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Sversamento di 200mila litri di petrolio nel Brandeburgo: l’incidente all’oleodotto PCK in Germania.

Una fuoriuscita di greggio durante i lavori di manutenzione a Gramzow ha generato una “fontana” di petrolio alta diversi metri, colpito due operai e mobilitato oltre cento vigili del fuoco. Le autorità escludono il sabotaggio, ma temono danni ambientali rilevanti.

Sversamento di 200mila litri di petrolio nel Brandeburgo: l’incidente all’oleodotto PCK in Germania.

Nel cuore dell’Uckermark, una delle aree rurali più note del Brandeburgo, un grave incidente a un oleodotto della raffineria PCK ha provocato la fuoriuscita di almeno 200mila litri di petrolio greggio. L’evento, avvenuto presso la stazione di pompaggio di Gramzow, ha trasformato una normale operazione di manutenzione in una potenziale emergenza ambientale di ampia portata. Secondo le prime ricostruzioni, la perdita si sarebbe verificata in una fase di lavori preparatori legati a un test di sicurezza, quando un cedimento ha generato una sorta di “fontana” di petrolio capace di raggiungere diversi metri d’altezza, alimentata da una pressione interna stimata attorno ai 20 bar. Le autorità hanno rapidamente escluso l’ipotesi di sabotaggio, confermando che non sono emersi elementi che possano far pensare a un’azione esterna.

L’intervento immediato e il coinvolgimento delle squadre di emergenza

Non appena scattato l’allarme, oltre cento vigili del fuoco, affiancati da venticinque dipendenti della PCK-Raffinerie, sono entrati in azione per contenere la fuoriuscita e limitare l’impatto sul terreno circostante. L’area interessata, nei pressi di Zehnebeck, è stata rapidamente isolata mentre squadre specializzate operavano con autospurghi e mezzi pesanti per aspirare il greggio che continuava a riversarsi su un campo reso fangoso dalle piogge dei giorni precedenti. Il capo dei vigili del fuoco di Schwedt ha confermato che il foro responsabile dello sversamento è stato quasi completamente sigillato intorno alla tarda serata, anche se piccole quantità di petrolio hanno continuato a fuoriuscire per ore. Le immagini diffuse dai media tedeschi descrivono una scena impressionante, con una colonna nera di petrolio che si innalzava nel cielo e almeno due operai colpiti dal getto ad alta pressione. Le loro condizioni non sono state rese note, ma il contatto con il greggio può provocare lesioni gravi agli occhi e agli organi interni, e nei casi più critici può risultare fatale.

Il rischio ambientale e la posizione delle autorità

Il timore principale riguarda l’impatto ambientale, ancora difficile da quantificare con precisione. L’accumulo di petrolio sul terreno agricolo, pur attenuato dalla presenza di abbondante acqua piovana che ha impedito l’assorbimento immediato in profondità, resta una minaccia concreta per gli ecosistemi circostanti. Il greggio, essendo più leggero dell’acqua, ha teso a galleggiare in superficie, un elemento che ha favorito le operazioni di recupero, ma non ha del tutto eliminato i rischi. Il Ministero dell’Ambiente del Brandeburgo, attraverso il portavoce Matthias Bruck, ha parlato apertamente della possibilità di un disastro naturale, sottolineando che piccole quantità di petrolio potrebbero aver già raggiunto corsi d’acqua vicini, con il pericolo che la contaminazione si espanda fino alla Welse, affluente dell’Oder. Per questo motivo sono state installate barriere galleggianti, mentre la ministra Hanka Mittelstädt ha annunciato un sopralluogo sul luogo dell’incidente per valutare l’entità del danno e la necessità di ulteriori misure di contenimento.

La raffineria PCK e il contesto geopolitico ed energetico

L’oleodotto coinvolto collega il porto baltico di Rostock alla raffineria di Schwedt, un impianto strategico per i rifornimenti dell’area nordorientale della Germania. Dal settembre 2022 la struttura è sotto tutela del governo federale, dopo essere appartenuta alla filiale tedesca della russa Rosneft. La decisione fu presa nel quadro delle tensioni geopolitiche seguite all’invasione dell’Ucraina, che avevano reso necessario sospendere le forniture di greggio russo e cercare alternative attraverso i porti di Rostock e Danzica. L’incidente di Gramzow si inserisce dunque in uno scenario già complesso, in cui la sicurezza delle infrastrutture energetiche e la gestione dei flussi di carburanti rappresentano temi centrali nel dibattito politico tedesco ed europeo.

Conseguenze a breve e medio termine

Mentre le operazioni di bonifica proseguono senza sosta e potrebbero continuare anche nei giorni successivi, restano aperti numerosi interrogativi. La quantità di greggio effettivamente dispersa potrebbe superare la stima iniziale di 200mila litri, considerando la durata della fuoriuscita e la pressione elevata con cui il petrolio è stato espulso. Le autorità locali hanno invitato gli abitanti della zona a tenere chiuse porte e finestre per evitare l’esposizione ai vapori, mentre gli esperti stanno monitorando la qualità dell’aria e dell’acqua. Anche se la contaminazione profonda delle falde appare al momento improbabile, l’impatto su suolo, fauna e vegetazione potrà essere valutato solo nelle prossime settimane.

Un incidente che richiama i limiti delle infrastrutture critiche

La vicenda mette in luce la fragilità delle reti energetiche e la necessità di rafforzare controlli, protocolli di sicurezza e sistemi di prevenzione. Oleodotti come quello della PCK sono infrastrutture essenziali, ma anche potenziali punti di vulnerabilità, soprattutto quando si trovano in fase di manutenzione o riconversione. In un periodo storico in cui la transizione energetica procede, ma non è ancora in grado di sostituire completamente le fonti fossili, incidenti come quello del Brandeburgo ricordano quanto il bilanciamento tra sicurezza, approvvigionamento e tutela dell’ambiente resti un nodo delicato e imprescindibile.

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