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Strage in una scuola di Graz: 10 morti e decine di feriti in una delle peggiori sparatorie della storia austriaca

Tragedia in una scuola di Graz: dieci morti, tra cui l’attentatore, e decine di feriti in una sparatoria compiuta da uno studente che si considerava vittima di bullismo. L’Austria sotto shock, l’Europa esprime cordoglio.

Strage in una scuola di Graz: 10 morti e decine di feriti in una delle peggiori sparatorie della storia austriaca.

GRAZ (Austria) — Una giornata di ordinaria vita scolastica si è trasformata in un incubo. Dieci persone hanno perso la vita e almeno 28 sono rimaste ferite – quattro delle quali in condizioni gravissime – in una sparatoria avvenuta in una scuola superiore della città di Graz, nel sud dell’Austria. Tra le vittime si contano studenti, insegnanti e lo stesso attentatore: un giovane studente dell’istituto che, dopo aver aperto il fuoco in due aule, si è tolto la vita all’interno di un bagno.

Il bilancio e la dinamica

Secondo quanto riferito dal sindaco di Graz e dalle autorità locali, la sparatoria ha causato la morte di sette studenti, due membri del personale scolastico e dello stesso assalitore. Il numero dei feriti si attesta intorno a 28, di cui almeno quattro in condizioni estremamente critiche, alcuni colpiti alla testa. La polizia ha immediatamente attivato il protocollo MANV (Massenanfall von Verletzten), il sistema d’emergenza per la gestione di un alto numero di feriti, mobilitando tutte le strutture ospedaliere della regione della Stiria.

Due centri di assistenza psicologica sono stati allestiti nei pressi dell’istituto per accogliere familiari, testimoni e studenti sotto shock. Anche il personale medico degli ospedali regionali e universitari è stato richiamato d’urgenza per gestire l’afflusso.

Il movente: bullismo e disperazione

L’assalitore, la cui identità non è stata ancora ufficialmente resa nota, era uno studente dello stesso istituto. Secondo le prime indagini e quanto riportato dai media locali, il ragazzo si sarebbe sentito vittima di bullismo da parte di compagni e forse anche da parte di adulti. Un disagio profondo, accumulato nel tempo, che lo avrebbe portato a pianificare la strage, conclusasi tragicamente con il suo suicidio.

Avrebbe portato con sé un’arma da fuoco con la quale ha aperto il fuoco in due aule scolastiche, prima di barricarsi in un bagno e togliersi la vita. Le autorità stanno esaminando anche i canali digitali e social per ricostruire eventuali segnali d’allarme lanciati in precedenza dal ragazzo.

L’intervento delle autorità

Il Ministro dell’Interno Gerhard Karner e il Ministro dell’Istruzione Christoph Wiederkehr si sono recati immediatamente a Graz, annullando tutti gli impegni istituzionali. Karner ha dichiarato:

“Ci troviamo davanti a una tragedia senza precedenti. Ogni risorsa disponibile è stata mobilitata per supportare le famiglie e accertare tutte le responsabilità.”

L’area attorno alla scuola è stata isolata per permettere l’intervento delle forze speciali e il completamento delle indagini. La polizia ha invitato la popolazione ad evitare la zona e a seguire scrupolosamente le indicazioni delle forze dell’ordine.

Reazioni dall’Europa: «Una tragedia scioccante»

Il dolore per quanto accaduto ha superato i confini nazionali. L’Alta rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha espresso su X (ex Twitter) il suo cordoglio:

“Sono profondamente scioccata dalla notizia della sparatoria. Ogni bambino dovrebbe sentirsi al sicuro a scuola e poter imparare senza paura e violenza. I miei pensieri sono con le vittime, le famiglie e il popolo austriaco.”

Anche la portavoce della Commissione Europea, Paula Pinho, ha parlato di “notizie orribili e tragiche”, esprimendo “le più sentite condoglianze a nome dell’intera Unione Europea”.

Una ferita che resterà a lungo

Quella che si è consumata oggi a Graz è una delle più gravi sparatorie scolastiche mai registrate in Austria. Un evento che scuote nel profondo un Paese dove episodi di questo genere sono estremamente rari, ma che rimette al centro il dibattito su salute mentale, sicurezza scolastica e prevenzione del disagio giovanile.

Le prossime ore saranno decisive per fare piena luce su quanto accaduto, ma una cosa è certa: l’Austria si risveglia con una ferita profonda nel cuore del proprio sistema educativo, e con una domanda urgente che pesa sulle coscienze collettive: quali segnali non sono stati ascoltati?

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