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Strage a Mrauk-U, la guerra del Myanmar travolge un ospedale: oltre 30 morti in un attacco aereo.

Il bombardamento che ha colpito l’ospedale di Mrauk-U nello Stato di Rakhine segna una nuova escalation del conflitto birmano, mentre la giunta accelera le operazioni militari in vista delle elezioni del 28 dicembre e i territori ribelli resistono all’avanzata del Tatmadaw.

Strage a Mrauk-U, la guerra del Myanmar travolge un ospedale: oltre 30 morti in un attacco aereo.

L’attacco aereo che ha devastato l’ospedale generale di Mrauk-U, nello Stato di Rakhine, si impone come uno degli episodi più sanguinosi delle ultime settimane in Myanmar. Secondo le testimonianze raccolte sul campo, il bombardamento avrebbe provocato oltre trenta morti e un numero di feriti che supera le settanta unità. A parlare di “situazione terribile” è  un operatore umanitario, che descrive un quadro in continua evoluzione e un conteggio destinato a salire. L’attacco, avvenuto ieri pomeriggio, ha colpito un luogo simbolo di protezione e cura, riaccendendo l’allarme internazionale sul livello della violenza dispiegata dalla giunta militare contro zone densamente popolate e strutture civili.

L’escalation della giunta in vista del voto del 28 dicembre

L’episodio si colloca in un momento cruciale per il Myanmar, dove le autorità militari hanno annunciato l’inizio delle elezioni legislative il 28 dicembre, presentandolo come un passaggio necessario per ristabilire la stabilità interna. Il contesto, però, racconta una storia diversa: i gruppi ribelli che controllano ampie porzioni del territorio hanno già promesso di impedire lo svolgimento del voto nelle aree sotto la loro influenza, rendendo il processo elettorale un ulteriore terreno di scontro. Lo Stato di Rakhine, dove sorge Mrauk-U, è quasi interamente nelle mani dell’Arakan Army (AA), formazione etnica armata e uno degli attori più potenti tra i movimenti insurrezionali sorti dopo il colpo di Stato del 2021. Proprio l’AA ha confermato che almeno dieci pazienti sarebbero stati uccisi sul colpo dalle bombe sganciate sull’ospedale, attribuendone la responsabilità all’aviazione della giunta.

Un conflitto che si radica nelle fratture del Paese

Il bombardamento di Mrauk-U arriva all’interno di un conflitto che, dal 2021, ha assunto i tratti di una guerra civile generalizzata. Il colpo di Stato che ha deposto il governo democraticamente eletto ha riattivato fratture etniche mai sopite e ha spinto nuove fasce della popolazione, inclusi molti sostenitori della democrazia, a unirsi alla lotta armata. L’Arakan Army, attiva dal 2009, rappresenta oggi una delle principali realtà ribelli, capace di controllare quasi tutto il Rakhine. L’intensificazione degli attacchi aerei da parte del Tatmadaw, le Forze armate birmane, risponde a una strategia che negli ultimi due anni ha visto aumentare l’uso della forza contro aree civili, nel tentativo di piegare territori considerati strategici o restii alla partecipazione elettorale imposta dalla giunta.

Gli attacchi a Mrauk-U e Tabayin come segnali della strategia militare

Il raid contro l’ospedale di Mrauk-U non è un caso isolato, ma parte di un quadro più ampio di operazioni offensive che la giunta conduce per riconquistare terreno in vista delle imminenti elezioni. Solo pochi giorni prima, un bombardamento nella cittadina di Tabayin, nel cuore della regione di Sagaing, aveva provocato 18 morti e decine di feriti. Gli analisti militari sostengono che il Tatmadaw stia tentando una ripresa, per quanto limitata, sfruttando droni e milizie locali. Secondo lo ISEAS-Yusof Ishak Institute, l’esercito ha recuperato posizioni in alcune zone degli Stati Shan, Kachin e Kayin, aprendo corridoi logistici strategici. Si tratta tuttavia di avanzate parziali, che non modificano il quadro complessivo di un Paese in cui tra il 70 e l’80 per cento del territorio rimane fuori dal controllo diretto della giunta.

Elezioni tra legittimazione e repressione

Mentre la campagna militare si intensifica, la giunta tenta di presentare il processo elettorale come un ritorno alla normalità politica. In agosto è stato fissato il calendario delle votazioni e, a fine novembre, un’amnistia ha portato alla liberazione di oltre tremila prigionieri politici e alla cancellazione delle accuse contro più di cinquemila cittadini. Secondo la televisione di Stato MRTV, la misura sarebbe stata pensata per garantire una partecipazione libera al voto, ma osservatori e opposizioni parlano di una manovra di facciata, destinata più a rafforzare la legittimità del regime che a favorire un reale percorso democratico. I gruppi ribelli, infatti, considerano il voto un mero esercizio propagandistico e hanno già annunciato che non permetteranno alla giunta di estendere il suo controllo attraverso le urne.

Infrastrutture civili sotto assedio

L’attacco all’ospedale di Mrauk-U si inserisce in un drammatico mosaico di distruzione che, dal 2021, colpisce sistematicamente infrastrutture civili fondamentali. Oltre quattrocento strutture sanitarie sono state distrutte o rese inutilizzabili, mentre più di duecento scuole sono state bombardate o riconvertite in basi militari. Le violenze non risparmiano nemmeno gli edifici religiosi: monasteri buddisti, moschee, chiese e altri siti sacri sono stati danneggiati, saccheggiati o rasi al suolo in numerose regioni del Paese. Le organizzazioni civili che monitorano il conflitto denunciano una strategia mirata a colpire i centri vitali delle comunità locali, privandole di servizi essenziali e indebolendo la capacità di resistenza dei territori fuori dal controllo della giunta.

Un Paese sospeso tra guerra, elezioni e incertezza

Il bombardamento di Mrauk-U rappresenta dunque molto più di un tragico episodio di guerra: è la manifestazione di un conflitto che si avvicina a un punto di rottura, in cui la popolazione civile continua a pagare il prezzo più alto. Mentre il conto delle vittime aumenta e vasti territori restano contesi, il Myanmar si avvicina alle elezioni di fine dicembre in un clima di sfiducia, paura e instabilità. La giunta militare tenta di consolidare il proprio potere attraverso il voto, ma il Paese appare sempre più frammentato, con regioni dove la violenza quotidiana rende impraticabile ogni prospettiva di normalizzazione politica. In questo contesto, l’ospedale colpito di Mrauk-U diventa il simbolo di una nazione in cui la linea del fronte si confonde tragicamente con la vita civile.

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