico, ma del sintomo di un sistema montano sempre più fragile”.

Le cause: il cambiamento climatico sotto accusa

Il collasso del Birch si inserisce in un quadro drammatico per i ghiacciai alpini. Nel solo 2023, i ghiacciai svizzeri hanno perso il 4% del loro volume complessivo, dopo il record negativo del 6% del 2022. La temperatura media in Svizzera ha già superato di oltre 2°C i livelli preindustriali e lo zero termico si sta spostando sempre più in quota, rendendo instabili intere pareti rocciose e formazioni glaciali.

Uno studio pubblicato su Nature dall’Università di Zurigo stima che entro il 2100 la maggior parte dei ghiacciai alpini sarà scomparsa. E il fenomeno non riguarda solo la Svizzera: anche in Italia, il ghiacciaio della Marmolada è destinato a sparire entro 25-30 anni.

La risposta delle autorità: “Ricostruiremo Blatten”

Durante una conferenza stampa, il sindaco di Blatten, Matthias Bellwald, ha dichiarato: “È successo l’inimmaginabile. Abbiamo perso il villaggio, ma non il cuore. Ricostruiremo, faremo tutto ciò che è umanamente possibile per dare un futuro a Blatten”. Anche la presidente della Confederazione svizzera, Karin Keller-Sutter, ha espresso solidarietà: “È terribile perdere la propria casa. Sono vicina agli abitanti”.

Le operazioni di soccorso restano complesse: idrovore e squadre di intervento sono pronte, ma non possono ancora entrare in azione a causa della pericolosità del sito, dove crolli secondari e il rischio di tracimazione del lago rappresentano minacce concrete. Anche le auto della polizia sono state elitrasportate fuori dall’area per sicurezza.

Un simbolo dell’emergenza climatica

Il crollo del ghiacciaio Birch e la distruzione di Blatten rappresentano un tragico monito. Il cambiamento climatico non è più un rischio astratto: è già qui, e sta modificando in modo radicale i paesaggi alpini e la vita delle comunità che li abitano. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, nei prossimi cinque anni è molto probabile che la temperatura media globale superi il limite critico di +1,5°C, innescando effetti estremi e irreversibili.

Blatten oggi non c’è più. Ma la sua scomparsa potrebbe diventare un simbolo potente dell’urgenza di agire. Per la montagna, per il clima, per il futuro.

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