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Strage di turisti in Kashmir, almeno 27 morti: “Il peggior attacco contro i civili da anni”.

Ipotesi vittima italiana, la Farnesina verifica. La rivendicazione del Fronte della Resistenza, legato ai Lashkar-e-Taiba. Modi: “Atto atroce, i responsabili saranno puniti”.

Strage di turisti in Kashmir, almeno 27 morti: “Il peggior attacco contro i civili da anni”.

Ipotesi vittima italiana, la Farnesina verifica. La rivendicazione del Fronte della Resistenza, legato ai Lashkar-e-Taiba. Modi: “Atto atroce, i responsabili saranno puniti”.

NEW DELHI – Un gruppo armato ha aperto il fuoco contro turisti in visita nella valle di Baisaran, a circa cinque chilometri dalla nota località montana di Pahalgam, nel Kashmir indiano, provocando una strage. Il bilancio provvisorio, secondo le autorità locali, parla di almeno 27 morti e 17 feriti, alcuni in gravi condizioni. Si tratta, con ogni probabilità, del più sanguinoso attacco contro civili nella regione da molti anni a questa parte.

Le prime informazioni sono state frammentarie. Le forze di sicurezza hanno riferito che tra le vittime ci sarebbero prevalentemente turisti indiani, ma anche alcune persone del posto che lavoravano nel settore dell’accoglienza. Non è stata ancora fornita un’identificazione completa dei corpi. La Farnesina e l’Ambasciata italiana a Nuova Delhi stanno monitorando con attenzione la situazione, dopo che alcuni media locali avevano ipotizzato la presenza di un cittadino italiano tra i deceduti. Tali informazioni sono state successivamente ridimensionate, ma le verifiche ufficiali sono tuttora in corso.

L’attacco e la rivendicazione

Secondo le ricostruzioni, almeno quattro uomini armati hanno aperto il fuoco da distanza ravvicinata contro un gruppo di turisti in escursione nella valle. L’assalto è stato improvviso e di breve durata: i miliziani si sono rapidamente dileguati nei boschi circostanti. La polizia ha attribuito l’attacco al “Fronte della Resistenza”, gruppo affiliato all’organizzazione terroristica Lashkar-e-Taiba, già noto per precedenti attentati nella regione. La rivendicazione è arrivata poche ore dopo tramite un post sui social media.

Fonti di intelligence, citate da News18, parlano di un commando composto da quattro a sei uomini, entrati in azione con armi automatiche. L’area è attualmente isolata: esercito e polizia sono impegnati in una vasta operazione di ricerca dei responsabili.

La risposta del governo indiano

Il ministro dell’Interno Amit Shah ha raggiunto Srinagar, capitale estiva del Kashmir, per coordinare le operazioni di sicurezza. “Colpiremo duramente i colpevoli, con le conseguenze più gravi”, ha scritto su X. Il primo ministro Narendra Modi ha interrotto la sua visita in Arabia Saudita ed è rientrato urgentemente a Nuova Delhi. “Si tratta di un atto atroce. Nessuno sarà risparmiato. La nostra lotta al terrorismo sarà ancora più forte”, ha dichiarato.

Le autorità indiane hanno promesso un supporto immediato alle famiglie delle vittime e un intervento rapido per garantire sicurezza ai turisti nella regione, in un momento in cui il Kashmir stava tentando una difficile ripresa turistica, dopo anni segnati da conflitti e tensioni separatiste.

Le reazioni internazionali

Anche la comunità internazionale ha reagito con sgomento. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha condannato con fermezza l’attacco, definendo “inaccettabili” gli attentati contro civili in ogni contesto.

Dagli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha espresso “profondo cordoglio” per le vittime, definendo le notizie “inquietanti” e ribadendo il “pieno sostegno all’India nella sua lotta al terrorismo”.

In India, il leader dell’opposizione Rahul Gandhi ha parlato di “atto vigliacco e straziante”, criticando però il governo per “limitarsi a proclami” e chiedendo “azioni concrete per evitare che tragedie simili si ripetano”.

Un territorio fragile

Il Kashmir è da decenni teatro di tensioni politiche e religiose tra India e Pakistan, che rivendicano entrambi la regione. Gli attacchi terroristici in aree turistiche rappresentano un grave colpo all’immagine del Paese e alla stabilità dell’intera area, che negli ultimi anni aveva conosciuto una timida ripresa economica e una crescita nel flusso di visitatori.

Oggi, quella speranza sembra nuovamente spezzata dal rumore delle armi.

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